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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di S. BIANCHI del 30/09/2019 09:29:57
Marchi di fabbrica/prima parte

 

Sembra che, parlando del “gol alla Del Piero”, “punizioni alla Roberto Carlos”, “rulete di Zidane”, “doppi passi alla Biavati” e “finte alla Cruijff”, abbia solleticato un po’ di curiosità sui social collegati a GLMDJ. Dato che con questi amici mi collego solo su questo sito, d’altra parte sono un vecchietto, di questo interesse mi è stato riferito: lo apprezzo e vado ad approfondire li tema. Un tema peraltro avvincente, poiché alcuni campioni riescono a raggiungere, nel calcio, una fama imperitura per merito di una finta geniale o di un colpo particolare da loro inventato. Non sempre quel colpo ha un inventore sicuro (copyright), ma esso spesso diventa “marchio di fabbrica” di qualche campione.

Il gol alla Del Piero . Ricezione del pallone con uno stop perfetto immediatamente fuori dal vertice destro dell’area, doppia finta a liberare il destro, tiro d’interno destro col pallone accarezzato da tutto l’interno-piede, parabola a rientrare e a scendere che s’infila all’incrocio dei pali alla sinistra del portiere. È nato a Dortmund il 13 settembre 1995 e ne abbiamo già parlato.

La rovesciata di Parola . Fiorentina - Juventus del 15 gennaio 1950, minuto ottanta: Parola era il centromediano della Juventus e quella volta, a Firenze, era anche in ritardo sul difensore viola, che sarebbe stato raggiunto da quel pallone alto. L’unico modo per interromperne la traiettoria era volare: busto e gambe protese verso l’alto e grande sforbiciata a colpire la palla di sinistro. Ci prese gusto e ripeté l’impresa molte altre volte. Il fotografo che lo immortalò fu Corrado Bianchi. Le Edizioni Panini si “appropriarono” della foto per il loro album di figurine dei calciatori, spogliandolo del bianconero e mettendogli una più neutrale maglia rossa.

L'elastico . Movimento rapidissimo, con un solo piede che tocca il pallone d’esterno e lo recupera esternamente con l’interno, facendogli improvvisamente cambiare direzione e lasciando immobile l’avversario. Tutti lo attribuiscono a Ronaldinho (Gremio, PSG, Barça, Milan), che ne era maestro, ma l’ha inventato Rivelino (Corinthians, Fluminense), tra quelli che ci castigò quattro a uno in finale ai Mondiali 1970.

Il doppio passo . Gli interisti pensano l’abbia inventato Ronaldo (quello grasso). Alcuni pensano l’avesse inventato "Mumo" Orsi in forma appena accennata, ma Biavati (Bologna) l’ha portato al massimo splendore in Italia. Resta che fu inventato negli anni ’20 da Pedro Calomino (Boca Juniors), detto “el Loco”, il che la dice lunga sul mattacchione che fosse. La finta consiste, in corsa, nel far passare davanti al pallone in movimento, prima una, poi l’altra gamba, anche più volte e senza toccare la sfera, facendo impazzire l’avversario, portato a seguire le gambe invece del pallone e perdendo l’avversario che prende infine una direzione inattesa. Era anche nelle disponibilità di Van Basten, Figo e di Zidane. Gli anglosassoni la chiamano “scissors” (forbici) e spagnoli “pedalada”.

La punizione alla Roberto Carlos . È una punizione battuta a mezza altezza con tre dita, con il pallone che acquista una velocità incredibile e un giro micidiale a rientrare: sembra destinata fuori, ma s’insacca a fil di palo. Anche altri l’hanno utilizzata, ma l’uso più continuo l’ha fatto il brasiliano (Real Madrid), che un anno è stato anche all’Inter, ma gli preferirono Pistone.

La maledetta . Altra punizione particolarmente temuta: la palla, una volta superata la barriera sembra finire alta e larga, però improvvisamente vira in basso e verso il centro, beffando il portiere all'incrocio. L’ha inventata Juninho Pernambucano (Vasco da Gama, OL), primatista mondiale sulle reti segnate su calcio di punizione, ma spesso utilizzata anche da Pirlo (Milan, Juventus) con la letalità di un calcio di rigore. Un precursore semplificato è stato la “punizione a foglia morta” di Corso (Inter), che però era monodirezionale.

Il rigore a cucchiaio . Anche qui c’è la corsa ad accaparrarsi il merito, ma non fu Totti che lo usò per primo, agli Europei 1998 contro l’Olanda. Quel “Mo je faccio er cucchiaio” anticipato ai compagni di squadra, causò loro improvvisi accenni d’incontinenza fecale. Il rigore a scavetto lo inventò, invece, Antonin Panenka (Bohemians Praga, Rapid Vienna) agi Europei 1976, in Germania Ovest – Cecoslovacchia. Sia l’Italia, sia la Cecoslovacchia vinsero quelle partite: non fosse successo, sai tu che pedate in c…..

Il Cruiff turn . Questo è proprio suo: mentre era in corsa, spostava il pallone dietro la gamba sinistra con un veloce tocco dell’interno destro, ripartendo dalla parte opposta. In hockey su prato una volta era proibito, ma nel calcio no, e lui si lasciava dietro il difendente. Si esibì nel trucco per la prima volta ai Mondiali 1974, ripetutamente e senza che alcuno potesse porvi rimedio, ma lo faceva spesso e volentieri anche nel Barça. Anche Iniesta ne era capace: deve essere l’aria di Barcellona.

La rabona . Sa di sudamericano, infatti se ne sono impossessati da quelle parti, ma è italianissima e, inizialmente si chiamava “incrociata”. Giovanni Roccotelli, al tempo rossoblù, durante Cagliari - Spal del 26.09.1976, colpì il pallone col destro incrociandolo dietro il sinistro che era in appoggio. Roccotelli, col suo colpo ci fece anche due reti: al Brescia quando giocava per l’Ascoli e alla Juve Stabia, con la maglia della Nocerina. È un colpo a effetto, per stupire, ma soprattutto per rimediare a un pallone che altrimenti scapperebbe via. L’hanno utilizzato anche “Gazza” Gascoigne e Maradona, ma solo per la platea, ci scommetterei.

La bicicletta . Non so se l’ha inventata Vito Chimenti (Palermo, Catanzaro, Pistoiese ecc): lo spero per lui, che la utilizzava spesso. Consiste nel superare il pallone, stringerlo un attimo tra le caviglie senza fermarlo (sarebbe irregolare), portandolo su in e in avanti col tacco, e facendosi scavalcare. Il giochino è stato utilizzato nel film “Fuga per la vittoria”, per ridicolizzare un terzino tedesco in una partita tra nazisti e prigionieri alleati: Osvaldo Ardiles (Huracàn, Tottenham) era “quello della bicicletta”, che da allora, nel resto del mondo, si chiama “Ardiles”. Furto con scasso!

La croqueta . Non è roba fritta da mangiare, ma la finta, che faceva impazzire, noi tifosi, quando Miki Laudrup (Juventus, Barça, Real Madrid) scartava l’avversario spostando velocemente la palla da un piede all’altro, sia da fermo sia in corsa e lasciandoselo dietro stupefatto. Non l’ha inventata lui, ma la usava veramente su larga scala; anni dopo, il solito Iniesta, come per il “Cruiff turn”, si è appropriato della tecnica, così come Messi (dove gioca?). Miki li perdonerà: i buoni esempi vanno seguiti.

Il Ronaldo chop . Questo dribbling si esegue, in corsa, con una specie di saltello a due piedi sulla palla, spostando il pallone col tacco destro (sinistro), facendolo passare dietro il sinistro (destro) con un'angolazione di 45°, e recuperando poi il pallone dopo l’avversario scartato. Pare un’evoluzione più veloce del Cruiff turn ed è chiamato così per l’utilizzo frequente che ne fa il nostro CR7.

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