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Editoriale di N. REDAZIONE del 21/06/2022 06:33:38
CENTROCAMPO JUVE: SEGNALI DAL FUTURO

 

di L. Bottura
Il problema della Juve è il centrocampo, si è spesso detto e scritto, in questi anni. La stagione appena conclusasi ha dato ulteriore conferma. E se persino la permanenza di Zakaria - l’ultimo arrivato – viene ora messa in discussione, sull’utilità di Locatelli – l’unico non coinvolto in voci di mercato – ci ha già pensato Luciano Moggi a emettere una lapidaria sentenza: “nelle squadre di calcio, ogni giocatore deve avere delle caratteristiche: quelle di Locatelli non aumentano la qualità del centrocampo”. Urgono dunque correttivi: ma mentre affannosamente si cerca in casa d’altri, proviamo intanto a dare anche uno sguardo a quel che succede in casa nostra, ove giovani talenti crescono.

“Noi abbiamo un ragazzo, che è un 2001, e adesso ve lo dico: vederlo giocare a calcio è un piacere. Si chiama Nicolò Fagioli, è un piacere perché conosce il gioco. Ha i tempi di gioco giusti, come smarcarsi, quando e come passare la palla. È bello vederlo giocare”. Così Massimiliano Allegri, nel settembre 2018, presentava a stampa e tifosi Nicolò Fagioli, nato trequartista, ma con doti da regista. Lui dice di ispirarsi a Modric; Fabio Pecchia - che l’ha avuto all’U23 della Juventus e poi alla Cremonese - lo ha paragonato invece a Jorginho Raffronti decisamente impegnativi, per un centrocampista estremamente tecnico, abituato a giocare a testa alta e tanto abile nella difesa del pallone, quanto nel verticalizzare l’azione, ma che potrebbe difettare - dicono - in continuità. Reduce da una felice esperienza in Serie B, torna ora alla Juventus con rinnovate ambizioni. E mentre il ragazzo reclama un posto in rosa e l’opportunità di giocare, il suo procuratore esclude l’eventualità di un nuovo prestito, preferendo piuttosto una cessione a titolo definitivo: l’ultima parola spetta all’allenatore, che valuterà il giocatore durante la tournée estiva negli Stati Uniti.

Chi è sicuramente destinato a girovagare ancora è invece Filippo Ranocchia, altro ventunenne di belle speranze, con un passato da attaccante. Nel corso dell’ultima stagione - a Vicenza, in Serie B – è stato impiegato in tutte le zone del centrocampo, finendo per distinguersi soprattutto come mezz’ala, nel cui ruolo è in grado di ben figurare sia a destra, sia a sinistra. Per la capacità di recuperare palla e per l’abilità negli inserimenti è stato accostato a Bentancur, cui l’accomuna anche il forte tiro dalla distanza. In più, vanta anche un buon dribbling ed una discreta fantasia nelle giocate. “E’ un giocatore di categoria superiore, arriverà ad alti livelli” ha detto di lui Cristian Brocchi, elogiandone tecnica e personalità. Verrà ora testato in Serie A, ove più d’una squadra ha già mostrato interesse per assicurarsene le prestazioni.

Se per Fagioli e Ranocchia l’impatto con la nostra massima divisione rappresenta ancora un’incognita, lo stesso dubbio non dovrebbe più porsi per Nicolò Rovella, anch’egli classe 2001, con un passato nelle giovanili dell’Inter (di cui è tifoso), ma affermatosi in seguito al Genoa. Rovella è un centrocampista centrale, dotato di buona tecnica e senso della posizione; pur essendo un giocatore estremamente dinamico, sa farsi valere anche in fase di impostazione, come playmaker, ruolo che è in grado di ricoprire anche per le notevoli capacità di leadership e di temperamento. Ultimamente pare migliorato anche negli intercetti e nei contrasti, mentre in gol ci è andato solo con la Nazionale Under 21. Shevchenko, al Genoa, ne sottolineava “la grande qualità tecnica”; Paolo Nicolato, all’U21, ne ha elogiato invece lo “spirito guerriero” : insomma, il nostro Rovella pare già un giocatore completo, pronto – come lui stesso afferma - a giocarsi le sue carte anche alla Juve. Ma la sensazione è che il posto se lo stia giocando con Fagioli: uno dei due rischia già di essere di troppo.

E arriviamo infine al più giovane del lotto, quel Fabio Miretti – 19 anni il prossimo agosto - che abbiamo potuto recentemente vedere all’opera nel finale di campionato, che già s’è guadagnato uno stage a Coverciano e di cui s’è detto subito un gran bene. Lo stesso Allegri – solitamente molto cauto - non ha lesinato i complimenti: “mi ha stupito l’affidabilità e la serenità con cui gioca le partite, come un veterano”. Centrocampista dai piedi buoni, è in grado di agire sia come schermo davanti alla difesa, sia come trequartista in un modulo più offensivo. Proprio come trequartista s’era messo inizialmente in luce nella nostra U17, segnando e sfornando assist a ripetizione, per poi progressivamente arretrare il proprio raggio d’azione, senza tuttavia perdere quella vocazione offensiva che ancora sembra prediligere. Dotato d’un buon controllo palla e di precisione nelle conclusioni a rete, si occupa anche di battere i calci piazzati, rigori compresi. Sebbene dica di ispirarsi a Nedved, è a Claudio Marchisio - cui l’accomuna anche la fede juventina – il nome cui più spesso viene spesso accostato. Tecnico, duttile e dinamico, Fabio Miretti è forse il più promettente dei giovani centrocampisti qui citati e quello con le più alte probabilità di permanenza in rosa. Allegri, perlomeno, pare intenzionato a confermarlo: speriamo gli conceda anche lo spazio e il tempo necessario per crescere.

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