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Attualità di E. LOFFREDO del 17/03/2021 13:41:12
Ci pensa Malagò

 

Presidio di garanzia per lo sport. Il presidente del CONI ha confermato di saper recitare questo fondamentale ruolo già dalle settimane calanti dell'ultimo Governo della Repubblica Italiana che ha avuto un Ministro dello sport. Ricordate? L'Italia rischiava di non poter presentare la propria bandiera alle Olimpiadi di Tokyo a causa della riforma dello sport voluta dall'allora sottosegretario Giorgetti, proseguita poi dall'eccellentissimo (?) ministro Vincenzo Spadafora.

Il vulnus della riforma, si diceva, era l'invasione della sacrale autonomia dello sport. A parere di chi scrive, e pertanto va preso per quello che può valere un parere personale, una riforma che modificava l'assegnazione dei fondi pubblici forse toccava consuetudini consolidate e poteva essere vista non di buon occhio.

Malagò lanciò il grido d'allarme e ottenne che l'ultimo atto del Governo Conte II fosse il decreto per salvare l'autonomia del CONI. «Ho chiamato Bach, l'autonomia dello sport è salva». Evviva! Viva il Tricolore alle Olimpiadi.

D'altra parte Malagò aveva avuto conferme già dai tempi dell'ultima candidatura italiana per le Olimpiadi estive che il rapporto con la politica va curato e se ci sono forze populiste con le quali è difficile confrontarsi (emblematico un incrocio in aeroporto a Roma che insieme a Montezemolo ebbe con uno dei principali esponenti di quella nascente forza politica) bisogna agire attraverso una mobilitazione dell'opinione pubblica. E proprio grazie a questa sensibilizzazione pubblica il Presidente del CONI ha salvato la Bandiera per i Giochi di Tokyo.

Passano le settimane, si insedia un nuovo Governo, non c'è più un ministero dello Sport e la relativa delega è ancora in mano al Presidente del Consiglio, ma vi è ancora la necessità di fare appello alla politica. Il fatto in sé è anche marginale: viene accolto un ricorso amministrativo che blocca il progetto "Viola Park" che interessa la AC Fiorentina. Uno dei mille contenziosi del genere che ci sono in Italia, ma qualcosa si muove nelle coscienze di Gravina (FIGC), Dal Pino (Lega Serie A) e niente poco di meno che di Giovanni Malagò.

È un fatto amministrativo locale, ma i nostri pensano che sia bene interessare il neo-insediato Presidente del Consiglio, il quale nel mentre si gira i pollici ha giusto il tempo di prestare ascolto a faccende evidentemente esiziali per il Paese. Con lettera aperta i nostri rappresentano che « Nel mondo del calcio sono diversi gli investimenti, come quello di Firenze, che rischiano di essere vanificati dalla burocrazia esasperante e dall'ostruzionismo autolesionistico di associazioni che non riconoscono la legittimità delle procedure stabilite dalla legge». Non è per mancanza di soldi e serietà che l'Italia ha una poco "edificante" progettualità sportiva riguardo gli stadi; vedi Roma, Milano, Firenze, Bologna, Napoli...

Trovandosi in argomento, Malagò & Compagni approfittano per dare un ulteriore contributo intellettuale: «È nostra intenzione coinvolgere il Governo su un piano di riqualificazione dell'impiantistica sportiva, magari anche trovando un riconoscimento specifico nel Recovery Plan di prossima definizione ...» . Commisso, Zhang, Elliot, Pallotta/Friedkin, Lotito, De Laurentiis, eccetera, i soldi ce li metterebbero volentieri, ma se li ricevessero da Recovery Fund non si opporrebbero...

Nelle ultime ore Malagò ha confermato la sua funzione di garanzia per lo sport ed è tornato in una dimensione più squisitamente agonistica e di giustizia. L'occasione è data dalla vicenda Schwazer e dal bisogno di riparare a quella che a dir poco è una macroscopica ingiustizia sportiva. Intervenuto alla trasmissione Le Iene, il capo dello sport italiano ha dichiarato: «Alex Schwazer è una persona innocente, questo è assolutamente un dato di fatto. ... Quando fu emessa la sentenza del TAS, fu una cosa fatta veramente nel giro di pochissimo tempo, con gli elementi a disposizione. In questo caso, sempre questi giudici hanno la possibilità, cosa che io auspico, di rivisitare quello che è stato un percorso. Alex Schwazer sa benissimo quello che è stato il mio pensiero e la mia vicinanza, dopodiché la partita si gioca tutta sui tavoli del TAS. Noi non abbiamo l’interlocuzione con il TAS, loro sanno perfettamente quello che è il nostro pensiero e il nostro supporto». Incalzato da Monteleone sull'ipotesi di dare una riparatoria chance olimpica al marciatore altoatesino (l'inviato Iena avrà immaginato come noi che Malagò può vantare buoni doti relazionali con il Governo nazionale) il Presidente del CONI ha aggiunto: «Sicuramente ne posso parlare al più presto con la Vezzali (neo Sottosegretario allo Sport, ndr)».

Per fortuna che Giovanni c'è!

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