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Attualità di F. FILIPPIN del 25/09/2020 07:56:13
Caso Suarez: Tante domande, poche risposte

 

È ripartita la caccia e il tiro al piccione Juventino pare essere la specialità più in voga in questi giorni.
La questione Suarez è esattamente quello che serviva a chi, deluso da un calciomercato bloccato che non pare possa spostare gli equilibri consolidati, cerca altrove quei punti che possano fare la differenza in classifica: non punti guadagnati in campo, ma, magari, penalizzazioni e sanzioni mirate, per frenare chi sta da 9 anni davanti.

Inutile ricordare i fatti, ma è importante sottolineare alcuni aspetti.
Ad oggi nessun tesserato risulta essere indagato.
Di più. Nessun tesserato dalla Juventus Football Club è indagato.
Ogni disquisizione, quindi, su penalità, squalifiche, multe, estromissioni da campionato a carico della Juventus, così come i richiami all'art. 32 del codice di Giustizia sportiva, sono al momento aria fritta.

Si discute, ricordiamo, di una certificazione linguistica, non della richiesta di cittadinanza, esattamente quella che ciascuno di noi può provare ad ottenere per mettere nel proprio curriculum vitae, alla voce Conoscenze linguistiche, un elemento in più.
Erroneamente qualcuno parla di esame propedeutico alla cittadinanza: balle, sono due cose separate, perché la domanda di cittadinanza è altra cosa e richiede, insieme ad altri requisiti, una certificazione linguistica che l'interessato può avere acquisito anche in precedenza per i fatti suoi.
Allo stato, quindi, non risulta neppure che la certificazione in questione sia mai stata usata dal calciatore per presentare la domanda di cittadinanza.

Ricapitolando :
- c'è stato un evidente, ma da verificare in concreto, “problema” che ha riguardato un cittadino straniero, che non ha alcun legame sportivo “concreto” con la Juventus (al di là delle voci giornalistiche, non risultano contratti firmati con il calciatore, né tanto meno con il Barcellona, titolare del suo cartellino, senza i quali ogni discorso diventa inutile), in un esame di lingua;
- il certificato B1 non dava alcun diritto al tesseramento del giocatore, perché era solo necessario per il completamento di una domanda da presentare e per la quale la legge dà tempo 4 anni per la concessione della cittadinanza;
- nessun addebito è stato mosso a nessun membro della Juventus, in quanto informarsi, a mezzo terze persone, sulle modalità e sulle date di un esame, non ci risulta sia un reato, né un illecito sportivo.
Il problema, però, è un altro, e riguarda, come mille altre volte è capitato, la scelta del silenzio da parte della Juventus, che dà spazio a chi, invece, gode a strillare assurdità e idiozie, purchè con un solo destinatario.


Molte cose ci sono da chiarire, in primis come mai la valutazione sull'impossibilità reale di tesseramento entro il 5 ottobre di un giocatore che a inizio settembre era extracomunitario, non sia stata immediata, come avrebbe potuto fare un qualsiasi legale o esperto della materia e, perché, invece, si sia ritenuto di chiedere informazioni su un esame che si sarebbe in ogni caso rivelato del tutto inutile.

Nascondersi dietro il silenzio non fa altro che permettere ai soliti noti di darsi da soli risposte di comodo a queste domande, alimentando così quel sentimento popolare che già in passato ha fatto danni irreparabili.

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