Viviamo un momento di false aspettative coperte da lodi mediatiche, frasi ad effetto e battute acchiappa-consenso. Attese che lasciano il posto alla nuda realtà, alle prese di coscienza tardive e alle contestazioni.
Partiamo dal caso
Balotelli. Ancora oggi, a ben cinque giorni di distanza, leggiamo prese di posizione per i cori di cui è stato bersaglio il giocatore a Verona. Mentre la Procura di Verona è alla ricerca dei 15-20 razzisti (ma i biglietti non sono nominativi e la zona dello stadio facilmente identificabile?) e l’Hellas caccia Castellini, il capo ultrà che aveva emesso un comunicato contro Balotelli in cui affermava: «
Balotelli è italiano perché ha la cittadinanza italiana ma non potrà mai essere del tutto italiano» e la Figc chiude per un turno tutto il settore dal quale provenivano i “BUUU”, l’Italia “meritocratica” spinge per il ritorno di Balotelli in Nazionale.
Io vorrei che qualcuno mi spiegasse come siamo arrivati al punto in cui gli ultrà emettono comunicati ripresi dai media e come sia possibile riparare a quelle offese con la convocazione in azzurro.
Veramente queste è una storia triste più del dovuto per tanti motivi. Le offese ad un ragazzo di colore, veramente inaccettabili senza distinzione del colore di maglia; il doppiopesismo della giustizia sportiva italiana anche sul razzismo: Kean che allarga le braccia dopo aver segnato e soprattutto dopo essere stato oggetto di ululati razzisti, per una certa stampa, ha provocato i tifosi; Balotelli che lancia il pallone indirizzandolo proprio laddove sentiva le offese, sempre per la stessa stampa, questa volta buonista, è una vittima.
L’immaturità mostrata da Balotelli, che di fronte alla possibilità di tornare in azzurro (solo come gesto riparatore), non si fa scappare l’occasione per approfittarne: «
Non dico che sono diverso dagli altri giocatori a cui hanno fatto gli stessi cori e gli stessi ululati, ma il problema è che io sono italiano, dovrei tornare in Nazionale». Notiamo che gli stessi tifosi del Brescia hanno definito “infantile” il comportamento di Mario Balotelli e che Mancini, almeno per ora, non lo convocherà in Nazionale. Alla fine la situazione sembra chiara per tutti.
Parliamo del
derby di Torino e delle chiacchiere legate al fantomatico rigore di De Ligt. Una scusa bella e buona che nell’immediato giustifica una sconfitta ma che non nasconde il problema. Infatti a Torino è apparso uno striscione contro Cairo e le contestazioni a Mazzarri, iniziate da qualche settimana, sono ancora più sentite. Motivo che ci fa credere che il tifoso, alla lunga, capisce che il problema non è un rigore, ma una gestione complessiva che non ha rispettato quelle aspettative volutamente indotte. Ricordiamo uno spavaldo Cairo che, in pieno agosto, andava affermando:«
La difesa del Toro non ce l’ha neanche la Juventus».
Due parole anche per il
Napoli. Ieri la squadra di Ancelotti ha ricevuto una nuova contestazione da parte di centinaia di tifosi in occasione dell'allenamento pubblico organizzato al San Paolo. Ma come, La Var? Il Palazzo? I poteri forti? Non erano questi i motivi per i mancati risultati degli ultimi mesi?
Una situazione assurda in cui De Laurentiis, dopo varie sparate di cui abbiamo già parlato, che non hanno fatto altro che creare alibi in primis ai giocatori (basta sentire le dichiarazioni di Insigne), finisce a sua volta vittima delle contestazioni dei tifosi.
C’è veramente da chiedersi come si sentano i giocatori del Napoli, trattati a pesci in faccia dal proprio presidente («
Se vogliono andare in Cina a fare una vita di m**** andassero» contro Mertens e Cllejon), e poi subire il ritiro forzato dopo averli illusi di essere le vittime del “sistema”…
Alla fine, le parole lasciano il tempo che trovano, ed i fatti fanno emergere una chiara realtà per tutti.
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