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Comunicato stampa di N. REDAZIONE del 23/09/2022 07:44:18
Comunicato - Avere un'etica esaltante

 

Oggi a Torino si tiene la consueta assemblea degli azionisti della Juventus, occasione nella quale il presidente della società, la cui recente e prolungata assenza è stata notata da molti, dovrà riportare i risultati non solo economici ma anche sportivi dell'anno in discussione. Giù Le Mani Dalla Juve ritiene che il massimo dirigente debba rendere conto soprattutto di un andamento, che sebbene sportivamente stia avendo clamore solo nelle ultime settimane, abbia messo radici con scelte gestionali più risalenti.

Al netto anche dei deludentissimi risultati sportivi, non si può non osservare come alcune scelte non paiono essere dettate esclusivamente da valutazioni professionali, ma inficiate da condizionamenti personali. Non altrimenti può spiegarsi l'aver riaccolto alla Juventus un "professionista" come Allegri che nei due anni successivi al 2019 non ha attratto l'interesse di nessun club italiano o europeo.

Riallacciare il rapporto professionale con il tecnico livornese (quelli di amicizia personali non si saranno mai interrotti), riflette un atteggiamento gestionale mai improntato ad obiettivi di prospettiva volti ad affermare valori e dinamiche virtuose sia in ottica sportiva che di politica aziendale. Anche i dirigenti hanno fatto propria la filosofia del "horto muso"?

In questi giorni si dibatte dell'eventuale cambio della guida tecnica, ipotesi che con toni coloriti l'Amministratore delegato Arrivabene ha escluso giustificandola con motivi di insostenibilità economica. La considerazione è che se davvero la Juventus non è capace, oggi, di portare a termine un progetto pur facendo fronte agli oneri di un cambio di guida tecnica, questo lo si deve unicamente all'ingaggio riconosciuto all'attuale allenatore. In questo caso chi ha riconosciuto quell'ingaggio dovrebbe essere chiamato a risponderne personalmente!

Viste le evidenti difficoltà agonistiche e il crollo di competitività sportiva, è da chiedere: la Juventus, senza superare il girone di Champions League, riuscirebbe a sostenere il piano industriale varato qualche mese con l'aumento di capitale o dovrà cedere qualche altro campione? Il primo dirigente bianconero sarebbe pronto a risponderne?

Altro punto dolente e impattante sui conti bianconeri è rappresentato dalle operazioni di tesseramento in entrata e in uscita. La Juventus compra a tanto (dal 2012 ad oggi solo Manchester United e Chelsea hanno speso di più) e, verificandosi una mancata valorizzazione del parco giocatori, cede quasi sempre perdita. Ne sono esempio: Kulusevski, Arthur, Zakaria, Ronaldo (la Juve è l'unica società che ha fatto minusvalenza sulla cessione di CR7!), e la perdita a parametro zero di Dybala. Sulla dinamica che genera questi saldi negativi il presidente bianconero avrebbe dovuto già interrogarsi ed essere in grado oggi di dare una risposta a tifosi e piccoli azionisti.

Il management juventino negli ultimi anni si è fatto scudo dei risultati del campo per legittimare sé stesso, non ha mai realmente provato a costruire quel quid pluris che trascendesse dalle vittorie per 1-0: non è stato costruito un atteggiamento in campo che riflettesse una filosofia aziendale ispirata a elementi pregevoli e che potessero caratterizzare in modo esaltante l'essere juventini.

Ecco quindi che quando mancano i risultati allenatore e management non hanno più nulla con cui legittimarsi, è quello il momento in cui devono farsi da parte e fare quel passo indietro che oltre a non pesare sulle casse societarie rappresenterebbe un momento di etica professionale di cui poter esser soddisfatti.

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