Nell'immediata vigilia di Juventus – Napoli, e anche nei giorni successivi, abbiamo assistito al tentativo di
mescolare le carte tra presunto senso di responsabilità della società partenopea e l'ancor meno fondato potere di una delle ASL locali di fermare il campionato di calcio. Già all'indomani del 3-0 per i bianconeri deciso dal giudice sportivo, parte dell'informazione tradizionale e i soliti noti dei social media
hanno rappresentato la questione come un conflitto tra il Napoli e la Juventus anziché porla, come correttamente doveva essere, come un confronto tra De Laurentiis da una parte e Lega & FIGC dall'altra. Il motivo?
Creare quel sentimento popolare in grado di influenzare la giustizia sportiva, da sempre molto sensibile a simile argomentazione para-giuridica.
De Laurentiis, per ammissione del presidente bianconero, aveva tentato di accordarsi privatamente con l’invio di un sms, per stabilire un’altra data in cui disputare la partita. Invito non accolto, perché, senza il benestare della Lega (Statuto FIGC Art. 9), non sarebbe stato comunque possibile. Questa situazione avrebbe creato un pericoloso precedente perché chiunque, successivamente, avrebbe potuto accodarsi e chiedere il rinvio di una gara per l'indisponibilità di qualche giocatore, finendo per falsare il regolare corso della competizione.
Avevamo temuto il colpo di spugna da parte della giustizia sportiva, soprattutto dopo l’intervista di Sandulli che, con la solita voglia di protagonismo, si era esposto pubblicamente a favore della ripetizione della partita, prima di dover giudicare il ricorso già annunciato dal Napoli. Così non è stato.
È arrivata una severa sentenza di rigetto volta a dare forza a quel protocollo che oggi è indispensabile per potere arrivare alla fine del campionato ed evitare di aggravare le ingenti perdite subite da tutti i club.
Non piace vincere a tavolino, sarebbe stato più coinvolgente e avvincente veder giocare la partita e magari gioire per la vittoria sul campo. Ma questa situazione
non è addebitabile alla condotta della Juventus, alla quale semmai può essere rimproverata una eccessiva remissività politica e dibattimentale. È come al solito
stucchevole dover assistere a discussioni in cui, sempre secondo convenienza antijuventina, si ragiona ora in punta di diritto, ora in punta di buon senso.
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