Non è proprio irritazione, è più schifo (il nostro) misto alla vergogna (quella cosa minima che dovrebbero provare le istituzioni, tutte, non solo quelle sportive). Cos'altro provare dopo la sentenza sul caso tamponi Lazio?
Per il rispetto di restrizioni a volte anche incoerenti tra di loro, il Paese sta attraversando un momento che ha messo in ginocchio molte attività produttive e ha fiaccato la vita di molte persone. Eppure ci sono alcuni che, già privilegiati dall'aver avuto il via libera al loro giuoco, di quelle regole se ne fregano. Anzi, se ne fottono!
Cos'è il protocollo? Uno specchietto per un popolo stupido che può fare a meno del lavoro e dei rapporti interpersonali ma non di quella droga chiamata calcio. Ecco cos'è. La forza di quell'insieme di regole che il calcio ha voluto, e in gran parte si è scritto in autonomia, non è il senso di responsabilità dovuto alla situazione pandemica, ma il solito tracotante "qui facciamo quel che cavolo ci pare!".
Sul caso Lazio ha "giudicato" solo la giustizia sportiva, non quella ordinaria. Vero, chiediamoci allora se una qualsivoglia Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo sulla vicenda a carico della società biancoceleste. Ad oggi si sa che la Proccura di Avellino sta conducendo indagini su uno dei due laboratori di cui si serviva la Lazio e Lotito è stato sentito il 25 novembre semplicemente come persona informata sui fatti.
Da cittadini chiediamoci anche se il Ministero della Salute e il CTS abbiano avanzato qualche rimostranza alle istituzioni sportive che prima hanno preteso il protocollo e poi lo hanno disatteso volgarmente, con strafottenza.
Dove sono ministri alla salute e sottosegretari delegati allo sport? E il CONI che fa, vigila (si fa per dire...) solo su palestre e attività sportive dilettantistiche? Malagò si preoccupa dell'autonomia dello sport e si fa sfuggire il protocollo sul calcio? Lor signori dovrebbero farsi un giro nelle province del grande impero dello sport e spiegare a chi si sta vedendo inaridire le attività di promozione di base perché Lotito & C. possono "interpretare" se non disattendere le norme per il contenimento della pandemia e altri devono temere sanzioni mortifere.
Sul caso innescato dalle "interpretazioni del protocollo" sta cadendo un silenzio che offende il senso dell'etica. Un mutismo che si deve anche alla complicità di chi dall'interno del mondo del calcio dovrebbe e potrebbe intervenire per attivare quel senso di responsabilità che evidentemente non c'è e non interessa.
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