Frequentando il mondo dei social mi è capitato, anche di recente, di fare un confronto tra come viene seguito, a livello mediatico, il calcio in Italia e all'estero. Ho analizzato quattro punti, gli stessi che ogni giorno mi trovo a riscontrare nella rassegna stampa giornaliera.
Malcostume italianoIl primo aspetto, forse il più importante, è che solo nelle cronache sportive italiane c'è il malcostume di vedere il marcio in ogni cosa. L'oggetto da analizzare non è il match, il risultato, la prestazione, ma si parte dall'errore arbitrale, si costruiscono le interviste post partita sull'episodio, nei media si enfatizza lo stesso per giorni, mesi o addirittura anni, condizionando l'opinione pubblica. All'estero il percorso è esattamente l'opposto e secondo me contribuisce a renderlo migliore e accattivante per i tifosi.
MalafedeI giornalisti tifosi dovrebbero fare il loro lavoro con professionalità. All'estero possono tranquillamente dichiarare la loro fede calcistica, senza per questo essere meno credibili.
In Italia si sfrutta la posizione offerta dal ruolo per influenzare l'opinione pubblica. Di recente abbiamo visto cosa è stato creato intorno ad un episodio di ben tre anni fa durante un Inter-Juventus. Rai Sport ha ospitato Orsato in una sorta di mea culpa nel quale ha ammesso l'errore pro Juve (non analizzando tutta la partita, ma solo quell'episodio). Episodio rimasto unico perché nessun altro arbitro è stato inviato per spiegare una decisione controversa. Il programma televisivo Le Iene, ha dedicato tre servizi in tre puntate diverse per raccontare grandi segreti sempre sullo stesso episodio (il mancato giallo a Pjanic), purtroppo sempre con un'analisi di parte. "L'imparzialità" della trasmissione è ststa rimarcata dall'autore dei servizi: Filippo Roma condivideva nelle proprie storie Instagram, nel mentre andava in onda il servizio, gli insulti verso la Juventus di chi interagiva con lui.
Questo è solo un esempio, ma la dice lunga sul modo in cui si affrontano certi aspetti.
La moviolaLa moviola viene esasperata intenzionalmente ed il tutto nasce, non dalla mancata capacità di analizzare i fatti, ma dalla volontà di travisarli per arrivare alla polemica.
Il saper raccontare un episodio, per dovere di cronaca e per arricchire l'analisi di un match, in Italia non è possibile.
Lo shareProprio questo modo di fare informazione, è stato utilizzato come mezzo per alzare lo share, le vendite, il seguito social o farne addirittura una vera e propria professione. Attualmente, in Italia, tutto quello che è antijuve crea share. Di recente, Report, Le Iene e addirittura il programma con cui hanno presentato la nazionale per gli Europei, hanno avuto tutti lo stesso leitmotiv, con personaggi scelti ah hoc per arrivare proprio al risultato cercato.
Non esiste un confronto reale con l'estero. Per fare un esempio, nell'ultima partita di Bundesliga, Haaland ha scambiato la maglia con l'arbitro e ha celebrato l'evento con tanto di foto in diretta con tutta la terna dei fischietti. Cosa sarebbe successo in Italia se la stessa cosa fosse stata ripresa allo Stadium con un giocatore della Juve?
Un'evoluzione del calcio italiano sarebbe proprio quella di sapere curare con più professionalità e meno chiacchiere l'aspetto mediatico.
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