Dopo un inizio di stagione molto calmo alla voce “esoneri”, pare che ora i presidenti fumantini della Serie A si siano scatenati tutti insieme, con tre cambi di allenatore pressoché contemporanei:
Sampdoria, già ufficiale,
Genoa e, quasi certamente,
Milan.
Mentre per le due genovesi la cosa non stupisce più di tanto, essendo nell'ordine ultima e penultima in classifica, sorprende di più il cambio in vista in casa rossonera.
Ci si poteva aspettare, forse, un po' più pazienza dal Fondo Elliott proprietario del Milan, che sarà pure, per definizione, freddo e privo di sentimenti, ma che, sulla carta, dovrebbe essere appunto poco emotivo e per nulla avvezzo a colpi di testa (e a colpi di portafogli, visto il costo di un doppio allenatore a bilancio), a differenza dei Presidenti Preziosi e Ferrero, non nuovi a cambi in panchina.
E qui cominciano le cose bizzarre.
Pare, infatti, che il Milan, con un repentino e clamoroso guizzo (che contrasta un po' con il pachidermico incedere dei vari Piatek e Calhanoglu),
sia riuscito a scippare alle “rivali” il nuovo tecnico, sul quale entrambe avevano messo gli occhi in anticipo: nientepopodimeno che Stefano Pioli. Scelta ponderata? Mica tanto, visto che il nome dell'allenatore non sarebbe propriamente una prima scelta, ma una sorta di ripiego dopo il “no” di Spalletti, che, versione più o meno ufficiale, non è riuscito a liberarsi dai cugini interisti.
Ora, vi pare credibile che una qualsiasi persona di buon senso pagata 4,5 milioni all'anno netti fino a giugno 2021, rinunci volontariamente alla pensione dorata per allenare Paquetà, Rodriguez e Calabria? No di certo e, infatti, il buon Spalletti, entusiasta della proposta rossonera come un marito di fronte alla proposta della moglie di un sabato pomeriggio al centro commerciale*, ha provato il colpo pretendendo dall'Inter una maxi buonuscita per poter allenare il Milan.
I cinesi, che quando si parla di soldi fessi non sono, hanno controproposto al massimo il pagamento del biglietto dell'autobus per percorrere il tragitto dalla Pinetina a Milanello.
Risultato: Spalletti, purtroppo, dovrà restare, suo malgrado, a fare “aggiornamento professionale” sdraiato al sole per un altro anno e mezzo.
Resta da capire cosa spinga ora il Milan a sostituire Giampaolo nientemeno che con Pioli: bisognerebbe chiederlo a Boban e Maldini (meno a Scaroni che sta ancora contando le coppe dei campioni del Milan e poco si interessa a queste cose secondarie e meno ancora a Gazidis, non prima, comunque, di aver capito cosa esattamente faccia nel suo ufficio tutto il giorno).
Di sicuro, ora, la lotta per l'ambito quintultimo posto sarà ancora più emozionante.
* la similitudine è all'evidenza sessista, ma, come ha insegnato Petrachi, ci si può sempre rifugiare in corner dicendo che si è trattato di un lapsus.
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