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Attualità di F. DEL RE del 15/12/2021 09:31:08
JUVE: 23 ANNI IN TRIBUNALE

 

Di F. Del Re e F. Filippin

PREMESSA
Un'uggiosa serata di fine Novembre, di Venerdì, è apparsa sugli organi di stampa on line la notizia dell'ennesima indagine giudiziaria nei confronti di dirigenti della Juventus, ai danni della Juventus stessa. Al di là di ogni successiva e doverosa valutazione il dato sconcertante che appare subito evidente è che da quel lontano 1998, anno in cui esplose la questione sull'abuso di farmaci nel calcio, la Juventus, a torto o a ragione, è costantemente presente nelle aule di tribunale. 24 anni, ormai, in cui si esibisce negli stadi e si difende, o dovrebbe farlo, nei tribunali. Tutto ciò è osceno. È insano. Perché lo sport, quindi il calcio, dovrebbe essere passione e anche, soprattutto, svago. Libero pensiero dai patemi della vita, momento ludico, di aggregazione, anche con l'avversario. Da 24 anni è invece la lettura di bollettini dalle procure, cura delle ansie provocate da queste situazioni, sbobinature di ore di udienze processuali, persino ricostruzioni giudiziarie dopo eventi disastrosi, come la Farsa del 2006. E questo è l'esatto contrario dello sport.

LA VICENDA GIUDIZIARIA ATTUALE
Come sopra riportato è esplosa una sera di venerdì. A dire il vero neppure troppo inattesa. Chi scrive aveva già fatto notare negli ultimi anni l'utilizzo molto, forse troppo ricorrente alle plusvalenze, aveva espresso il fondato timore che prima o poi una Procura della Repubblica, la CONSOB, vi avrebbero potuto far luce e aveva individuato i motivi per cui tale pratica era divenuta sistemica e incidesse in maniera importante sui bilanci della società e tali motivi potevano consistere in una gestione economica del club in cui i costi aumentavano in maniera nettamente superiore alle entrate. Semplicemente. Nient'altro. L'inchiesta ha nome "Prisma", il perché la Procura di Torino le abbia dato tale nome lo ignoro; al momento gli indagati sono: il presidente Andrea Agnelli, il vice presidente Pavel Nedved, il Chief Financial Officer Stefano Cerrato, l'ex responsabile dell'area sportiva Fabio Paratici, i due ex Chief Financial Officer Marco Re e Stefano Bertola, l'Avvocato Cesare Gabasio, legale della Juventus, che è indagata come persona giuridica. Il nuovo D.S. Cherubini, il nuovo A.D. Arrivabene, il segretario Morganti e il responsabile dell'U23 Manna non sono indagati, ma sono stati interrogati come persone informate sui fatti.

Le indagini della Procura di Torino sono condotte da un pool di magistrati del Gruppo di Diritto Penale dell'Economia: Ciro Santoriello e Mario Bendoni, sostituti procuratori, Marco Gianoglio, procuratore aggiunto che già faceva parte del pool di magistrati che nel 2006 aveva indagato Luciano Moggi e Antonio Giraudo, all'epoca direttore generale e amministratore delegato dei bianconeri, per falso in bilancio, a causa della denuncia "contro ignoti" (sic....) presentata dalla Juventus. Per ricostruire "la storia" dei bilanci della Juventus nelle tre stagioni sotto indagine (dal 2018 al 2021) la procura di Torino starebbe pensando di affidarsi nuovamente al consulente Enrico Stasi, commercialista che già verificò nel 2006 i bilanci del club bianconero. Ovviamente tutti ricorderanno che da quella vicenda Moggi e Giraudo uscirono assolti per insussistenza dei fatti a loro ascritti.

UN CAPPELLO DI GARANZIA NECESSARIO
Ci chiediamo se tutto ciò sopra descritto basti per scatenare un'azione giudiziaria che ha comportato sinora il mettere sotto indagine penale praticamente tutto il management bianconero, dal presidente Andrea Agnelli fino all'Avvocato Cesare Gabasio, ultimo aggiunto alla lista. E ci chiediamo, ovviamente, come al solito, come sempre quando si assiste al connubio "indagini persona, fisica o giuridica, famosa", come sia stato di nuovo ammesso che documenti che in teoria dovrebbero essere secretati siano di nuovo, al solito, mercé delle redazioni di giudiziaria dei "giornaloni" italioti, come sia stato di nuovo possibile indirizzare mediaticamente un'indagine di una procura, come sia stato di nuovo possibile permettere a questi indecenti personaggi, che per mandato concorsuale dovrebbero rappresentare degnamente e rigorosamente la Legge, di vellicare di nuovo il ventre flaccido e pieno di merda, aulicamente definita "sentimento popolare", del volgo antijuventino tutto e unito; ancora, more solito. Come prassi ultraventennale. Per tanto è evidente, è chiaro, è persino ridondante affermare, che anche stavolta sarà necessario e doveroso vigilare sul rispetto del principio della presunzione di innocenza, sul rispetto di un Diritto sempre più ignorato, calpestato, stiracchiato dalla parte giusta alla bisogna.

LE IPOTESI DI REATO CONTESTATE
Le notizie sono ovviamente tutte da verificare, da confermare; sono altrettanto ovviamente frammentarie, spesso contraddittorie nel tipico stile inaugurato con tangentopoli: si fa uscire quel che si vuole, quel che fa comodo all'indagine e poi pace e bene se le indagini stesse andranno altrove... Il solito collaudato malcostume di una casta che pare refrattaria ad allinearsi a quei concetti di correttezza, giustizia e legalità che tanto millanta di rappresentare e perseguire. Quindi le ipotesi di reato contestate ai sette indagati sarebbero:

a) false comunicazioni delle società quotate in Borsa
b) emissione di fatture per operazioni inesistenti.

A carico della società, si aggiunge la contestazione dell'illecito previsto dagli artt. 5 (Responsabilità dell’ente) e 25-ter (Reati societari) del D.Lgs. n. 231/2001.

L'indagine si focalizzerebbe sulle stagioni 2018/'19, 2019/'20 e 2020/'21 per una cifra complessiva di 282 milioni, maturata con operazioni di scambio "connotate da valori fraudolentemente maggiorati". Secondo l'accusa le plusvalenze sarebbero fittizie e sarebbero state utilizzate per aggiustare i bilanci. L'inchiesta sarebbe partita a maggio di quest'anno ed a Luglio sarebbero iniziate le intercettazioni telefoniche, dalle quali sembrerebbe emergere un quadro di presunta colpevolezza, secondo la Procura, dovuto ad ammissioni del tipo: "peggio di questo c'è solo calciopoli" e simili... Le operazioni sospette sarebbero 62, di cui 42 riguardanti la Juventus. Si tratterebbe, principalmente, di operazioni cosiddette "a specchio" ovvero senza passaggi reali di denaro, ma con effetti positivi sui bilanci delle società.

Da quanto è emerso ad oggi, sotto la lente non sarebbero finite, come in passato, solo operazioni riguardanti giovani carneadi destinati a sparire presto da calcio che conta, ma persino le cessioni che hanno riguardato nazionali, italiani ed esteri, come Cancelo, Pjanic e Spinazzola, operazioni, tra l'altro, che hanno coinvolto negli scambi giocatori che sono tutt'ora presenti nella rosa della Juve e per i quali vi sono stati anche conguagli effettivi in denaro, più o meno consistenti.
Da ultimo, ma forse sono i casi più particolari, sotto inchiesta paiono anche l'operazione Rovella, coinvolto in uno scambio a specchio nonostante fosse a scadenza (e, quindi, con un dubbio riguardante non solo il valore astratto a lui attribuito, ma anche il senso stesso dello scambio) e, addirittura, una operazione che ha generato una minusvalenza (caso unico più che raro), la cessione di Ronaldo allo United, con la ricerca spasmodica di un presunto accordo segreto, dal contenuto misterioso, a cui si farebbe riferimento in una telefonata.
In questo contesto, la "pistola fumante" che sola potrebbe giustificare l'indagine in una materia tanto delicata quanto le valutazioni di giocatori, potrebbe essere data dalle intercettazioni cui è stata sottoposta (ancora una volta) la Juventus e i suoi massimi dirigenti, con stralci già pubblicati come d'abitudine, dei quali, sappiamo bene, bisogna sempre diffidare.

In questo contesto oggettivo è molto difficile sbilanciarsi, perché se è evidente a tutti che negli ultimi anni si è fatto un ricorso eccessivo e spasmodico alle plusvalenze; bisogna ricordarsi che queste non sono in alcun modo vietate e, quindi, a meno che non vi siano elementi ulteriori ad oggi non noti, pare molto difficile ipotizzare che l'indagine possa portare a risultati concreti.
Altra questione, invece, quella delle presunte false fatturazioni per operazioni inesistenti.
Se si trattasse di una "costola" della contestazione relativa alle operazioni asseritamente gonfiate, il discorso sarebbe analogo al precedente, nell'impossibilità di provare il valore reale di uno scambio e, conseguentemente, il corretto ammontare delle relative provvigioni/commissioni agli agenti (tutti gli scambi sono stati "reali", al di là del valore dichiarato).
Altra cosa, ma ad oggi non è chiaro, se vi fossero state operazioni effettivamente simulate, ma non se ne vede al momento traccia in quanto trapelato.

LA GIUSTIZIA SPORTIVA
La Procura federale è in attesa delle carte dalla Procura della Repubblica di Torino, che dovrebbe consegnargliene copia alla fine delle indagini preliminari. A quel punto la Procura federale dovrà valutarle, verificando se ci saranno fatti rilevanti ai fini di eventuali illeciti sportivi. Le possibili sanzioni, qualora il club venga dichiarato colpevole, verranno emesse ai sensi dell’articolo 31 del codice di giustizia sportiva. L'eventuale pena sarà comminata a seconda dell'illecito contestato:
a) Elusione della normativa federale: ammenda con diffida, comma 1)
b) In casi di reato più gravi: si ricadrebbe all'interno delle disposizioni di cui al comma 2 le cui sanzioni vanno dai punti di penalizzazione passando per la retrocessione fino all'esclusione dal campionato, nel caso in cui gli illeciti contestati siano serviti inconfutabilmente per raggiungere i requisiti per l'ottenimento delle licenze per le iscrizioni alla serie A e alle competizioni europee.

A differenza della Giustizia ordinaria, che potrebbe continuare ad indagare la Juventus, ignorando le società coinvolte a specchio (limitandosi la Procura di Torino a trasmettere a quelle di competenza eventuali ipotesi di reato che le riguardassero: la Juventus, essendo quotata in Borsa, è in una situazione oggettivamente diversa dalla maggior parte delle altre società di serie A, che sono semplici società per azioni, sottoposte a controllo e normative diverse), la Giustizia sportiva dovrebbe immediatamente coinvolgere tutti soggetti interessati.
Vi è da chiedersi, sin d'ora, dal momento che la Procura federale si muove su piani diversi dagli ambiti penali, quali differenze vi siano, se non, parzialmente dal punto di vista quantitativo, con altri scambi a specchio che si sono visti nelle ultime sessioni di mercato, che hanno coinvolto società diverse, per le quali ad oggi pare essersi chiuso un po' gli occhi.

CONSIDERAZIONI FINALI
Alla fine si ritorna all'inizio, come nel Gioco dell'Oca, ovvero come spesso accade nella vita. E l'inizio è che la Juve e i tribunali sono diventati l'uno lo specchio dell'altro da troppo tempo. Chi scrive è stanco di tutto ciò. Dal 2006, pensate... Chi scrive ritiene che le indagini, gli eventuali rinvii a giudizio e le altrettanto eventuali conseguenze processuali, in ogni sede, soprattutto in quella sportiva, andranno analizzate e commentate al momento opportuno, ma ciò non gli impedisce di giudicare la situazione attuale come figlia di un modo di fare impresa inaccettabile. In questi ultimi anni abbiamo assistito a situazioni che seppur potevano non avere rilevanze penali appartenevano senza ombra di dubbio al concetto di inopportunità. Inopportunità totale. Chi gestisce la Juve sa, o dovrebbe sapere, che deve essere sempre intonso, perché i nemici li ha ovunque e nei posti più impensati. Chiunque è nemico e chiunque odia la Juve. Chi gestisce la Juve sa, o dovrebbe sapere, che colpire il gestore del club non vuol dire eliminare un uomo, ma affossare il club. Chi ha gestito la Juve in questi ultimi anni sembra non saperlo o sembra far finta di non saperlo. Chi ha gestito il club negli ultimi anni ha sempre pervicacemente voluto camminare sul filo del rasoio, sul limite di ciò che si può e non si può fare, al limite dello scontro istituzionale, al limite del rispetto della memoria degli avversari, al limite di un'immagine che di volta in volta era oggetto di critica o di scherno, al limite di una gestione tecnica i cui recenti, grotteschi risultati sono sotto gli occhi di tutti, ai limiti di una gestione economica che parla di debiti, di rossi di bilancio, di ricapitalizzazioni, di emissioni di bond, di plusvalenze giudicate fittizie da una Procura della Repubblica. Tutto ciò, per me, è diventato inaccettabile e indifendibile, al di là di ciò che la giustizia, sia essa penale, amministrativa o sportiva, potrà stabilire. Un'azienda sana si tiene lontana dai tribunali e dai fili dei rasoi. Un'azienda sana fa utili, derivanti da fatturati consistenti, un'azienda sana primeggia nel suo campo, un'azienda sana non va alla guerra con le istituzioni se non sa di poterla vincere. Per quanto mi riguarda è arrivato, da tempo, il momento di chiudere una pagina della storia del club da consegnare definitivamente alla Storia. Che tale pagina si chiuda sulla dirigenza attuale tutta o sulla proprietà dipende dal fatto se si avvererà una semplice previsione logica oppure un sogno mostruosamente proibito e malinconicamente personale.

Forsan et haes olim meminisse iuvabit

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