Giulemanidallajuve
 
 
 
 
 
 
 
  Spot TV
 
 
 
 
 
 
 
JUVENTUS
Venerdì 19/04/24 ore 20,45
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di E. LOFFREDO del 25/03/2021 12:00:56
Agiografia del male

 

Devo prendere atto che ai tifosi della Juve, almeno a una larga parte di essi, interessa solo vincere e non sanno attraversare quei momenti rari ma fisiologici in cui non si riesce ad alzare trofei. Sta accadendo in questi giorni nel pieno di quella che è la naturale fine di un ciclo di vittorie durato dieci anni. Un decennio, come mai era capitato in Italia.

Il momento è buio perché sono venute meno le certezze del recente passato e soprattutto perché si vede poca prospettiva per il prossimo futuro. Sulle cause della non competitività attuale si sta dicendo di tutto e si stanno trovando i responsabili graduando in modo soggettivo le colpe: senatori, altri giocatori, allenatore, direttore sportivo, presidente. Forse lo sono tutti insieme o qualcuno più di altri.

La conseguenza di questa diagnosi di un'abdicazione è la proposizione di soluzioni diversamente autorevoli. Tra le terapie sta prendendo consensi il ritorno di Allegri. Sic! Mi rendo conto che siamo tutti luminari della materia, ma dovremmo avere un minimo di memoria.

Interessa solo vincere, non primeggiare in tutti gli aspetti sportivi. È evidente. Massimiliano Allegri sarà anche uno dei tecnici che più hanno vinto sulla panchina della Juve, dovrebbe essere altrettanto pacifico che è il tecnico che meno ha lasciato in termini positivi.

Il quinquennio del livornese è stato caratterizzato da un atteggiamento speculativo in campo e negazionista fuori. Ha «inculcato» ai giocatori concetti utili per vivere alla giornata, ha instaurato una mentalità da minimo sindacale che non ha mai spinto la squadra a quel qualcosa in più che avrebbe rappresentato un lascito tecnico-agonistico di cui poter essere orgoglioso. Abbiamo vissuto anni di partite vinte di misura secondo la filosofia della «calma» e della «gestione». Portiamo scolpite trasferte come quelle di Monaco e Madrid in cui si è passati dal dominio all'inerzia perché si era raggiunto un risultato minimo.

Allegri è stato negazionista fuori dal campo perché troppe volte (sempre) ha disprezzato quelle critiche sul gioco che potevano essere anche costruttive e potevano elevarlo realmente nel panorama dei tecnici europei. Invece dileggiava i suoli colleghi e scostava con sufficienza le richieste dei tifosi con gli aneddoti sul Gabbione di Livorno, sulle vittorie «di corto muso» e con quelle provocazioni sul «giocar bene, giocar male».

Di ritorni di allenatori alla Juve ne ricordo due, Trapattoni e Lippi, magari le loro statistiche saranno utilizzate come un amuleto dai sostenitori della secondo periodo di Allegri. Bastasse solo la tradizione favorevole... Giovanni e Marcello erano un'altra cosa, loro si portavano dentro un legame con la Juve che Allegri non credo abbia. Al più Massimiliano può vantare la fraterna amicizia con presidente Agnelli, al quale per amicizia però non ha risparmiato un anno di stipendio residuo dopo l'esonero.

Non voglio scrivere qui dell'adeguatezza o meno di Pirlo, posso però esprimere la convinzione che chi rappresenta almeno in parte l'origine dei mali attuali non può esserne la soluzione. E non vorrei che adesso il tifo bianconero incappasse nell'agiografia del giocar male.

Iscriviti alnostro Gruppo Facebook!

La nostra pagina twitter

Commenta con noi sul nostro forum!




 
  IL NOSTRO SONDAGGIO
 
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
  TU CON NOI
   
 
   
 
  AREA ASSOCIATI
   
 
 
 
  DOSSIER
   
 
   
 
  LETTURE CONSIGLIATE
   
 
   
 
   
 
  SEMPRE CON NOI
   
 
   
 
Use of this we site is subject to our