Da quando, nella notte fra il 18 e il 19 aprile scorso, dodici fra i principali club del mondo (Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid, Juventus, Inter e Milan, Manchester City, Manchester United, Liverpool, Chelsea, Arsenal e Tottenham) hanno deciso di fondare una nuova competizione con quindici posti assicurati ‘di diritto’ ai club fondatori, ed un giro di denaro quasi tre volte superiore a quello della Champions League, il dibattito sulla Superlega, ha animato il mondo del pallone.
Due grandi club non hanno aderito al progetto: il PSG, club di proprietà di Al-Khelaifi, nominato poi presidente dell’ECA, che ha dunque preferito evitare lo scontro con Ceferin; e il del Bayern Monaco.
Proprio il club bavarese, per voce prima del suo presidente, Herbet Hainer: «Come Fc Bayern è nostro desiderio e nostro obiettivo che i club europei vivano una meravigliosa ed emozionante competizione come la Champions League e la sviluppino insieme alla Uefa. L'Fc Bayern dice no alla Superlega»; e del CEO, Karl-Heinz Rumenigge: «A nome del board, vorrei chiarire esplicitamente che l'Fc Bayern non prenderà parte alla Superlega. L'Fc Bayern è solidale con la Bundesliga. È sempre stato ed è un grande piacere per noi poter giocare e rappresentare la Germania in Champions League». Si erano così esposti, allontanando da subito e con forza l’idea del progetto.
Sono passati pochi mesi, la
vicinanza che si è venuta a creare tra Ceferin e Al-Khelaifi è sotto gli occhi di tutti. Ricordiamo che Al-Khelaifi versa alla UEFA circa 500 milioni di dollari tramite BeIN Sports, di cui è fondatore e presidente per trasmettere, le partite in medio oriente e nord Africa.
Questa settimana abbiamo poi assistito ad un ritorno sull’argomento di diversi personaggi. Partiamo da
Gravina, che solo pochi mesi fa, pubblicamente, minacciava l’esclusione della Juve dal campionato, e nei giorni scorsi si è così espresso, aprendo alla nuova competizione: «Il campionato è ammissibile e non ci sono dubbi, ma bisogna capire se è compatibile con gli altri campionati,
bisogna fare una scelta, o un campionato o l’altro. Non si possono giocare contemporaneamente due campionati europei o addirittura una competizione nuova con altri canoni». Anche
Carlo Tavecchio ha parlato della Superlega: «La situazione che viviamo oggi l’hanno costruita i club stessi.
La vicenda Superlega si giocherà tutta alla Corte europea, che nel dicembre 1995 ha emesso la sentenza Bosman, liberalizzando di fatto i giocatori ». Anche
Aurelio De Laurentiis: «La Champions e l’Europa League non generano entrate sufficienti per giustificarne la partecipazione. I club hanno bisogno di parlare tra loro per creare un torneo più moderno e che sia redditizio per tutti i partecipanti».
Nel dibattito si inserisce la rumorosa presa di posizione dei vertici della
Bundesliga che si sono espressi con toni duri, contro la riforma del fair play finanziario voluto da Ceferin,
«aiuta i club degli sceicchi, Paris San Germain e Manchester City». Anche il
Bayern Monaco ha alzato la voce: «Il fair play finanziario è stata una buona idea, ma le
eccezioni sono state fatte troppo rapidamente. Qui il lavoro deve essere svolto in modo più rigoroso e devono essere apportati miglioramenti.
Luxury tax? Non siamo affatto convinti di questa tassa sul lusso. Per una concorrenza leale, servono regole valide con conseguenze evidenti. Troppo spesso in passato i delicati tentativi di sanzione venivano rivisti o attenuati. Non può funzionare così».
Ieri è arrivata la notizia anche un
nuovo ultimatum dal Tribunale di Madrid all’Uefa sul fronte Superlega: «Non è stato dimostrato che la UEFA abbia rispettato le misure precauzionali concordate», dando all'Uefa cinque giorni per annullare le sanzioni per la Superlega. Manuel Ruiz de Lara afferma: «La UEFA si pone al di fuori dello stato di diritto, promuovendo apertamente pratiche che compromettono il principio della libera concorrenza». Per ottemperare alle misure cautelari adottate non basta un semplice annuncio di sospensione ma deve essere annullato. Il mantenimento dei procedimenti disciplinari, anche in una situazione di sospensione provvisoria, manifesta di per sé gli effetti delle pratiche anticoncorrenziali che l’ordine delle misure cautelari adottato cerca di fermare». Nel caso questa ulteriore intimazione fosse ignorata,
Ceferin potrebbe essere perseguito per reato di disobbedienza (un reato penale).
Registriamo anche che il
20 settembre è avvenuta la pubblicazione nella gazzetta ufficiale UE: il caso Superlega è all’esame della Corte di Giustizia Europea. Le materie: concorrenza, libertà di stabilimento, circolazione di captali, dei lavoratori e libera prestazione dei servizi.
Sembra, che la politica di Ceferin, autoritaria, mostrata senza veli dallo scorso aprile, inizi a mostrare qualche falla tra i suoi più fedeli sostenitori. Mesi di decisioni chiaramente favorevoli a chi ha abbandonato la Superlega, (pensate alle squadre della Premier League che non hanno mandato i giocatori sudamericani in nazionale e non hanno subito conseguenze). Mesi di dichiarazioni sopra le righe e sempre a braccetto con Al-Khelaifi. Durante l’ultima assemblea ECA, Ceferin ha detto: «Non mi dispiacerebbe se Juventus, Barcellona e Real Madrid se ne andassero. È divertente che vogliano creare una nuova competizione e allo stesso tempo giocare la Champions. Hanno dirigenti incompetenti». Gli hanno fatto eco le parole del presidente del PSG: «Juventus, Real e Barcellona? Se si scusano sono nuovamente benvenuti».
La riforma del Fair Play Finanziario, favorisce squadre come il PSG o il City, piene zeppe di campioni, che percepiscono stipendi altissimi. I parigini, ad esempio, potranno superare il problema del fair play con la liquidità immessa dalla famiglia Al-Khelaifi.
Tutto tranne che una misura per il calcio del popolo, ma per il ricco che può comprare anche il fair play finanziario… Il motore che muove il calcio mondiale è essenzialmente quello
legato ai soldi. Anche il Bayern Monaco, nel momento in cui ha realizzato la protezione della Uefa verso i club degli sceicchi e degli emiri, ha deciso di alzare la voce e lo fa nel momento in cui capisce che potrebbe essere sovrasto dai ricchi sceicchi.
Restiamo spettatori di questa vicenda e soprattutto di conoscere l’esito del ricorso alla Corte Europea che sarà uno spartiacque decisivo.
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