Serie A 09/10: analisi 26° giornataDoveva essere la domenica del Milan, impegnato nella gara casalinga contro l'Atalanta, mentre Inter e Roma erano impegnate nelle difficili trasferte di Udine e Napoli. Ma alla vittoria ottenuta dai rossoneri è seguita quella dei neroazzurri, solo la Roma, e all'ultimo minuto, non è riuscita l'impresa di rimanere agganciata al treno scudetto, e fermando a sette le vittorie consecutive in campionato.
Dunque tutto, o quasi, invariato in testa, con gli uomini di Mourinho che mantengono i 4 punti di vantaggio sui "cugini". Ottima, l'ennesima, prestazione convincente della capolista, che con il solito Milito (15° centro in campionato) e un ispiratissimo Balotelli ha saputo ribaltare il fulmineo vantaggio dei friulani. Il duo Pato-Ronaldinho ha ancora una volta deciso il destino del "diavolo", mentre il doppio vantaggio dei giallorossi (Batpista e Vucinic) non è bastato ad avere ragione di un Napoli che ci ha creduto fino alla fine, raggiungendo con Hamsik al novantesimo, e su rigore, un pareggio insperato.
Sabato sera all'Olimipico si deciderà chi, da qui alla fine, sarà l'unica, vera, alternativa all'Inter: Roma-Milan.
In coda il colpo a sorpresa è stato quello del Siena, corsaro a Livorno e tornato prepotentemente nella lotta per non retrocedere. La conseguente sconfitta dei toscani, degli orobici a Milano e il pareggio della Lazio hanno di fatto riaperto un discorso che fino a qualche settimana fa sembrava chiuso. Importantissime le vittorie di Bologna e Catania, salite rispettivamente a +8 e +4 dalla terz'ultima posizione.
In zona Champions League la voce grossa è stata quella del Palermo, vittorioso in quel di Torino (terza a seguire e doppia in trasferta) con un capolavoro di Miccoli e un "regalo" di Grygera. Ottimo il lavoro di Delio Rossi, artefice, ancora una volta, di un campionato sopra le righe.
Dei bianconeri che dire: ancora sconfitti in casa, nuovamente in discussione ma soprattutto l'ennesima partita verità che ne ha sancito, oltre alla sconfitta, un chiaro ridimensionamento, figlio di una gestione senza capo né coda che va avanti da quella sciagurata estate del 2006.
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