La prima partita della Juve di Pirlo Una partita oggi è quello che è, anzi quello che continua ad essere nel post COVID.
Alcuni sostengono che sia tornato il calcio e lo ripetono per business, audience, paura del buio, autoconvinzione, interesse o dabbenaggine. Ma se guardiamo la realtà, molto semplicemente: è quello che è.
Mille o non più mille? Il titolino scemo di giornata. Dopo ci sarà una rinascita? Di chi?
Intanto la Juventus per la prima e con il mercato spalancato tenta uno
sviluppo di semplicità, che in ogni cosa della vita è una delle realizzazioni più difficili.
Chi ci prova è Andrea Pirlo, che con arnesi auto-forgiati tenta di cavare dal fuoco le castagne che la società gli ha sparpagliato.
La Prima è da vincere per abituare il mainstream che in Italia cambierà poco anche quest’anno, per evitare crisi mediatiche preventive ma soprattutto per quietare coloro i quali vedono in Andrea un
ridimensionamento in obiettivi (io per la sua Storia personale sono convinto dell’esatto contrario!).
E semplicemente è stato così, 3-0. Che non vuole dire niente ma che ovviamente è quello che serviva per cominciare.
Tocca partire incompleti con quasi nessuna alternativa di punta ma i nuovi acquisti l’Andrea mister non li lascia a sedimentare in panchina né a “capire l’ambiente”, li mette in campo e lo spiega con autorevolezza in conferenza stampa.
Da calciatore era una sublime creatura da calcio, da allenatore promette altrettanto.
I giudizi definitivi lasciamoli dopo, quando sarà passato il tempo necessario senza emettere sentenze da chiromanti senza palle o come i palchi frontali di Ziliani.
La Juve ha cercato di articolare una proposizione al
palleggio costante, allargato e cambiato il fronte il tutto mescolato ad una ricerca del
recupero immediato del pallone, semplice ma interessante e senza che qualcuno, per mettere pressione, ciarlasse di rivoluzioni planetarie o di storiche virate.
Il modulo variabile 3-4-1-2 in offesa e 4-4-2 in difesa è risultato più difficile a dirsi che ad applicarsi, per ora.
Finchè la condizione fisica ha tenuto è stato un allenamento (partite saranno nuovamente quando il pubblico tornerà a gremire e dare la sua benefica pressione) godibile.
Ottima prova dei nuovi. Kulusevsky un carro armato veloce con un sinistro sublime e una sagacia tattica da 30enne. McKennie uno da interdizione ma con una discreta tecnica di base.
Ieri ha pasticciato un po’ in impostazione nel primo tempo ma vicino alla frenesia costruttiva di Rabiot era anche complicato. Era anni che non vedevo in mezzo uno con quel dinamismo e quella reattività.
Frabotta un ragazzo disciplinato, preciso e affidabile. Uno che tenta di giustificare l’esistenza delle giovanili, che finora hanno sfornato quasi solo “carne da plusvalenza”. Nemmeno sempre commestibile.
L’esperienza della coppia centrale (fin troppa) e l’affidabilità di Szczesny, Danilo e Cuadrado hanno garantito la quadratura dell'impianto antico. Particolarmente efficace è stata la prestazione di Ramsey in quantità e qualità. Se riesce a fare una stagione senza l'assillo degli infortuni un paio di castagne le può togliere Lui da solo.
Ronaldo deve smettere in queste partite di mandare il cugino Rolando, ormai ce ne siamo accorti !
La Sampdoria del vecchio cantante Ranieri è stato uno sparring partner onesto ma scaltro. Nel primo tempo tutto arroccato a non prenderle, e nel secondo con qualche tentativo offensivo. Alla fine però che il loro portiere, “il nostro” Audero, sia risultato il miglior blucerchiato in campo ci racconta tante cose e quasi tutte da verificare al prossimo STEP.
Senza enfasi. Semplicemente.
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