Nella prima stagione senza titoli bianconeri, Brand Finance, società inglese di consulenza globale per la valutazione del marchio, pone la Juventus tra le migliori per incremento del valore internazionale. Secondo BF rispetto allo scorso anno il brand aumenta il proprio valore di 140 milioni, una crescita equivalente al 25% (da 565 a 705 milioni). La Vecchia Signora resta la migliore della Serie A e si posiziona all'undicesimo posto a livello mondiale. Quanto ad affidabilità economica la Juventus, sempre secondo BF, viene stimata con tripla A nel rating (club forte con miglioramento di crescita a lungo termine). (
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Il prodotto Juve funziona, non sarà spettacolare, ma anche in un’annata non brillante, senza titoli e con l’ultimo piazzamento utile per la Champions, si posiziona ancora sopra le milanesi.
Massimo Pizzo, amministratore delegato per l’Italia di Brand Finance così spiega la valutazione complessiva del marchio bianconero:
«La Juve è cresciuta bene e il brand si è rafforzato nonostante i risultati della squadra; questo vuol dire che il marchio è sempre più appetibile per tifosi e sponsor, favorendo così l’andamento del business. Se il brand è forte, come nel caso Ferrari, si vede la differenza e permette di non restare agganciati alle sole vittorie. Il marchio Juve rappresenta il 30% del valore, ovvero 700 milioni su 2,3 miliardi, e solo quelli del lusso hanno queste alte percentuali». L’effetto RonaldoIn questo contesto, l’operazione Ronaldo, pur non sfruttata nel modo dovuto sia per mancanza di una squadra altamente competitiva, sia per gli effetti del covid, ha contribuito ad accrescere l’attrattività e la percezione nel mondo della realtà bianconera (qualità dello stadio, tifosi nel mondo), comunque elementi che concorrono all’analisi della competitività che rientra nelle operazioni per determinare la stima del marchio.
Cosa interessa alla Juve? Possiamo dire che quello economico è l’aspetto che maggiormente interessa la dirigenza della Juventus: restare tra i club più influenti anche se questo ad oggi, non la pone comunque tra i club più titolati al mondo. Un po' come, in modo più semplicistico, ha di recente affermato Arrivabene:
«Vincere è l’unica cosa che conta? Certo, ma entrare in Champions League conta altrettanto».In questo contesto si potrebbero valutare operazioni legate all’acquisto di un campione come uomo immagine, su cui si investe non solo e non necessariamente per vincere, ma anche per accrescere di visibilità ed appeal. In questi giorni si parla ad esempio del ritorno di Pogba, campione e uomo immagine. Per accorgersi di quanto ampia possa essere la visibilità in questi casi, basta pensare solo al fermento social che da giorni anima non solo i tifosi bianconeri intorno al suo nome, alla scoperta della squadra di destinazione, svelata forse durante il lancio del suo documentario, Pogmentary, che verrà trasmesso in Francia dal 17 giugno su Prime Video. Una miniera d’oro per l’industria dell'immagine e dello sharing che pochi giocatori possono muovere.
I dubbi dei tifosiLa domanda che da un po' ci rincorre è: quale è il vero obiettivo della Juventus? C'è determinazione per primeggiare anche sportivamente a livello internazionale (arrivando magari alla conquista di quella coppa dalle grandi orecchie che manca da così tanti anni), o, secondo la direzione che può indicare la dichiarazione di Arrivabene, è solo il partecipare per mantenere forte il brand? Fosse così dovremmo cambiare motto: partecipare è l'unica cosa che conta
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