Report e Le Iene? Hanno tutto il diritto di continuare a fare inchieste, e se le fanno come fatto in questi ultimi anni, hanno tutto il diritto di coprirsi di ridicolo. Quante volte da queste pagine abbiamo etichettato i giornalisti di casa nostra con un bel "settantottini"? Bene, non sono i soli.
Confezionare servizi per lisciare la pancia a una platea notoriamente numerosa e in fondo non aspetta altro che apprendere nuove e vecchie verità che placano i desideri di dare addosso al nemico non è esercizio che nasce con Sigfrido e Filippo. Il peccato è il voler dare credibilità e dignità di inchiesta a quelle carezze agli istinti livorosi del popolo. Un peccato che è di chi ascolta e non di chi arringa.
In una società matura, tra chi ascolta dovrebbe esserci anche uno spirito critico che consenta di valutare la bontà del racconto e persino del metodo con cui vengono riportati i fatti e le tesi giornalistiche. La statistica farebbe sperare in questo, ma il riscontro pratico delude questa aspettativa.
Perciò settantottino è anche il pubblico, che spesso accetta o rifiuta con l'acriticità del tifo pro o contro.
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