Ogni giorno una perla e ogni giorno una nuova testata si espone sullo stesso argomento: l’eventuale assegnazione dello scudetto qualora non sia possibile portare a termine della stagione.
Ieri è stato il turno di
Repubblica con un articolo a firma di
Emanuela Gamba, dove leggiamo: “Un titolo assegnato a campionato incompleto finirebbe per
recare più danno che guadagno alla società di Agnelli.
Rinunciare significherebbe attirare consensi, complimenti internazionali e smantellare l'immagine di un club arrogante ed egoista”. Segue: “Al tempo stesso, alla Continassa sanno che uno
scudetto a tavolino assegnato alla Juventus finirebbe per recare
più danno che guadagno, perché solleverebbe
un'ondata di polemiche, livore e prese in giro che certo non gioverebbe all'immagine del club,
che pure nel suo stadio ostenta con una certa spudoratezza due scudetti che non ha, quelli del 2005 e del 2006. E sanno, a Torino, che se nella loro posizione si trovasse invece la Lazio le
reazioni popolari sarebbero completamente diverse”. (
LINK)
Quindi, da quanto letto, ostentare uno scudetto vinto a tavolino (definizione neanche del tutto corretta, perchè primi finora ci siamo stati grazie al campo) per noi sarebbe inopportuno, mentre il fatto che l’Inter ne ostenti uno che sul campo non lo ha visto neanche col binocolo, è cosa buona e giusta (mentre siamo noi spudorati a reclamarlo...). Proprio un bel ragionamento.
Ma andando avanti con l’analisi del testo: Gamba cerca di riesumare il sentimento popolare, che è l'unica fonte, seppur antitetica al Diritto, che i presunti sportivi italiani conoscono come etica sportiva da contrapporre, a fini speculativi, alle vittorie bianconere.
Ogni uscita senza senso rende ancora più chiara la paura di vedere vincere ancora la Juve. Una paura che anche dopo quanto trapelato dallo stesso Gravina (“Agnelli non vorrebbe uno scudetto a tavolino) continua a serpeggiare tra gli addetti ai lavori.
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