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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di M. LANCIERI del 29/03/2010 13:24:39
I tifosi contestano

 

Era difficile prevedere, prima del 2006, che la Juve sarebbe precipitata tanto in basso. Mai avremmo potuto immaginare di vedere una folla di juventini attendere la squadra per insultarla prima di una partita o il nostro pullman trasformato in bersaglio di uova e pomodori.
Sono serviti quasi quattro anni di gestione indegna ed una serie di risultati sportivi imbarazzanti, prima che il popolo bianconero dimostrasse in maniera eclatante la propria frustrazione. Lo stadio vuoto, che molti di noi auspicavano già nell’immediato post-farsopoli, è l’immagine eloquente del disagio juventino. Questa volta, neanche i mass-media hanno potuto trascurare la protesta.
Ma è destino che qualcosa riesca sempre a distogliere l’attenzione dal fatto. Stavolta il ruolo del giullare l’ha rivestito un tifoso che, superati gli “attenti” controlli di sicurezza, ha raggiunto Zebina e gli ha mollato una manata sul collo. Niente di grave, dal punto di vista pratico (lo stesso giocatore ha detto di non essersene neanche accorto), ma un buon escamotage per spostare i riflettori altrove.
L’episodio ovviamente va stigmatizzato ed assume una rilevanza maggiore rispetto agli effetti “fisici”, fortunatamente nulli, che ha comportato. Aggredire una persona è deprecabile, tanto più se si tratta di qualcuno che non ha alcuna responsabilità su quanto sta accadendo in questo momento. Sia chiaro: per nessuna ragione, potrebbe essere giustificabile anche l’attacco ai veri responsabili dello stato in cui versa la Juve. Ma prendersela con qualche giocatore è addirittura controproducente: si è data l’opportunità alla stampa di concentrarsi sulla violenza del tifo juventino (come se la sciocchezza di un solo uomo potesse determinare una condanna di un intero popolo!) e ancora una volta si è tentato di limitare al minimo il coinvolgimento dei piani alti della società.
Su Controcampo, trasmissione notoriamente anti-juventina, è stato dato ampio risalto all’episodio che ha visto involontario protagonista Zebina, arrivando a ritirare fuori anche il “razzismo” che una cinquantina di tifosi juventini, a detta del giocatore francese, starebbero dimostrando nei suoi confronti già da diverso tempo. Stimo enormemente Zebina come uomo, ancora prima che come giocatore, avendo apprezzato ripetutamente la sua intelligenza in numerose interviste mai banali. Ma confondere la cialtronata vista ieri con un episodio di razzismo mi pare troppo. Forse Jonathan non si è accorto che le uova piovevano su tutti, Bettega compreso, e che cori ed insulti erano equanimemente condivisi tra lui ed un campione di “italianità” come Cannavaro. Non metto in dubbio che la reazione attuata da Zebina nei confronti dei suoi stessi tifosi durante la partita con il Fulham derivasse da insulti razzisti (non vedo perché non bisognerebbe credergli), ma ritirare fuori quella vicenda per motivare anche lo schiaffo di ieri mi pare un po’ avventato.
Quella manata è certamente deprecabile, in quanto vigliacca e ingiusta, ma credo che cercare un motivo diverso dalla frustrazione del tifo juventino e dalla stupidità dell’autore del gesto sia inutile.
Il vero fatto resta comunque un altro: dopo quattro anni, il popolo bianconero si è ribellato.
Da un lato abbiamo assistito ad una dura contestazione contro i giocatori. Sinceramente, questa l’avrei evitata, visto che non credo siano loro i responsabili della “malattia” juventina. Ma posso anche capire la rabbia di chi è andato allo stadio a vedere tutte, o quasi, le partite della Juve: non dev’essere facile accettare che undici uomini con una maglia tanto importante si rendano ridicoli ripetutamente, facendosi impallinare da squadre del calibro di Napoli o Palermo. E anche ieri, nonostante il risultato favorevole, i bianconeri non hanno fatto una gran bella figura neppure contro la debolissima Atalanta.
Ma, a parte la contestazione ai giocatori, si è riconfermato il disprezzo nei confronti di Elkann e del suo alfiere Blanc. Certo, i cronisti hanno tentato in tutti i modi di ridurre la visibilità di questo importante fattore, ma striscioni e magliette contro proprietà e dirigenza li abbiamo visti tutti. Questa è la vera notizia: il tifo organizzato ha girato, speriamo definitivamente, le spalle ai sicari della Juve.
E tutto ciò spaventa enormemente i nostri storici nemici. Ieri sera, tanto sulla Domenica Sportiva quanto su Controcampo, si sono preoccupati di denunciare il “pericolo” di questa protesta, invitando gli juventini ad “andare avanti” e a dimenticare quanto accadde nel 2006. Già, non piangiamo sul latte versato! Quando Mughini, che alterna dichiarazioni da incorniciare ad uscite molto meno condivisibili, ha rimarcato la fondamentale importanza di farsopoli nell’interpretazione dei malumori attuali dei tifosi bianconeri, l’ultrà romanista Liguori è letteralmente esploso, premurandosi di sottolineare quanto fosse stato giusto eliminare Moggi e Giraudo dal calcio (“il 90% del resto del calcio ha tirato un sospiro di sollievo quando sono stati allontanati”… e ci credo! Anch’io tirerei un sospiro di sollievo se, avendo di fronte Mike Tyson che mi vuole menare, venisse sostituito da Woody Allen!).
Arrivati a questo punto, vale la pena di invitare tutti quei tifosi che hanno dimostrato tanta rabbia per l’attuale stato delle cose a concentrarsi sull’“altro campionato”, come l’ha definito Beha, uno dei pochi giornalisti che da molti mesi a questa parte non sbaglia un colpo quando c’è da parlare di Juve. L’“altro campionato” è quello che si gioca a Napoli e che vede protagonista colui che venne scaricato, insieme con Giraudo, dall’attuale proprietà, per fare posto ad un assoluto incompetente, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. E i cui “trofei”, uova e pomodori, sarebbero più adatti ad un negozio di alimentari che alla bacheca della squadra calcistica più titolata d’Italia.
 
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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