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Attualità di P. CICCONOFRI del 16/07/2021 10:02:46
Superlega, forse interessa forse no

 

Ancora una volta una notizia legata alla disputa legale tra SuperLega e Uefa relativa a provvedimenti favorevoli ai tre club superstiti (ma pare che vi siano dentro tutti e dodici) non viene minimamente ripresa dai media italiani se non in un articolo di Calcio e Finanza. Al contrario, una "favorevole" alla Uefa trova immediato riscontro sul principale quotidiano sportivo italiano. E queste ultime news saranno rilanciate da tutte le altre testate, ne siamo sicuri.

Il Tribunale Commerciale di Madrid ha emesso una nuova ordinanza, il magistrato Manuel Ruiz de Lara in questo ultimo provvedimento stabilisce che «La partecipazione della suddetta società nella fattispecie era stata impugnata dall’Union des Associations Européennes de Football (UEFA) e, con ordinanza allegata e non più impugnabile, la Corte rigetta tale domanda, tra l’altro in diritto, in quanto e come accertato nell’articolo 13 del codice di procedura civile, mentre un processo è pendente, può essere ammesso come convenuto chiunque dimostri di avere un interesse diretto e legittimo verso l’esito della causa. In particolare, qualsiasi consumatore o utente può intervenire nei processi istituiti dagli enti legalmente riconosciuti per la difesa degli interessi degli stessi».

Oggi la Gazzetta dedica una intera pagina alla decisione della Corte UE di non riconoscere l'urgenza della richiesta del tribunale iberico, «i tempi si allungano: questo è un punto per l'Uefa». Leggiamo nell'articolo del giornale rosa un gaudio serpeggiante tra le righe perché così prima del 2023 non ci sarà una decisione e il progetto starebbe in stand-by solo per questo.

Il Tribunale spagnolo, respingendo il ricorso della confederazione continentale, ha confermato l'ordinanza del 4 giugno dove indicava che la UEFA non potrà agire contro i dodici club fondatori e la società advisor della Superlega. Questa ordinanza non è appellabile e l’esito del ricorso implica il rispetto delle misure cautelari; in caso contrario dovranno risponderne civilmente e penalmente. È una chiara sconfitta per la Uefa che passa, almeno in Italia, completamente in sordina.

Ovviamente anche su questo leggiamo l'orientamento di "tutto il rosa della vita": «Sono tutte ordinanze "inaudita altera parte", cioè senza contraddittorio, non sentenze». La GdS non scrive che comunque sono provvedimenti giurisdizionali propedeutici a una sentenza, non minacce (da bulli) a club e giocatori... Il giornale scivola poi su un dettaglio: se l'Uefa si è opposta all'ordinanza, è stata ascoltata e i suoi rilievi sono stati valutati dal giudice. Altro che inaudita altera parte.

Sembra comunque che la guerra tra la Uefa e i fondatori della Super League sia in corso con rappresaglie di vario genere. Nei giorni scorsi sono state rese note delle intercettazioni illegali subite da Florentino Perez in cui l’eclettico presidente del Real si lascia andare a commenti non proprio lusinghieri su alcuni calciatori e procuratori, tra cui Ronaldo e Mendes. Questa si che è sembrata una notizia ghiotta e da subito tutti i media nostrani riportano i contenuti carpiti al presidente del Real. Se qualcuno crede al caso, questa è la volta giusta!

Lo stesso Perez ha dichiarato: «Le frasi su Casillas e Raul sono state pronunciate in conversazioni registrate illegalmente dal Signor Abellan che da anni tenta di venderle senza successo. E’ sorprendente che, nonostante sia passato così tanto tempo, vengano pubblicate adesso e forse è successo per il mio lavoro come promotore della Superlega. Sono singole frasi tratte da un contesto più ampio». Il dubbio espresso da Perez è anche il nostro.

Una guerra mediatica che si gioca anche con i tentativi di sminuire le ordinanze del tribunale madrileno, in cui, sempre secondo il giornale rosa «Il protagonista è il giudice Manuel Luiz de Lara», che «Ha affiancato fin dal primo giorno le battaglia di Florentino Perez per la Super Lega». E' evidente che in Italia siamo troppo abituati ai giudici tifosi (non solo in ambito sportivo) e vien facile appiccicare l'etichetta del supporter calcistico anche a quelli stranieri.

Ancora una volta assistiamo a un fenomeno in cui a rimetterci è il diritto di una sana e completa informazione del cittadino, che può essere tifoso oppure no, ma al quale bisogna raccontare tutto e farlo in modo esaustivo ed imparziale.


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