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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di N. REDAZIONE del 08/06/2021 09:13:55
Lo stop del J-Project di Agnelli - vol. 1

 

di Crazeology
"So you raise another glass,
Looking for a different space,
I was leaning on the grass,
Dreaming of a sunnier day"

"Quindi sollevi un altro bicchiere,
Alla ricerca di uno spazio differente,
Mi sdraiavo sull’erba,
Sognando una giornata piena di sole"

- This is how (We want to get high) - George Michael - 2019 -

- PREMESSA -

A consuntivo dei recenti deludenti risultati sportivi ed economici della Juventus, è forse arrivato il momento di fare un bel po’ di considerazioni. Bisogna tirare le somme su questo ultimo strano decennio gobbo.

Cominciamo dall’inizio.
Gli anni di Agnelli sono cominciati appena finita l’era disastrosa di Cobolli Gigli e Blanc. A proposito, il primo del diabolico duo ha pure il coraggio di rilasciare periodicamente dichiarazioni e interviste su come andrebbe gestita la Juventus. Siamo ai paradossi, o peggio, alle provocazioni di un ardimentoso eroe di mille imprese nerazzurre, anziano e romantico, con un talento ironico inconsapevole tuttora inarrivabile. Gli anni passano, ma è sempre un grande. Tutte le volte che lo ascolto mi ammazzo dalle risate. Le sue barzellette fanno sempre breccia nella mia “costituzionale” tristezza quotidiana. Grazie Giovannone mio. Ricordati che ti voglio tanto bene.

Detto questo, ora torniamo a noi. L’ingresso di Andrea Agnelli alla Juventus è stato favorito dai pessimi risultati del duo diabolico di cui sopra, e da una certa forza dirompente delle tifoserie di varie estrazioni (curve, web, ecc), che hanno spinto verso un cambiamento totale. John Elkann, un bel po’ alle strette, con tanto di cori offensivi sul groppone e bombe carta all'allora Stadio Olimpico, ha dovuto dare “l’uomo nuovo” in pasto al popolino gobbo.
I tifosi, soprattutto quelli che non avevano mai digerito la porcheria “calciopoli”, in quel periodo avevano pensato che Andrea Agnelli, amico personale di Moggi e Giraudo, avrebbe preso in mano il telecomando e avrebbe ribaltato la frittata da tutti i punti di vista: tribunali, aspetti mediatici, parte sportiva, crescita economica, orgoglio bianconero, campioni, ecc, ecc. Ben presto, Andrea però si è rivelato solo un uomo d’affari a caccia di successi più personali che del club, in modo da poter aumentare più che altro il suo prestigio in seno alla famiglia e al gruppo. Ergo, il lavoro per i tribunali ha continuato ad essere una farsa buona solo per far credere ai tifosi di essere Juventino agguerrito e rancoroso fino in fondo, una scenografia posticcia di facciata. Infatti per ogni ricorso o esposto, presentato nelle più svariate sedi, egli ha collezionato schiaffoni come nemmeno nei film di Bud Spencer e Terence Hill. Quelli però almeno erano divertenti. Ovviamente, manco a dirlo, trattandosi per l’appunto di contese legali puramente coreografiche e scenografiche in cui egli non ha mai creduto, si è ben guardato dal costituire il club come parte civile nel processo Telecom sullo spionaggio di qualche anno fa, nonostante siano stati sotto controllo per un certo periodo pre-2006 non solo i telefoni di Moggi e Giraudo, dirigenti del club, ma anche quelli della stessa sede della Juventus. Scelta alquanto pavida e grigiamente oziosa, identica a quella di Cobolli Gigli, di quelle da far accapponare la pelle insomma, altro che Juventinità. Idem vale per gli aspetti mediatici, a cui egli è interessato solo se sono realmente e tangibilmente proficui, ossia se portano direttamente danaro in cassa. Non è mai stata realmente in ballo la tutela dell’onorabilità del club e della sua storia. E infatti gli insulti, le insinuazioni, le polemiche, le falsità, le accuse, le interpretazioni antiJuve di qualunque avvenimento si verifichi sullo sporco globo terraqueo in cui viviamo, fanno parte della quotidianità di ogni tifoso gobbo. Vale tutto, dall’ultimo e recente fallo in area dubbio di un qualunque campo di serie A o di periferia/oratorio, a tutti i match della storia tornando indietro fino alle guerre puniche. Tifoso gobbo che ormai, che gli piaccia o meno, è come Atlas, la divinità degli antichi greci che sorreggeva il mondo sulle spalle. Il tifoso gobbo è quello che più di tutti, per un semplice discorso numerico, sostiene economicamente il sistema calcio italiano e molto dello sport italiano in generale; paga gli abbonamenti tv, e si becca come ringraziamento la dose di cacca quotidiana proveniente da ogni dove. Mentre a casa Agnelli-Elkann si dorme della grossa, of course. Per non parlare della giustizia sportiva ordinaria in cui spesso incappa il club. Multe e multarelle varie, sentenze ridicole, ecc. Il tifoso gobbo, che spesso è l’unico che si schiera a difesa reale del club, è ormai un pungiball che si può colpire facilmente senza nulla temere. Insomma, l’elenco dei pasticci Agnelliani infatti è lunghissimo. Vogliamo ricordare il pasticcione della terza stella, e degli scudetti nascosti allo Stadium durante le partite della nazionale? Vogliamo ricordare gli insulti razzisti a Benatia ricevuti durante una diretta Rai, su cui non solo ancora stiamo aspettando di conoscere il nome del colpevole, ma su cui la Juventus non ha detto manco una parola e preso nessun provvedimento di nessun tipo? E via così.

Riassumendo, da tutti questi specifici punti di vista (giustizia, media, onorabilità del club, ecc) in questi 10 anni Agnelli non è stato solo deludente, ma è stato addirittura deleterio. Un vero e proprio ostacolo. Il degno e grigio proseguimento ideale di Cobolli Gigli, ma decisamente meno simpatico.

Ora, tornando a bomba, mettiamola così: il J-Project di Agnelli dunque, purtroppo si è sviluppato per 10 anni solo riguardo alla parte sportiva e al fatturato. Sul resto meglio chiuderla qua e stendere un velo pietoso per coprire le vergogne. Il mio sarto di fiducia è già al lavoro da settimane per prepararlo, perché è un velo di dimensioni bibliche.
Dunque ora, ossia dal vol. 2 in poi di questo articolo lunghissimo, approfondiremo solo i risultati ottenuti nei filoni che Agnelli ha effettivamente sviluppato.

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