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Attualità di P. CICCONOFRI del 20/04/2021 11:52:30
La funzione sociale dello sport

 

Vezzali: «...Mai, nemmeno di fronte agli interessi economici, possono venire meno i principi del merito, della sana competizione, della solidarietà così come i valori educativi dello sport. Ogni bambino italiano, nel momento in cui inizia a fare sport, deve poter credere che il suo sogno sia realizzabile solo attraverso il merito sportivo e non influenzato da interessi commerciali e economici. Auspico quindi che si abbandonino interessi personali o di parte, a tutela del calcio, dello sport e di tutti gli appassionati».

Draghi: «Il Governo segue con attenzione il dibattito intorno al progetto della Superlega calcio e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport».

Gazzetta dello Sport: «La Gazzetta dello Sport è da sempre contraria a qualsiasi progetto nasca per favorire l'interesse di pochi tradendo valori meritocratici e svilendo i tornei nazionali che rappresentano le radici sociali e culturali del calcio».

Ho aperto l’articolo con queste tre citazioni, partendo da Valentina Vezzali, ex atleta e oggi sottosegretario allo Sport, passando per Draghi, attuale Presidente del Consiglio e voce politica per eccellenza del momento, finendo con un estratto dalla Gazzetta dello Sport del 19 aprile, a rappresentanza della voce dei media sportivi.

Chi conosce la storia di Giulemanidallajuve, sa bene che la nostra Associazione è nata nel momento più buio della storia della Juventus che noi ricordiamo come farsopoli. Non tutti sanno cosa abbia in realtà rappresentato quel momento e come abbia profondamente condizionato e cambiato il calcio.

Da quel periodo, abbiamo imparato che lo Sport ha una sua autonomia che lo protegge da qualsiasi pretesa, anche se questa si chiama giustizia; abbiamo imparato che il merito sportivo può tranquillamente essere accantonato distribuendo titoli a tavolino come al mercato del pesce; abbiamo imparato che la tutela del calcio, passa in secondo piano rispetto alla tutela dei propri interessi; abbiamo capito che non c’è meritocrazia che tenga davanti al potere. La funzione sociale dello sport, quella che dovrebbe essere alla base di qualsiasi disciplina, quindi anche del calcio, è scomparsa nel momento in cui si doveva eliminare e penalizzare la Juventus. Sono spuntate condanne giustificate dal “sentimento popolare” possibili grazie a media complici che hanno prestato il fianco raccontando solo una parte della realtà condizionando e "orientando" il lettore tifoso. È stato creato addirittura dalla giustizia sportiva, un nuovo capo di imputazione, “l’illecito strutturato”, non trovando alternative valide e credibili per condannare la Juventus.

Oggi, dopo 15 anni di giustizia sportivaad personam, mai super parters, mai uguale per tutti, con istituzioni sportive complici e colte più volte con le mani nella marmellata, tornano tutti a parlare dei valori dello sport, di meritocrazia e di funzione sociale.

A questo aggiungiamo, anche come argomento del momento, un anno di Covid con il protocollo sportivo usato dai furbetti per trarne vantaggi personali con l’approvazione di FIGC, Lega, CONI, delle istituzioni locali e della politica che si è stracciata le vesti per permettere al povero Napoli di giocare la partita con la Juventus. Protocollo nato nell’anno di pandemia, che doveva essere una garanzia per il calcio e avere una funzione sociale, un esempio per i milioni di appassionati che seguono questo sport. In realtà è stata un’altra sconfitta clamorosa, se solo pensiamo che ci sono state squadre scese in campo senza 9 giocatori (nove!) e altre che hanno goduto di rinvii per due positivi con le solite furbate appoggiate dalle istituzioni sportivi e dalle istituzioni locali.

Oggi assistiamo al tentativo di far credere che solo dal 19 aprile 2021 il calcio sia un business riprovevole. E quando si creava lo spalmadebiti per salvare i club dal default erano tutti addormentati? E le battaglie per la divisione dei diritti tv una suggestione per tenere viva la funzione sociale dello sport? La corsa ad accaparrarsi poltrone in Lega e FIGC uno slancio di bontà da premiare con qualche sconto dalla giustizia sportiva? E quelle cifre del calciomercato, anche solo prendendo in esame l’Italia, sono circolate per solidarietà? La solita ipocrisia di chi spera sempre di salvare il proprio orticello buttando sabbia negli occhi per coprire una realtà che da anni è così ovunque.

Il treno per essere “credibili” è passato da un bel pezzo, così come quello di far ricorso a frasi ad effetto richiamando principi educativi e di meritocrazia calpestati da anni e a più riprese e senza nemmeno mascherarlo più di tanto.

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