Quasi tutto da rifare; questo immagino sia chiaro a tutti e forse forse lo è anche in società. Sì, ma come?
Che Sarri stia annaspando in via di un (temo) definitivo affogamento, è tanto scontato quanto banale affermarlo adesso e, se le colpe sono sempre patrimonio indiscusso del condottiero, forse è il caso di sgombrare la mente da questo facile alibi, pur se parzialmente vero, molto o poco dipende dai punti di vista.
Credere che Sarri si sia smarrito nella pochezza inventiva (fermo restando che nel calcio nessuno inventa nulla), non è a mio parere la giusta chiave di lettura della condizione in cui siamo.
E più probabilmente, dal punto di vista tecnico (inteso come allenatore), la consapevolezza psicologica che il mister probabilmente è in una realtà troppo più grande di lui, ove il suo (non)carisma probabilmente non ha fatto breccia nello spogliatoio, con la conseguenza che gli alunni sono stati e sono distratti durante le lezioni di sarriball sino ad averne un rigetto.
Il limite di Sarri è proprio quello, di voler cercare, senza trovarla, un'alternativa alle sue idee, un compromesso che lui, né tanto meno la squadra è capace di trovare.
Ma poi: è questa una Juve competitiva? Vedi i nomi e lo credi, leggi la rosa e la condizione del centrocampo (per evidenziare il nocciolo principale) e ti rendi conto di quanto aleatorio possa essere il crederlo: Matuidi è più da Tokyo 2021 per l'ultima gara in programma nell'atletica, Khedira come Ramsey sono cristallizzati nel loro talento imbrigliato in sortite quotidiane nell'infermeria, Rabiot è forse un Balottelli bianco che gioca (si fa per dire) o deambula nel deserto delle idee e della "bradipicità", Pjianic è uomo da tre grandissime partite all'anno, Bernardeschi non è né carne né pesce nel tentativo di trovargli un ruolo.
Se avanziamo nella zona top; ci troviamo un esterno talentuosissimo come Costa che ormai teme qualsiasi giocata per paura di strapparsi e un dilemma Dybala che, per uomini, carenza di idee, posizioni in campo, non si riesce a rendere una macchina da guerra.
Servirà cambiare solo allenatore? Ma poi chi? Prendi un Inzaghino da 352 con i top tutti fermi nelle loro squadre? L'unico potrebbe (anzi, dovrebbe essere) il gigantesco Gasp, supportato però da una rosa che ha bisogno di linfa giovane e talentuosa in mezzo, di talento non ondivago sugli esterni, di una punta.
Chiudo il mio delirio che non è figlio di una coppa persa (che a me scalda il cuore come aver la Mazzamauro sotto le lenzuola), è un delirio di sconforto per aver buttato dieci anni o quasi di dominio assoluto senza sfruttare l'occasione per un'autentica, auspicata, voluta e creduta crescita di gioco internazionale.
Amici miei: accontentatevi, sempre che sara possibile, di essere il Celtic d'Italia.
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