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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Eventi di G. BELVISO del 21/04/2007 00:59:49
La nostra Associazione in Assemblea

 

L’associazione GiùlemanidallaJuve – che alla data odierna conta oltre 2400 iscritti di cui oltre 230 piccoli azionisti – ha visto la luce nel lontano mese di maggio in seguito alla incomprensibili dichiarazioni di colpevolezza dell’Ing. John Elkann rilasciate alla stampa al termine della partita Juventus-Palermo del 7 maggio.
L’ associazione in particolare con la sua nascita si è posta lo scopo di tutelare gli interessi sia economici che morali dei propri iscritti in qualità di tifosi e soprattutto azionisti della Juventus .
Dell’ esigenza di istituire l’ associazione in parola si ebbe conferma soprattutto a seguito dello stupore e senso di smarrimento ricevuto il 5 luglio quando, nel corso del processo di primo grado, l’avvocato Zaccone sosteneva la congruità della Serie B.
L’ esigenza di difendere gli interessi statutari della associazione da me rappresentata si faceva più forte quando abbiamo ravvisato la certezza, purtroppo, che la condanna sportiva della Juve era scritta ancor prima del processo.
Infatti lo stesso processo sportivo veniva stravolto nel suo iter da un ex consigliere Telecom/Inter, nonché legale della famiglia Moratti per decenni e non privo di acredine nei confronti del gruppo Fiat per vecchie vicende professionali scoppiate nel giugno del 1985. Senza alcuna giustificazione giuridica veniva eliminato un grado di giudizio, violate le minime garanzie costituzionali, violate le norme sul giudice naturale, eliminato il contraddittorio, preclusa l’opportunità di fornire prove a discolpa ed infine istruito un processo fondato su intercettazioni illegittimamente assunte e quindi inutilizzabili ai sensi dell’art. 270 c.p.p.
Senza tralasciare di considerare che, dalla stessa difesa della Juventus nell’ ambito del processo sportivo ed in quello giurisdizionale, si ricavava la netta sensazione che, per motivi ben lontani dagli eventi sportivi, la stessa società Juventus riteneva opportuno accettare passivamente le sentenze dichiarandosi soddisfatta di partecipare al campionato di serie B.
Eppure la permanenza in seria A ben poteva essere difesa nelle sedi opportune e soprattutto in quella giurisdizionale . Infatti tale certezza era confortata anche dal parere di illustri giuristi come ad esempio quella rilasciata dall’Avv. Dupont (avvocato della Juventus) al quotidiano libero in data 15/07/2006.
In tale circostanza l’illustre Avvocato manifestava la certezza di un esito favorevole alla Juventus in sede Europea appellandosi alle norme sulla concorrenza.
Ad avvalorare la speranza di rimanere in serie A vi era stata anche una sentenza del mese di Luglio in cui venivano chiariti i rapporti tra diritto comunitario e federazioni.
In pratica, la Corte di Giustizia Europea sulla Concorrenza respingeva le pretese delle federazioni internazionali di sfuggire al Diritto Comunitario comminando pene sotto il cappello di “eccezione sportiva”, “specificità sportiva” o “regolamento sportivo”.
Da quel momento nessuna Federazione sportiva avrebbe più potuto comminare pene severe senza che si fossero verificati in modo inconfutabile i reati ascritti.
Tali principi, che avrebbero garantito la permanenza del club nella massima serie, furono suffragati anche da illustri costituzionalisti, da giudici sportivi e da grandi giornalisti.
In virtù di tale sentenza ci siamo quindi convinti che anche la Società Juventus aveva realizzato di essere legittimata a difendere i propri interessi e quelli degli azionisti di minoranza da una catastrofe annunciata .
Invero, in un impeto di orgoglio il CDA decideva di adire al Tribunale Amministrativo del Lazio.
Vorremmo a tal proposito ricordare che la Giustizia Sportiva sebbene sia riconosciuta dallo Stato Italiano non è sovrana.
Di fatto lo stesso Stato Italiano ai sensi della legge n. 280/2003 riconosce alle Società Sportive il diritto di adire al Tribunale Amministrativo dandone competenza a quello del Lazio.
Ed allora ci chiediamo, quando il CDA della Juventus ha incomprensibilmente deciso quello sciagurato 31/08/2006 di ritirare il ricorso al TAR Lazio, ha considerato con la dovuta attenzione i danni economici che si sarebbero ripercorsi anche sulle tasche di decine di migliaia di piccoli azionisti?
Molti di quei piccoli azionisti sono gli stessi che avevano già pagato il loro affetto per i colori bianconeri vedendo ridimensionare il valore del titolo dal prezzo di quotazione iniziale di 3,60€ fino a circa 1,80€.
Oggi i piccoli azionisti stanno pagando quella sciagurata decisione in virtù dei minori ricavi che passano dai 250mln di euro del precedente esercizio ai 170mln di euro di quello attuale con una riduzione secca del 35%. La necessità di rinegoziare tutti gli accordi di sponsorizzazione (riduzione di 14.542€ mln -50% rispetto all’anno precedente), la perdita di uno sponsor da 22 mln. annui ed infine il mancato introito dei 22,5€ milioni provenienti dalla partecipazione alla Champions League sono fattori che influiranno sulla competitività per gli anni a venire.
Sempre questi ultimi saranno costretti a dover sostenere la ricapitalizzazione per far fronte alle perdite economiche provocate dalla retrocessione e per patrocinare la nuova campagna acquisti.
L’adesione alla ricapitalizzazione sarà inoltre essenziale al mantenimento della stessa percentuale di possesso della Juventus FC Spa.
Inoltre, in considerazione degli investimenti necessari per riportare il club agli antichi fasti, gli azionisti di minoranza hanno la certezza che il proprio investimento resterà improduttivo perlomeno per i prossimi 4/5 anni.
In considerazione di quanto sopra esposto riteniamo opportuna, come già più volte chiesto in passato, la presenza all’interno del CDA di almeno un rappresentante che sostenga gli interessi degli azionisti di minoranza.
Ma soffermiamoci un istante sulla ricapitalizzazione.
Da quanto abbiamo letto susseguentemente alla delibera relativa l’aumento di capitale di 104.800.000 euro, l’ammontare servirà in parte più consistente a ridurre l’indebitamento, per il restante importo, a condurre una campagna acquisti necessaria a rendere subito competitiva la Juventus per il titolo di Campione d’Italia.
Qui i conti francamente non tornano per due ordini di idee:
1. non era forse meglio ricapitalizzare nel momento in cui si è deciso di accettare passivamente le pene, detenendo quindi la liquidità necessaria a sostenere i costi della retrocessione senza dover svendere quei calciatori di qualità che oggi si dichiara di voler riacquistare?
2. sono sufficienti i 104.800.000 euro per far fronte alla necessaria riduzione dell’indebitamento netto di circa 75 mln, per portare a norma lo stadio e per condurre una seria campagna di rafforzamento?
In considerazione delle nuove regole comportamentali che Vi siete imposti e delle tanto decantate operazioni simpatia e trasparenza, non ritenete opportuno un ulteriore sforzo allo scopo di fornire adeguate risposte sulle decisioni adottate ai circa 40.000 piccoli azionisti ed ai 14.000.000 di tifosi che hanno patito l’ingiustizia perpetrata nei loro confronti?
Così come sarebbe appropriato fornire giustificativi sugli 835mila euro per spese legali dichiarati come debiti verso fornitori nella relazione semestrale al 31/12/2006, di cui ben 507mila al solo Studio Zaccone. A tale importo va peraltro aggiunto quanto già versato come acconto che, forse per pudore, non è contemplato in detta relazione.
Dunque, in che percentuale sono stati spesi gli oltre 800mila euro al fine di invocare una retrocessione alle serie cadetta senza che alcun illecito sia mai stato comprovato?
La nostra Associazione, con uno sforzo economico infinitamente più piccolo ha avuto la forza di adire al TAR Lazio con ben quattro ricorsi ed ha depositato un ricorso alla Corte Europea attraverso uno dei più importanti Studi Legali Europei.
Possibile che solo noi tifosi e piccoli azionisti abbiamo compreso fin dal primo istante che esistevano le garanzie legali e costituzionali atte a preservare gli interessi della Juventus FC Spa?
Ed allora vediamo di fare un bilancio sui processi sportivi che vanno via via chiudendosi. Carraro è passato dai 4 anni e 6 mesi del primo grado all’assoluzione conferita dal quel giudice Sandulli che lui stesso avevo nominato quando era ancora in carica, Galliani è passato dai 2 anni della CAF ai 4 mesi dell’arbitrato, Lotito dai 3 anni e 6 mesi ai 4 mesi, Diego Della Valle dai 4 anni ai 7 mesi, Andrea Della Valle dai 3 anni e 6 mesi ai 12 mesi, il Milan è in Champions League, la Lazio ha ottenuto solo 9 punti di penalizzazione, tutti gli arbitri ad esclusione del solo De Santis sono stati assolti, l’arbitrato del Coni ha stabilito che la Fiorentina (l’unica squadra a cui è stato contestato un presunto illecito) non ha commesso illeciti, i Tribunali ordinari non potranno far altro che decretare l’innocenza della cupola di un sistema che per esclusione si è ridotta ai soli Moggi e Giraudo, il TAR della Sicilia ha accordato le richieste di 82 tifosi sostenendo che la responsabilità oggettiva viola il principio costituzionale della personalità della pena (ma non era responsabilità oggettiva quella contestata a Moggi e Giraudo?), un Tribunale Ordinario Austriaco ha sancito l’illegittimità delle sanzioni elargite dalle Federazioni alle Società Sportive annullando i 28 punti di penalizzazione inflitti al Graz AK per illecito ed infine la Corte Europea ha sollecitato la Fifa e la Uefa ad accettare le sentenze dei Tribunali Ordinari.
Tutto ciò premesso, rinnoviamo l’invito a fornire spiegazioni esaustive sulle motivazioni che hanno indotto a rinunciare ad una difesa ad oltranza contro un processo costruito in gran parte dai media e da società di calcio concorrenti che hanno a tal fine usato posizioni dominanti nel mondo delle telecomunicazioni.
Ne forniscono ampia dimostrazione le sentenze di quella CAF guidata da Cesare Ruperto che ci spiegano che nel calcio italiano non c’era nessuna cupola (pag. 74), che il sistema Moggi è un’invenzione di un giornaletto rosa (pag. 74), che nessuna partita è stata taroccata (pag. 76), che i sorteggi non erano truccati (pag. 83) e che non esistevano ammonizione preventive (pag. 103).
Prendendo spunto dalle ultime dichiarazioni del Presidente Cobolli Gigli al giornale “QN” è verosimile sostenere che anche gli attuali rappresentati della Juventus hanno finalmente realizzato quello che noi asseriamo dalla scorsa estate, La Juve è stata condannata per non aver commesso alcun illecito!!!
A tale proposito, la nostra odierna presenza è da ricondurre in primo luogo alla volontà di contestare le assurde spese legali dichiarate a bilancio, ancor più se dette spese sono da ricondurre all’insensata richiesta di retrocessione alla serie B dell’Avvocato Zaccone.
Non possiamo far a meno di ricordare l’esiguità delle conseguenze di un eventuale ricorso al TAR da parte della Juventus; invero la clausola compromissoria della Corte di Giustizia Sportiva prevede una penalizzazione di 3 punti in classifica nel caso le Società di Calcio escano dall’iter della Giustizia Sportiva.
L’inerzia con cui l’attuale CDA ha gestito l’affaire “Calciopoli” ha favorito il proliferare di esperti giuristi, commentatori TV e pseudo-giornalisti che continuano impuniti la campagna diffamatoria nei confronti di un club che vanta una onorata storia calcistica lunga 109 anni.
Non trascurando poi la Giustizia Sportiva che ancora una volta si fa garante di celerità ed equità quando ad essere giudicata è la Juventus, mentre trascura volontariamente cose ben più importanti come passaporti falsi, false fideiussioni, rolex, bilanci truccati ed intercettazioni illegali.
Concludendo, al fine di garantire il nostro statuto Associativo, rappresentiamo ufficiale richiesta al CDA di adoperarsi affinché sia ristabilita la verità dei fatti, siano messe in atto tutte le possibili azioni allo scopo di tutelare l’immagine e gli interessi della Juventus FC Spa e dei suoi tifosi ed azionisti, ed infine siano avviate tutte le procedure legali atte a riottenere i legittimi scudetti indebitamente scuciti dalla nostre maglie da un ex consigliere Telecom/Inter, il quale ha provveduto ad assegnarlo alla squadra del suo padrone Moratti con un giorno di anticipo rispetto alla sentenza.
Qualora le nostre richieste non verranno soddisfatte, sia pur con enorme amarezza, verrà conferito mandato ai legali dell’Associazione al fine di avviare azione di responsabilità nei confronti dei rappresentati della Juventus FC Spa.
Infatti ci sono oscure le logiche motivazioni sul perché allo stato attuale questa nuova dirigenza, che con i propri comportamenti ha espressamente ammesso la responsabilità dei precedenti managers rispetto agli illeciti sportivi commessi dalla Juventus, non abbia successivamente proceduto nei confronti del dott. Giraudo e del sig. Moggi per responsabilità civile per mala gestio. Sul punto il comportamento della nuova dirigenza è contraddittorio e potrebbe sconfinare in una eventuale azione di responsabilità posta in essere da tutti quegli azionisti che nella vicenda de quo non sono stati rappresentati con diligenza nei propri interessi economici.
Anche in considerazione della crescente delusione delle tifoserie organizzate, al fine di garantire la giusta serenità alla squadra in un momento così delicato e per non ledere ulteriormente la dignità di ogni buon tifoso della Juventus, riteniamo indispensabili le dimissioni dell’attuale CDA e l’avvio immediato di contatti per prendere in considerazione la vendita del Club a qualcuno che sia interessato a gestirlo e a rafforzarlo economicamente e sportivamente in maniera adeguata alla storia ed alle emozioni che questa maglia rappresentano da 109 anni.
Infine, sempre in assenza di adeguate risposte alle nostre richieste, in considerazione delle strane operazioni di borsa pre-Calciopoli, verranno avviate nelle sedi competenti tutte le azioni confacenti alla verifica di una possibile sussistenza di operazioni di “market manipulation” e di “insider trading”.
Preferiamo pur a fatica non discutere gli aspetti tecnici, ci sia tuttavia concessa la semplice considerazione che lo stesso importo ricavato dalla vendita di Thuram è stato speso per l’acquisto di Boumsong.

Giuseppe Belviso - Presidente dell’Associazione GiùlemanidallaJuve
 
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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