Il centrocampo della Juventus, dalla fine della stagione 2014/'15 sino ad oggi, è stato lentamente smantellato e i sostituti di Pirlo, Vidal, Pogba e Marchisio sono stati al più dei buoni surrogati (Pjanic, Khedira, Matuidi) o, per giungere alle ultime operazioni della gestione Paratici, dei veri e propri flop milionari (Arthur, Ramsey, Rabiot), per cui è evidente che il tema da affrontare per le prossime campagne acquisti della Juventus sia quello inerente alla ricostruzione di un centrocampo degno di questo nome, degno delle migliori Juventus. Per chi scrive l'acquisto di Locatelli, visto dai sostenitori più ciecamente fedeli come l'Epifania di un nuovo fuoriclasse, rientra fra gli acquisti buoni a migliorare un centrocampo di livello qualitativo disastroso, ma comunque rimane un giocatore che a livello assoluto non è un fuoriclasse, non è Pirlo, non è Vidal, non è Marchisio o Pogba. Non è un giocatore che in una Juve top sarebbe titolare e probabilmente neppure riserva. Questa valutazione dovrebbe farci riflettere sullo scempio perpetrato negli anni in sede di mercato. Proprio perché tutti, sia i tifosi più o meno critici, che gli addetti ai lavori, hanno individuato il centrocampo come il vero tallone d'Achille della rosa bianconera, nonostante il mercato sia stato chiuso da non più di un mese e mezzo, già si hanno notizie di prossimi, eventuali acquisti da effettuarsi nel mercato di riparazione di gennaio per sistemare la mediana. In tal senso i nomi più gettonati sono quelli del giovane centrocampista francese del Monaco, il ventunenne Aurelyen Tchouamen, e del fantasista ex Ajax, attualmente in forze al Manchester United, Donny Van de Beek, classe '97.

Ammesso e non concesso che questi due giocatori siano effettivamente quelli individuati da Cherubini ed Allegri per potenziare il centrocampo, bisogna capire se siano davvero le ennesime Epifanie di cui sopra, ovvero, per i più fieramente ottimisti, il mediano e il trequartista capaci di far svoltare un reparto privo di tutto, ovvero di talento, di forza fisica, di velocità, di acume tattico, persino di salute nel caso ormai cronico di Ramsey, oppure se saranno, in linea coi disastri a nastro degli ultimi anni, altri due bidoni da aggiungere alla collezione. Sarà difficile fare previsioni, come d'altronde è sempre stato nel calcio, ma comunque un'idea ce la possiamo liberamente e tranquillamente fare. Tchouameni chi scrive lo conosce poco, anzi niente, considerato che gli ha visto giocare soltanto la ripresa della finale di Nations' League tra Francia e Spagna, test probante, ma comunque in sé ben poco rilevante per fare un'analisi compiuta delle qualità del giocatore. Certo è che ad un primo sguardo non sembra essere un mediano dai piedi troppo educati; tanta sembra la differenza tecnica con un Pogba, per portare ad esempio un paragone ben conosciuto da tutti gli juventini. Di sicuro è un mediano impostato davanti alla difesa, un classico recupera palloni e in tal senso ci sarebbe da capire se potrebbe essere complementare a Locatelli oppure alternativo. In questo secondo caso credo che ce ne faremmo di poco, nell'immediato, visto che Locatelli attualmente non è certo l'elemento problematico da sostituire. Nel caso, invece, in cui fosse giocatore capace di abbinarsi al giovane ex Sassuolo, dovremmo intendere un suo acquisto come la volontà di proseguire con una mediana a due e di forte impatto difensivo.

Passiamo all'olandese: da quando ha lasciato l'Ajax, club che lo ha formato e lanciato nel calcio a grandi livelli, ha avuto una stagione decisamente mediocre, e l'inizio dell'attuale pare pure peggiore, condita da un impiego discontinuo ed un solo gol. Dire che si è perso è forse prematuro, ma sicuramente non è un timore da non considerare, visto che egli dovrebbe essere non uno dei tanti che si inseriscono per completare una rosa già fortissima, ma un elemento su cui ricostruire un reparto devastato. Non è considerazione da poco. E purtroppo poco ha fatto il venticinquenne olandese lontano dal "nido" che lo ha accudito per tutta la sua carriera calcistica. Tatticamente, poi, Van de Beek è un trequartista moderno, tecnicamente valido, ma anche di gran corsa, capace, quindi, di giostrare in più ruoli del centrocampo: quindi non solo trequartista, ma anche interno, la classica mezzala di corsa e di tecnica che, per rimanere nei ricordi bianconeri, potrebbe fare il Tardelli, il Marchisio, oltre che lo Zidane. Ma la domanda è: Van de Beek è, sarebbe..., uno Zidane, un Marchisio, un Tardelli...? E altra domanda da farsi e da estendere anche all'ipotesi di acquisto di Tchouameni: questi due giocatori farebbero veramente al caso di Allegri? Ce lo chiediamo perché il tecnico livornese da quando è rientrato alla Juve si è concentrato su un 4-4-2 scolastico, con poche varianti, che con un orrnedo neologismo definirei "pirliane", in fase di possesso, ma soprattutto ha cercato l'ormai mitologico "equilibrio" spostando Rabiot, una mezzala, tale per corsa, tecnica, impostazione tattica, all'ala sinistra, rinunciando, quindi, a schierare contemporaneamente due ali vere in sostegno a Dybala e Morata. In sostanza Allegri ad oggi non concepisce una mediana di sola rottura che porti palla a quanti più giocatori di tecnica possibili da schierare davanti ad essa, ma di fatto allarga e stringe una mediana a tre a seconda del bisogno tattico. Quindi Van de Beek in questo contesto cosa sarebbe? L'alternativa a Dybala? O a Rabiot? E Tchouameni insieme all'olandese potrebbe consentire alla squadra di schierarsi con un vero 4-2-3-1, impostato per innescando il miglior attacco possibile, oggi, con Cuadrado, Dybala e Chiesa dietro a Morata?
Questi sono i dubbi su due operazioni simili. Dubbi non da poco, dicevamo, e in più conditi da ben poche certezze.

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