Abbiamo tutti letto (o ascoltato), la lunga coda di polemiche seguite alla sconfitta della Fiorentina con il Bayern Monaco a seguito delle esilaranti decisioni dall’arbitro Ovrebo che hanno penalizzato la squadra italiana.
Siamo in Italia e la prima cosa a cui si è pensato è il
complotto. Il “killer” di professione inviato dalla UEFA per danneggiare il calcio italiano. Ricordiamo che questo arbitro è lo stesso che lo scorso anno, nella semifinale tra Chelsea e Barcellona di champions league, si era reso protagonista di errori costati poi la finale alla squadra inglese. Pochi evidenziano ( o fa comodo non rimarcarlo) che Ovrebo è sempre lo stesso fischietto che ha diretto Juventus-Bordeax nella prima partita valida per la Champions League di questa stagione, convalidando un gol in fuorigioco alla squadra ospite; decisione che ha contribuito, se non compromesso, la qualificazione alla fase successiva dei bianconeri. Ha diretto anche la partita valida per Euro 2008 tra Italia e Romania dove ha annullato un gol regolare di Toni e concesso un calcio di rigore dubbio (poi parato) alla Romania.
Dietro alla “sollevazione” tutta italiana, c’è il timore (la presa di posizione ufficiale) di perdere un posto nel
ranking Uefa proprio a favore della Germania. Ma cosa dovrebbe succedere per realizzarsi? La sconfitta di tutte e tre le squadre italiane impegnate negli ottavi di champions e la qualificazione dello Stoccarda ai danni del Barcellona, (ipotesi assai improbabile). Non solo, ci sarebbe da valutare anche gli esiti delle squadre tedesche e italiane ancora impegnate in Europa League.
Mi viene da sorridere perché in fondo questo complotto non sarebbe così facile e matematico da realizzare come vogliono far credere e soprattutto perché alla fine, l’ancora di salvezza potrebbe essere proprio rappresentata dal cammino della Juventus (e della Roma) che con la sua “coppetta”, potrebbe tornare utile ancora una volta al calcio italiano.
Un altro aspetto che mi ha incuriosito ed anche un po’ irritato è il
ruolo che andrà ad occupare la Juventus ed il suo stadio nel quadro della candidatura per gli
Europei del 2016, che l’Italia ha recentemente presentato.
E’ diventato un dire comune quello di apostrofare ogni fase di miglioramento (futuro) del nostro calcio con dichiarazioni del tipo “ servono stadi di proprietà” , dove dietro c’è tutto un movimento di opportunità che con il calcio e lo sport hanno ben poco a che vedere ma che ben si sposa con il sempreverde e sempre proficuo “business”.
La legge sugli stadi sembra trascinare una zavorra tanto da rimanere incagliata nell’iter politico; le società presentano stadi avveniristici pur non avendo (e non potendo permettersi) sulla carta nemmeno i soldi per pagare gli architetti; le attuali strutture non danno garanzie, né a livello di sicurezza, né a livello puramente organizzativo, basta un po’ di neve e il campionato italiano si ferma.
Ricordiamo tutti cosa ne è stato dell’investimento sostenuto per Italia '90 con uno dei simboli, lo stadio “Delle Alpi” recentemente abbattuto per fare spazio alla nuova casa Juventina progettata da anni da manager di alto ( e altro) livello come Antonio Giraudo.
Così come ricordiamo la scottante delusione seguita alla mancata assegnazione degli Europei del 2012, persa a vantaggio della Polonia ed Ucrania, che fotografa definitivamente e chiaramente il degrado del calcio italiano e delle istituzioni che lo governano.
Fiore all’occhiello della candidatura italiana è proprio il nuovo stadio bianconero, che pur ridimensionato, è l’unica realtà in costruzione credibile da presentare a sostegno.
Anche in questa occasione alla causa “italia” , che si è presentata alla cerimonia di candidatura al motto: “vi sentirete a casa", torna utile la Juventus e la casa (causa) juventina.
Chissà se nell’obsoleta idea di qualcuno ci sarà anche, oltre al rinnovamento degli stadi, spazio per una crescita della cultura sportiva. A retrocedere nel 2006, non è stata solo la Juventus, ma l’intero movimento calcistico italiano.
Mi chiedo se appare più preoccupante perdere un posto nel ranking uefa o perdere la propria identità nazionale che è in fase di costante declino, con un’informazione sportiva ( ed una giustizia sportiva) che non aiuta al miglioramento ma che ne accelera inevitabilmente la morte.
Possiamo sempre utilizzare la moviola (che interessa tutti) per valutare l'entità del danno fatto fino ad oggi, magari affidandola a pensionati illustri, che anche se non riuscirà a mettere tutti d’accordo, sicuramente darà qualche boccata d’ossigeno ai complottasti della prima fila, quelli che stanno cercando il prossimo killer che avrà distrutto, questa volta per sempre, il nostro calcio.
Poi si busserà ancora in casa Juve? E ci sarà ancora qualcuno disposto ad aprire il portone?
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