Se una riflessione in ottica juventina si può e si deve fare dopo l'incredibile, impensabile trionfo europeo dell'Italia a Wembley, non è che pure questa volta la Nazionale Azzurra ha trionfato grazie anche e soprattutto al talento e alle prestazioni dei calciatori della Juve, ma perché un club che ha contribuito, come minimo, a far vincere all'Italia tre mondiali su quattro e un europeo su due abbia di contro vinto soltanto due coppe dei campioni.
C'è da capire perché gli stessi giocatori impauriti e perdenti in maglia bianconera diventano gagliardi e vincenti con quella azzurra. So che è un parallelo difficile e che si presterà a critiche anche feroci da parte dei tifosi duri e puri, di coloro per il quale qualsiasi cosa abbia accostato il bianco al nero è perfetta per antonomasia, ma la storia nella sua evoluzione ultradecennale questo ci dice, con casi anche clamorosi: vedansi gli eroi juventini di Spagna '82 liquefarsi un anno dopo ad Atene contro una mediocre squadra tedesca che non era neanche minimamente paragonabile a quella Germania che gli stessi umiliarono solo un anno prima.
I motivi della repellenza juventina per l'Europa, anzi: in particolar modo per la Coppa dei Campioni, li abbiamo analizzati e spiegati talmente tante volte che sarebbe persino ridondante tornarci sopra. I motivi li sappiamo tutti, sia coloro che ne hanno preso atto, sia coloro che ancora si danno mille e mille scuse per dare un senso, una giustificazione, a questa incredibile deficienza nel palmares della società.
Resta il fatto che una generazione di juventini che non aveva mai vinto niente oltre il confine, che era rimasta rimasta orfana di Del Piero, l'ultimo "vincente" in bianconero, e che respirava ancora l'essenza di un campione del mondo grazie a Buffon, finalmente ha alzato un trofeo internazionale, finalmente ha respirato l'aria, finalmente ha goduto una notte, o una settimana o per sempre le gioie di sollevare al cielo il trofeo importante, quello che ti cambia la carriera.
E a loro oggi chiedo che quelle sensazioni, quella gioia, se la facciano, e ce la facciano, sentire di nuovo anche in maglia bianconera, perché questi giocator
sono diventati campioni d'Europa con la Nazionale italiana, ma grazie al lavoro quotidiano in maglia bianconera. Lavoro di anni, lavoro che avrebbe dovuto portare gioie anche alla Juventus e ai suoi tifosi, che da 25 anni, un quarto di secolo, aspettano una gioia, quella che personalmente è la più grande, sportivamente parlando.
In sintesi: non accontentatevi, come fate in Italia a vittoria fate seguire vittoria, a record nuovi record, perché quello è il fine dell'atleta professionista, quello lo rende leggenda. E' semplicemente, di nuovo, ora di vincere trofei internazionali anche in bianconero, anche con la maglia della Juve, anche per la Juve. Grazie.
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