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Calcio giocato di M. ROCCA del 01/10/2020 08:58:32
Meno buona la Seconda!

 

Le partitelle o ALLENAMENTONI, oggi come ieri e ieri l’altro prossimi nell’era COVID, continuano ad essere quello che sono. È la fame di normalità che ce li fa sembrare superiori a quello che realmente sono.
Complici molteplici fattori, la Juventus nella partita con la Rometta fa un passo abbondante indietro. Che continua a non volere dire niente. A maggior ragione in mancanza di precampionato, senza aver svolto una preparazione tradizionale e con carichi di lavoro atletico di cui abbiamo un conto approssimativo.
Non vuole dire niente. Né se vinci né se perdi e nemmeno se pareggi.
Mettiamoci d’accordo su questo. E dopo aver respirato a pieni polmoni ed aver urlato con quanto fiato abbiamo in gola il “Forza Juventus !” che esorcizza il maleficio dei fegati infranti del ratto e del ciuccio, proviamo a chiaccherarne.

Anzitutto i fattori derivanti dalla precarietà (mercato aperto), dal noviziato (guida tecnica cambiata con necessità di far capire le proprie idee) e primissime uscite.
Poi, in dispetto da quella che evocavo la settimana scorsa, la semplicità, alcune scelte del Mister “maestro” che non mi hanno convinto.
Nella formazione di partenza sia la posizione di Cuadrado di inutile esterno a sinistra che l’esordio prematuro di Morata sono sembrati da subito un autogol. Capisco la necessità di “provare soluzioni alternative” ma semplicità vorrebbe che “squadra che vince, non si cambia…”.

Alcuni vedono in questo dei messaggi in codice tra “il maestro” e la società: “mi mancano una punta (o puntazza) e un terzino sinistro”, personalmente lo ritengo improbabile.
Tatticamente il problema maggiore, quello che ci ha esposto maggiormente è stata l’eccessiva distanza, in fase non possesso, tra difesa e mediana.
Ed è uno su cui lo scorso anno si è già scornato Sarri.
Pedro e Mikitarian hanno trovato lì, tra quelle due linee, il loro brodo, quello che alla fine ci è rimasto sullo stomaco e ha fatto sì che sin da subito saltasse il castello dei due centrali in mediana.
I due più esposti e meno tutelati all’aggressione dei dirimpettai giallorossi che hanno approfittato anche della lentezza qualitativa e della pesantezza fisica del nostro giropalla.

I cambi si potevano anticipare, specialmente Rabiot, in difficoltà come descritto sopra ma frenetico ed eccessivamente volitivo e soprattutto già ammonito, ma anche Morata e un Cuadrado che in quel posto non riusciva né a difendere né ad arrivare sul fondo.
Bonucci bisognerebbe bastonarlo tutte le volte che rimane 20 metri indietro, regalando spazi evitabili.
Chiellini senza una punta di riferimento avversaria è come un elefante in un negozio di cristalli. Bene invece Danilo.
Betancourt e Arthur non hanno “beneficiato” del problema dei predecessori: in 10 eravamo schiacciati dietro, ma è vero anche che hanno caratteristiche di palleggio tali da essere “diversi”.
Davanti mi sono sembrati troppo limitati dalla posizione sia Kulusevski che Ramsey. Per fortuna Ronaldo in persona ha fatto vedere quanto incide un campione.
Douglas in pieno carico atletico non è nemmeno da convocare.
In tutto questo, nel momento di maggiore difficoltà, è emerso quello spirito juventino quello che recita di non arrendersi, di tirare fuori gli attributi, di volare al di sopra del possibile.

La Roma in tutto questo è stata agevolata ed è parsa più squadra di quanto non sia in realtà. Per una volta Fonseca ha preparato il match in ripartenza. Purtroppo per lui il paradosso è stato che nel momento in cui eravamo in 10, in cui doveva fare possesso e darci il colpo del KO, la sua squadra ha fatto vedere tutti i suoi limiti. Ottimo comunque Spinazzola, pessimo il fu bue muschiato Bruno Peres.

Adesso è il momento di far vedere la nostra maturità di tifosi.
Lasciamo al Mister la serenità del lavoro, difendendolo dal prevedibile affondo del nemico.
E possibilmente posticipiamo i giudizi che crediamo definitivi. Ridiamoci su quando sarà passato il tempo necessario, quando ci sembreranno delle sentenze come quelle dei vari Sandulli, Ruperto, Cannavò, John Elkann : farlocche!

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