È difficile scrivere di come il calcio affronta l'emergenza da coronavirus senza incorrere in qualche considerazione sociale e civile. Ma a conti fatti, data la situazione davvero straordinaria che stiamo vivendo, che possa sfuggirci qualche giudizio ultra-campo ci interessa veramente poco.
Alcune squadre, forse tutte, hanno fatto donazioni a favore delle strutture sanitarie o di ricerca. A parole tutti si dicono sensibili al tema della salute pubblica, nei fatti ci sembra che qualcuno sia meno sensibilizzato di altri.
Apprendiamo infatti che nell'ultima assemblea di Lega un paio di presidenti si sarebbero detti contrari a sospendere gli allenamenti di gruppo, (si sa, durante la preparazione infrasettimanale i giocatori stanno a più di un metro gli uni dagli altri). I loro nomi? Lotito e De Laurentiis, con quest'ultimo che si è detto favorevole al ritiro (forse cerca altre occasioni di ammutinamento).
Al momento in cui scriviamo, Lazio e Napoli non hanno casi di positività tra i loro tesserati,
facciamo peccato se pensiamo che vogliano prendersi un vantaggio atletico rispetto a chi ha opportunamente sospeso o vuole sospendere le attività di gruppo? In un momento in cui alla Nazione è richiesto un forte senso di responsabilità e coesione intellettuale prima ancora che affettiva, non sono mancati quindi i soliti distinguo dei signori della pedata. Questi signori devono avere una presunzione di onnipotenza e probabilmente credono di essere inattaccabili dal covid-19 e dispensati dal rispetto dei decreti del Presidente del Consiglio. Forse è una conseguenza inevitabile per chi si fa scudo della "specificità e autonomia dello sport".
Anche in questo momento il calcio non riesce a non pensare a come «riprendere il campionato e portarlo a termine. Un’esigenza comune a tutti i club, che devono fare i conti con contratti, sponsor e soprattutto tv» (Gazzetta dello Sport). Questi sono problemi, mica quel picco influenzale o poco più!
"Voglio essere chi voglio io, uscite fuori da casa mia! E lo stato questa volta non mi deve intralciare, io tengo la specificità dello sport!". Evidentemente all'interno di quella casa dell'autonomia sono tutti immortali. Ne resterà solo uno, ma per ora ci sono ancora tutti, troppi sono di troppo.
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