Al 27° del primo tempo Moise Kean entra in azione sotto lo spicchio dei tifosi ospiti e viene sommerso da ululati razzisti.
Ma di questo nessuno parlerà. Su social circola un video in cui si sentono chiaramente le urla del "popolo" giallorosso all'insegna dell'offendere il giovane bianconero.
Il video sembra aver sortito i primi effetti sulle coscienze e sulla lotta contro il razzismo: dopo appena 23 ore è stato
rimosso per violazione di copyright.
Nella lotta contro questa forma di inciviltà, che in questa stagione sembrava aver imboccato la giusta strada, nei TG e nelle trasmissioni sportive di approfondimento nessuno ne ha parlato.
D'altra parte, Kean è un bianconero, prima di un giocatore da difendere esattamente come tutti gli altri .
I media sportivi si occupano senza tregua di argomenti molto importanti: la moviola di Juve-Roma, contestando un arbitraggio a favore dei bianconeri dopo un penality assegnato ai giallorossi; della fine della storia tra Ambra e Allegri e di quella tra Icardi e Wanda Nara e, alla fine, delle scelte degli allenatori, ma
nessun cenno e nessun riferimento agli ululati verso Kean.
Insomma, la Juve condiziona talmente tanto i media che nei tre quotidiani sportivi, nessuno ha ripreso l’argomento, proprio come se non fosse successo.
Allo Stadium è possibile identificare chi si è macchiato della vergogna, quindi la domanda è:
ci sarà la volontà di identificare e di condannare realmente l'episodio? Perché mentre si discute, per sostenere l'impossibile, ovvero che cadere a terra con il palmo della mano rivolto verso l'alto sia naturale e soprattutto cosa buona e giusta, qualcuno dimentica la vergogna verso un ragazzo di 20 anni, la cui unica colpa, quello che lo differenzia da Koulibaly del Napoli (per prendere un esempio), è solo il colore della maglia.
Considero razzisti, non solo coloro che hanno intonano quel coro, ma anche e soprattutto coloro che lasciano impunito questo grave episodio! Juve compresa!
Solidarietà a Kean, che la sua soddisfazione l'ha raccolta segnando il gol vittoria davanti a quel gruppo di tifosi poco perbene.
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