Tutte le squadre italiane fuori dalla Champions League, campionato italiano al minimo storico, Italia fuori dal mondiale per la seconda volta consecutiva. Una situazione disastrosa, ma Gravina non ha proprio intenzione di presentare le dimissioni, anzi, sta già cercando di scaricare le responsabilità sui club: «Ci sono interessi imprenditoriali legati alla gestione dei club, legittimi... La Nazionale è un fastidio più che opportunità di unione». La colpa è degli altri, lui non è responsabile, vorrebbe dirci questo?
Gravina, lo stesso che dopo aver stretto la mano a Ceferin, ha visto il suo stipendio lievitare da 36.000 a 240.000 €; lo stesso che puntualmente si presenta ai media per minacciare l’esclusione della Juve dal campionato italiano prestando il fianco al presidente Uefa; lo stesso che quando gli vengono chiesti lumi su questo fallimento epocale risponde soltanto “questo è il calcio”.
Il calcio italiano si nutre solo di fango sulla Juventus. Lo stesso Gravina, prima di una partita importante, si è presentato ai media parlando della Superlega. Il momento di massima visibilità Gravina l’ha sfruttato sparlando della Juve, come se quella fosse la priorità.
E mentre l’Italia era in attesa delle notizie che potevano arrivare dalla Procura di Torino dopo l’interrogatorio di Dybala, la Nazionale si avvicinava al fallimento più grande della storia pallonara italiana, risultato targato Gravina/Mancini. Più che interrogarsi su Dybala, oggi, dovrebbero interrogarsi sull’ennesimo fallimento del calcio italiano.
La storia della Nazionale è sempre legata a doppio filo a quella della Juve, da sempre.
Distruggi la Juve, distruggi anche la nazionale. Giovedì sera, a conferma, nessun bianconero era in campo. Potrebbe essere anche questo un aspetto su cui riflettere:
la Figc che gioca da anni a distruggere il club più rappresentativo si appresta a raccogliere soltanto quello che ha seminato Il mantra degli ultimi mesi è stato quello di ripetere, in modo ossessivo, di quanta bellezza ci sia nella possibilità delle piccole squadre che possono battere le grandi nelle massime competizioni, sempre a sostenere il falso perbenismo della Uefa. Saranno felici ora: la Macedonia del Nord butta fuori dal mondiale l'Italia campione d'Europa.
Sono toccanti poi quelle dichiarazioni che abbiamo sentito nel post partita: «ripartiamo da zero», si, con Gravina come presidente della Figc e Abete appena scongelato per la Lega dilettanti. Oppure: «ci rimane il sentimento», anche se quello che resta è solo un fallimento senza attenuanti.
Presunzione e scaricabarile in perfetto stile italiano.
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