La sesta di campionato si conferma, come era prevedibile, una giornata di transizione, in cui tutte le prime della classe superano senza troppi problemi le rivali.
La prima a scendere in campo, nell’anticipo pomeridiano di sabato, è la
Juve, che, dopo una mezz’ora di corsetta senza troppa convinzione, spinge sull’acceleratore ed ha facilmente ragione del fanalino di coda
Spal, incapace anche solo di impensierire la porta difesa da Buffon, che nel frattempo abbatte l’ennesimo record. Esame troppo facile quello contro i ferraresi per essere preso seriamente in considerazione, ma in un periodo in cui ci si concentra molto sulla solidità difensiva, è confortante non avere subito tiri in porta. I prossimi impegni dei bianconeri ci diranno di più sullo stato di avanzamento dei lavori.
Qualche pensiero in più lo porta l’altro fanalino di coda,
Sampdoria, alla capolista
Inter, che dopo un primo tempo dominato in lungo e in largo, patisce i tentativi di rimonta dei blucerchiati, le cui speranze si spengono al 61’, quando Gagliardini fissa il risultato sul 3-1. Molto di questo improvviso cambio di equilibri in campo dipende dall’espulsione per doppia ammonizione di Sanchez, che aveva realizzato il secondo gol e contribuito involontariamente al primo, realizzato da Sensi. I nerazzurri continuano comunque la loro corsa a pieni punti, nonostante l’intoppo.
Nell’ultimo anticipo, l’
Atalanta (che ormai di diritto va inserita tra le quattro grandi) macina il povero
Sassuolo, in una trasferta che porta sempre soddisfazioni agli orobici: all’intervallo, gli uomini di Gasperini sono già avanti 4-0 e nel secondo tempo risparmiano energie per il difficile compito che li aspetta in Champions League.
Domenica, all’ora di pranzo, tocca al
Napoli completare il giro delle prime della classe: i partenopei, dopo un primo tempo chiuso facilmente in vantaggio 2-0 (raddoppio giunto provvidenzialmente proprio all’ultimo secondo), tremano nella ripresa, subendo dall’incensato Balotelli la rete che riapre l’incontro, per poi rischiare addirittura un clamoroso pareggio casalingo contro un
Brescia in crisi di risultati (4 sconfitte nelle ultime 5 partite). In una situazione del genere, è comprensibile che Ancelotti dichiari di prendersi ben volentieri i tre punti senza guardare troppo alla prestazione, anche perché un altro passo falso avrebbe potuto creare seri problemi in prospettiva, dal momento che davanti si corre veloce.
Vince ma non convince troppo neppure la
Roma, che probabilmente si sta concentrando maggiormente sulla solidità difensiva, ma soffre parecchio per avere ragione di un
Lecce non proprio irresistibile, riuscendoci solo grazie ad un secondo tempo molto più concreto del primo, nel quale sembrava di vedere in campo una squadra impegnata nelle esercitazioni del giovedì, tanto era lenta e poco convinta. Al contrario, i cugini
laziali dominano senza fatica contro un Genoa sempre più in crisi, segnando due reti per tempo e mantenendosi così ad un punto dai giallorossi e raggiungendo il
Cagliari, fermato in casa dal Verona, che sta cercando di costruirsi la salvezza un passo alla volta, con una serie di prestazioni di qualità, non sempre premiate dai risultati.
Nel posticipo del lunedì, è il
Toro a non trovare il risultato dopo avere sofferto per oltre un’ora in inferiorità numerica ed avere assaporato il pareggio fino a pochi minuti dal termine: il
Parma, con questa vittoria, conferma il buon momento iniziato nel derby vinto ai danni del Sassuolo e si porta nella metà alta della classifica. Non se la sta invece passando bene l’altra emiliana: il
Bologna, dopo un avvio entusiasmante, ha rimediato un punto nelle ultime tre partite e la sconfitta casalinga con l’
Udinese, che non vinceva una partita dalla prima di campionato contro il Milan.
Chiudiamo questa breve disamina proprio con i
rossoneri, che contro i viola hanno dimostrato per l’ennesima volta una quantità di lacune tecniche, tattiche e psicologiche difficili da superare e la breve luna di miele tra la nuova guida tecnico/dirigenziale ed il pubblico sembra già finita: la pesantezza dell’ambiente si è sentita e vista benissimo, con una curva prima inneggiante cori pesantemente critici e poi addirittura svuotata per gli ultimi minuti. La
Fiorentina, dal canto suo, si conferma squadra in salute e con un entusiasmo che la rende avversaria complicata per chiunque.
Inutile rammentare che alla prossima si giocherà un derby d’Italia di rara intensità emotiva. Ma ancora più inutile sottolineare che la partita più importante di questa settimana, almeno per la Juve, sarà quella di Champions League. Quindi… buona Champions League a tutti!
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