Di Crazeology Anche se in questa sede, principalmente, si racconta per iscritto di pallone e pallonari a vario titolo, è nostro dovere informare i lettori meno attenti di una vicenda interessante extra-calcio. Una onesta vicenda, si potrebbe dire. Vicenda che riguarda chi nel mondo del calcio c'è stato e ha avuto un ruolo non secondario.
Presso la Procura anti terrorismo di Cagliari, già da molti mesi, è stata aperta un'inchiesta per indagare sul "petrolio dell'Isis", eventualmente acquistato da parte delle raffinerie della società SARAS di Sarroch, in Sardegna, di cui la famiglia Moratti è fondatrice e custode controllante con il 40%.
La vicenda nel suo intero a dire il vero è parecchio complicata, perché gli inquirenti stanno cercando di ricostruire tutti i rapporti intercorsi tra molti soggetti ed enti, anche stranieri. In questa prospettiva, nei mesi scorsi si è setacciato tutto il setacciabile, per risolvere e districare l'intricata matassa, in quanto tra il 2015 e il 2016 la società avrebbe aumentato le importazioni di greggio dal Kurdistan Iracheno, ad un prezzo inferiore a quello normale di mercato. Vi sono state anche delle perquisizioni per acquisizioni di documenti nelle sedi di Milano e in Sardegna. Le indagini sono tuttora in corso. Indagini riguardanti anche due manager della società. Ma è un'inchiesta molto difficile perché, come si diceva, la ricostruzione dei fatti reali passa per banche, altre società presenti sul mercato internazionale, società offshore, paesi esteri (Turchia, Malta, Iraq, ecc), e lambisce anche alcuni personaggi che indirettamente collaborano con la criminalità organizzata.
Il Gruppo Saras dal canto suo ha già smentito ogni possibile accusa, e ha sottolineato che ogni ricostruzione di una possibile associazione volta al contrabbando di petrolio è priva di ogni fondamento. Così come ogni ricostruzione diffusa da molti media nelle scorse settimane. La FederPetroli è dello stesso avviso, e ha rinnovato la fiducia nella limpidezza dell'operato della Saras e della famiglia Moratti.
Ora, dal canto nostro, nel nostro piccolo come Redazione, non possiamo che invitare tutti i lettori a leggere qualche link che segnaliamo qua sotto, tanto per provare a capirci qualcosa. Noi non prendiamo una posizione precisa e totalizzante, perché è prematuro e l'inchiesta è ancora in corso, ed è giusto che ogni lettore possa farsi un'idea personale liberamente.
Tuttavia, speriamo vivamente che l'inchiesta non finisca come al solito sepolta sotto le sabbie mobili, e che si faccia di tutto per accertare il reale svolgimento dei fatti. Ne va del buon nome di una grande azienda e di tutti coloro che ci lavorano, nonché dei proprietari che da generazioni fanno attenzione alla limpidezza e allo stile del loro operare in ogni ambito (basti pensare solo all'impegno nella comunità di San Patrignano).
E in effetti, non dimentichiamolo, nel modo del calcio in passato abbiamo avuto modo di apprezzare la passione e la dedizione di certi grandi personaggi, e siamo certi che l'onestà di costoro verrà dimostrata e apprezzata ancora una volta.
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