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Editoriale di P. CICCONOFRI del 09/01/2021 14:56:34
Motivazioni in autonomia

 

Chi si aspettava delle motivazioni convincenti in merito alla sentenza del Coni su Juve Napoli del 4 ottobre 2020 sarà rimasto deluso. Nessuna novità, il solito uso della giustizia sportiva che con spavalderia, senza nemmeno preoccuparsi di salvare forma e apparenze, sembra avallare, ancora una volta, interessi di parte, in conflitto con i principi dell’autonomia della giustizia sportiva.

Dopo una prima lettura delle motivazioni del Coni, sembra che non sia tenuto conto del reale svolgimento dei fatti senza, tra l’altro, entrare nel merito dei comportamenti del Napoli. Nessuno si è costituito in giudizio, quindi non è poi così indispensabile chiarire.

Il gioco delle ASL. Le prime comunicazioni sull’argomento da parte delle ASL, fanno riferimento alla circolare del 18 giugno, dove vengono indicate, per le attività agonistiche, le modalità da adottare per potersi allenare e giocare. Inoltre, nella sentenza del Coni, si fa riferimento per la datazione, al documento della ASL 1 che non impediva la trasferta e dove si faceva riferimento all’isolamento fiduciario. Ricordiamo che l’isolamento fiduciario, per il calcio, consiste nel restare nella “bolla”, all’interno di una struttura, dove operano solo coloro che fino al giorno prima sono stati a contatto (il Napoli non ha creato la bolla nei tempi dovuti e non aveva nemmeno una struttura predisposta). Il comunicato della ASL 1 è del 03.10.2020, quello della ASL 2 è del 4 ottobre, fortemente sollecitato dalla società Campana. Anche su questo punto non c’è chiarezza perché, se come dice il Coni, la ASL 1 aveva bloccato il Napoli già sabato 3 ottobre, perché la società ha continuato ad interpellare le ASL 2 e la regione fino alle 14 di domenica 4 ottobre? Il divieto è datato 14.13 del 4 ottobre quando il Napoli avrebbe dovuto già trovarsi a Torino.
Un ultimo aspetto, apparentemente tralasciato da tutti: se il Napoli ha operato consapevolmente e nel rispetto delle regole, perché il suo Presidente cercava appoggio, tramite sms, dal presidente Juventino nel tentativo di rinviare la partita?

Il protocollo e la gerarchia delle Fonti. Sembra che il Coni abbia autorità per contestare il protocollo sottoscritto dai ministri Spadafora e Speranza, le massime autorità dello Sport e della Sanità. Protocollo che richiama la circolare ministeriale solo per il giocatore positivo. Il Protocollo è validato dal CTS del Ministero della salute. Con le motivazioni del Coni, oggi sappiamo, che il protocollo della FIGC è carta straccia e che il baraccone calcio Italia potrebbe affondare da un momento all’altro.

La circolare del Ministero della salute. Il Coni sostiene che la fonte da prendere in considerazione è la circolare n. 21463 del 18.06.2020 del Ministero della salute che al punto 7, prevede la facoltà di predisporre quarantena e test il giorno della gara in modo da ottenere risultati entro 4 ore dall’inizio della partita consentendo l’accesso allo stadio solo degli atleti negativi. La ASL, pur potendo, non si è avvalsa di questa procedura applicando il punto 6, ovvero ha trattato atleti professionisti come semplici cittadini. Su questo punto hanno ricostruito l’intera vicenda arrivando a concludere che, quelle che sembravano pressioni del Napoli erano in realtà chiarimenti escludendo in questo modo la malafede. Quindi normali cittadini e non atleti. Il Napoli comunque ha continuato ad allenarsi (addirittura hanno tolto le immagini degli allenamenti già pubblicate nel sito e ni social) e solo dopo qualche giorno hanno creato la bolla  (con Mertens a cena fuori con tanto di diretta social e selfie). Ma non vi pare che ci sia troppa confusione?

Non è Juve – Napoli. Per chi si affida all’ignoranza del popolo pallonaro italiano puntando sulla storica rivalità tra le due società, cerca solo di nascondere la mancata lealtà sportiva avallata con una sentenza politica.

Il giudice sportivo di primo e secondo grado. Due sentenze completamente ribaltate, ci chiediamo che tipo di affidabilità e credibilità possano avere i due giudici sportivi tanto da rimanere ancora sulle loro poltrone. Un effetto collaterale dovrebbe portare alle loro immediate dimissioni.

Lo statuto della FIGC non prevede il ricorso al CONI per le gare perse a tavolino. Ovviamente non se ne fa nemmeno cenno nel dispositivo del Coni. In altre occasioni i ricorsi, su un 0-3 a tavolino per mancata presentazione, sono stati respinti. Qualcuno ci spiegherà mai la differenza?

ASL E ASL. Inutile negare che queste motivazioni evidenziano che 19 ASL non stanno facendo correttamente il proprio lavoro, in piena pandemia. Il campionato deve essere fermato se chi viene in contatto con positivi deve stare in isolamento come qualunque cittadino.

L’autonomia dello Sport. Questo sembra un vero e proprio autogol per la tanto vituperata autonomia dello Sport del Coni (un’organizzazione autonoma e legittimamente indipendente governata prioritariamente dalla Carta Olimpica e dal proprio statuto) che il CIO (Comitato olimpico internazionale) richiede. In pratica, le ASL hanno prevalenza sulle regole sottoscritte per il calcio. Proprio per questo motivo perché escludere un intervento da parte di un organismo internazionale?

Gravina e la FIGC. A chi si chiede il perché la FIGC non si sia costituita in giudizio nell’appello al Coni ed abbia supinamente avallato questa sentenza, può semplicemente leggere le cronache odierne dove, un Gravina in gran spolvero, sta cercando appoggi per la sua candidatura bis alla presidenza della FIGC.

La violazione del protocollo. La Procura Federale non ha ancora reso noto le risultanze dell'indagine sulla "presunta" violazione del protocollo da parte del Napoli e della Lazio.

Se dopo questa vergognosa sentenza il campionato italiano non è saltato con tutto il suo indotto, è grazie a tutte quelle società che, senza escamotage o appoggi politici, hanno onorato il campo e rispettato il protocollo sottoscritto. Tutte le istituzioni sportive hanno invece dato, nuovamente, dimostrazione di incapacità totale di gestire l’interesse comune.

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