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Attualità di F. DEL RE del 17/07/2020 13:36:25
Cosa sta succedendo alla Juve?

 

A sangue freddo, proviamo ad analizzare quanto successo nelle ultime partite.

Crisi di rigetto ?
Sarri, per quanto riferitoci da chi lo conosce bene, ha il carattere del sergente di ferro. E' spinoso, ma sa anche affezionarsi a chi lo segue nelle sue idee. Per il suo calcio pretende corsa e attenzione, non musetti corti e palle lunghe. Quando la squadra subisce gol, anche se sta sul 4-0, si arrabbia coi suoi giocatori che non hanno svolto il compito in maniera corretta, non accetta errori posizionali o di concentrazione. Per cui è credibile il fatto che uno così o lo segui ciecamente o lo fai fuori. E i giocatori esperti sanno come far fuori l'allenatore senza far troppi danni in classifica. Il problema è che noi siamo rimasti gli unici a pretendere di giocare un calcio vecchio, fatto di occasioni invece che di opportunità. Ammesso e non concesso che il problema delle assurde amnesie della Juventus dipendano da una crisi di rigetto e dalla volontà del gruppo storico di limitare il potere dell'allenatore.

Il confronto con lo scorso anno
Anche il girone di ritorno della scorsa stagione fu un calvario, soprattutto dopo la pessima eliminazione dalla Champions' League. Però, rispetto al momento attuale, si può affermare che le due situazioni siano del tutto differenti. L'anno scorso ci fu lo sbraco totale dopo l'Ajax. Nessuno era probabilmente contro Allegri, semmai Allegri era tipo il professore buono e un pò ragazzone che nelle ultime giornate di scuola fa l'amicone coi suoi alunni, perdonandogli un pò di tutto; per questo facemmo un brutto finale di campionato. Oggi è il contrario: Sarri, come detto, è un sergente di ferro e probabilmente a certi senatori del gruppo non piace. In merito ci si ricordi cosa dissero Bonucci e Marchisio quando andò via Conte... Per cui si potrebbe nuovamente dar forza all'ipotesi che il problema sia una crisi di rigetto fra certi elementi della rosa e il tecnico, al di là di tanti altri fattori, dipendenti anche dagli errori commessi dallo stesso Sarri, anche perché quando si prendono gol in situazioni di controllo e quando ci si divorano gol a porta praticamente vuota schemi, tattiche e preparazione c'entrano poco.

Gli errori non sono comunque gli stessi.
Se in attacco produce di più rispetto alle altre stagioni, la squadra è invece nettamente peggiorata in fase difensiva, ma soprattutto perché concede gol da situazioni in cui dovrebbe essere in controllo, cosa che con Allegri succedeva molto di rado. Con Allegri semplicemente il baricentro del gioco era più basso, quindi alla lunga poteva capitare che l'avversario trovasse l'imbucata giusta, ma, nel tipo di gioco proposto, la difesa comunque aveva una sua solidità, nonostante un'endemica difficoltà a ribaltare l'azione, il cosiddetto "contropiede". Oggi è il contrario: la squadra prova a fare calcio, giocando più alta, e spesso ci riesce, almeno ultimamente, ma altrettanto spesso si spegne completamente.
Quindi direi che gli effetti simili fra le due stagioni abbiano motivazioni diverse, seppur abbiano cause uguali. Ma, per quanto sopra esposto, è plausibile che per questi giocatori l'allenatore ideale fra Allegri e Sarri sia il primo.

Come abbiamo giocato?
Parliamo solo dell'ultimo match, forse il più "schizofrenico" degli ultimi tre: abbiamo giocato un ottimo quarto d'ora iniziale, con scelte accurate, sia a livello tattico (vedasi gol di Higuain e schema gol sul calcio d'angolo), che tecnico, così come lo abbiamo fatto verso la fine del match, a parte il recupero giocato di nuovo indegnamente, 5 minuti di follia. Dicevo: primo quarto d'ora bene, da "Sarriball" oserei; poi, dopo il 2-0, solito problema: squadra che si sente in sicurezza e comincia a fare errori senza senso. Lo vediamo proprio dalle scelte tecniche che cambiano, quelle nuove che i giocatori iniziano a fare. Si capisce quando, ad esempio, vediamo Pjanic che smette di allargare il gioco per provare i sombreri e i pallonetti davanti l'area. Quello è il segno che si sta disattivando il sistema. E non è solo Pjanic che dà questi segnali, ma anche Bernardeschi, Sandro (il peggiore per distacco in tal senso), Rabiot, Danilo... Manca innanzi tutto questo: il bastone oltre la carota. Poi ci sono anche tante altre problematiche, ma fondamentalmente questo.

Il problema è solo l’allenatore?
No, non lo è. Non è solo l'allenatore il problema. Prendiamo e sbagliamo gol di pura disattenzione. Manca anche e soprattutto la dirigenza. È dall'inizio della stagione che non si sente una sola dichiarazione dei vertici. Paiono tutti in vacanza da una vita. Da un lato abbiamo Andrea Agnelli, il presidente, il grande capo, che sta a guardare la situazione alla mò del "io ve l'avevo detto" ghignato sotto i baffi, cosa appena accettabile in contesti amatoriali, forse, dall'altra c'è il dinamico duo Paratici-Nedved che ha caldeggiato e poi preteso l'ingaggio di Sarri, ma che non fa niente per proteggerne l'immagine e l'autorità, che non vuol dire spifferare a mezzo stampa le difficoltà o le frizioni interne dell'ambiente, ma dare mediaticamente e fattivamente l'aura protettiva della dirigenza su un uomo che ha poteri di comando, ma che ha anche la debolezza di poter essere l'unico uomo sostituibile nell'immediato. Ha la debolezza di qualsiasi allenatore che non venga protetto dai suoi dirigenti.

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