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Attualità di P. CICCONOFRI del 17/03/2010 07:39:41
Lo leggeremo mai?

 

Abbiamo deciso di seguire la verità, quella che un processo serio, in uno stato democratico dovrebbe garantire. Stiamo ascoltando le dichiarazioni di testimoni che hanno sorretto, con le loro accuse, calciopoli.
Dichiarazioni sommarie, molto spesso raccolte nell’ambiente o lette nei giornali, mai compravate ma proposte con formule del tipo “si diceva che…”, “c’era la sensazione che “.
Queste “esitazioni” vorrebbero proporle come certezze. Troppo facile e poco credibile.
Poi c’è lo “strascico polemico”, quello che - a detta del Colonnello Auricchio - ha destato l’interesse investigativo e che con tanta verve ha portato come prova inconfutabile al processo penale che si sta svolgendo nell’aula 216 del Tribunale di Napoli.
Due le parole chiave: sensazioni e strascico polemico.
Cercando di rimanere coerenti, come possiamo chiamare le lamentele che oggi - ed ininterrottamente dal 2006 - presidenti, allenatori, giocatori, alla fine di ogni partita continuano a procrastinare? Forse sono gli stessi strascichi di cui si parla a Napoli? E perché nel 2006 erano oggetto di “interesse investigativo” ed oggi no? Ci sarà qualcuno che darà mai una risposta a questa domanda?
Non vogliamo avere sensazioni, con queste ultime c'è già chi ha fatto danni, e allora preferiamo domandare ancora: c'è qualcuno che vuole nascondere una realtà che, non solo sconfessa le precedenti accuse, ma rende l’ambiente ancora più insicuro e il potere in mano a qualcosa di non definito?
Moggi non riesce più a reggere calciopoli, l’ingordigia di qualcuno sta provando l’esatto contrario.
Ancora oggi si può “condizionare” il campionato, i sospetti stanno investendo tutto l’ambiente senza escludere nessuno. Ma chi sarà il colpevole ora che non si possono addossare responsabilità al solo Moggi?
Manca la volontà e il coraggio di fare dei semplici riscontri ed anche in questo caso, la certezza è che fin quando ci sarà la possibilità, si continuerà a confondere.
E l’esempio è presto dato. Proprio ieri, in occasione della deposizione del Colonnello Auricchio, la Gazzetta titola l’articolo del proprio inviato, in questo modo: "Indagine seria non da bar dello sport".
Peccato che durante la deposizione, lo stesso teste, dichiara in contraddizione: «Abbiamo riportato articoli e tabellini di Gazzetta dello Sport e Corriere dello Sport. Tuttosport? No, Tuttosport non lo abbiamo preso...» . Complimenti per la serietà delle indagini e per la solerzia nel leggere così tante pagine di quotidiani da bar sport!
Prosegue il Colonnello: «Noi non avevamo attenzionato le partite a seconda della loro importanza. Ci basavamo sulle intercettazioni. Poi per noi la designazione di Collina era una garanzia».
Ci chiediamo: una garanzia per chi ed in base a cosa?
Qualche giorno fa abbiamo avuto modo di appurare un piccolo ma significativo dato, il calo di vendite della Gazzetta dello Sport ( - 7,3%) potrebbe rappresentate un primo campanello d’allarme per chi ama proporre fumo facendolo passare per buon arrosto?
E l’ultima domanda è diretta proprio ai media: quando ci farete leggere qualcosa di vero?
 
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