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Editoriale di E. LOFFREDO del 09/03/2022 09:57:30
In Super League con il mini gioco?

 

Partite come Juventus-Spezia sembrano fatte apposta per alimentare la più grande lacerazione “filosofica” che attraversa il tifo bianconero.

Che sarebbe stata una partita ideale da scarificare alla dialettica preferita dell’allenatore della Juve lo si era intuito, e temuto, da una dichiarazione che sembrava precostituita per la partita che poi si è visto in campo: «domani in qualche modo dobbiamo vincere». Approccio in da alcuni giustificato con la lunga lista degli infortunati (argomento che meriterebbe un capitolo a parte).

Con lo Spezia la Juve ha vinto, ha preso i tre punti e le va bene così. A leggere i commenti al tweet di fine partita della società bianconera , così non va bene a tutti i tifosi. Non abbiamo estratto una statistica dei commenti pro o contro, ma se affermassimo che i posti di lamentela per la prestazione si aggiravano su percentuali dell’ottanta o novanta per cento forse non sbaglieremmo.

È vero che si leggevano anche commenti giustificanti, “gli assenti”, “nel secondo tempo erano stanchi”, ma erano minoritari. Se però per affrontare lo Spezia possono essere determinanti nove assenti (non tutti nello stesso ruolo) e bisogna ricorrere all’alibi stanchezza come se gli avversari nel primo tempo fossero rimasti al bar (si giocava all’ora dell’aperitivo…), beh, allora non si deve più riconoscere alla Juventus la caratura della grande squadra. Queste sono giustificazioni da compagine della seconda metà della classifica.

Tra i commenti al cinguettio della società torinese ce ne sono un paio che hanno ricalcato quella che è l’opinione di chi scrive. «Offrire uno spettacolo del genere, come capita sempre, è un'offesa a chi paga l'abbonamento e, soprattutto, a chi paga il biglietto, oltre tutte le altre spese, per andare allo stadio» (LINK ).

Su questo aspetto è il caso che la società rifletta bene per conservare la spesa dei tifosi. Affrontare trasferte faticose in termini fisici, giorni di ferie in alcuni casi, spese per ristorazione e anche pernotto per le gare che sempre più frequentemente si giocano in notturna, non possono essere giustificate per vedere prestazioni come quella a cui ci ha abituato la Juve di Allegri. Oggi lo “spettacolo atteso” da questa Juve è un deterrente fortissimo per un tifoso che non ha lo Stadium a cinque minuti di automobile.

Qualcun altro si chiede: Agnelli che «vuole fare la Superlega per lo spettacolo, altrimenti i ragazzini giocano a Fortnite, ha idea a chi ha affidato la panchina? Ragazzi, giocate a Fortnite, appena se ne va il livornese vi avvisiamo noi anziani» (Marco M.).

E questo è un altro aspetto su cui i dirigenti bianconeri dovrebbero soffermarsi. Con siffatti approccio e filosofia di gioco, con quale dignità la Juve potrebbe stare alla pari in Super Lega? È solo mia opinione personale che la partecipazione ad una futura Super Lega debba essere accompagnata da una qualità del prodotto (gioco) degna di essere ammirata? Se sarà questo modo di stare nella nuova competizione, la Juve rischia di diventare quello che l’Italia è nel Sei Nazioni di Rugby: una semplice partecipante.

Senza certi appeal le conseguenze di questa politica aziendale non rimarranno esclusivamente filosofiche, sono destinate ad avere ricadute pratiche, ricadute economiche. Ad oggi molti tifosi della Juve non spenderebbero soldi per la Juve, perché dovrebbero farlo sportivi europei che di Madama non sono tifosi?

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