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Attualità di N. REDAZIONE del 27/02/2024 07:25:46
L’Elkann braccato

 

Di Crazeology

Dalla morte dell’”Avvocato” Gianni Agnelli nel 2003, come tutti sanno, si sono dipanate tutta una serie di vicende legali, giudiziarie, e personali sull’eredità enorme che egli ha lasciato. A questa dipartita, anni dopo si è poi aggiunta quella di sua moglie Marella, e il copione non è cambiato.

L’unica figlia in vita, Margherita, ha contestato e continua tuttora a contestare la ripartizione ereditaria dei beni, e il valore reale degli stessi. È una sorta di romanzo questo, pieno di personaggi, documenti, vicende, e storie segrete, che si dipanano nel tempo, fino ad ancora prima della morte di Gianni. Gli schieramenti oggi sono molto definiti: da una parte Margherita e dall’altra parte i suoi tre figli di primo letto (gli Elkann John, Lapo, Ginevra). La battaglia a suon di carte bollate, negli ultimi tempi è finita su molte prime pagine dei giornali, per un motivo ben preciso: la magistratura vuole vederci chiaro, perché troppi sono i lati oscuri su cui serve fare luce. Già in passato sono state svolte indagini sul groviglio con cui, in particolare John Elkann, ha preso di fatto il controllo del gruppo Exor, ma non si è mai fatta davvero chiarezza. La società Dicembre, i presunti fondi esteri facenti capo all’Avvocato, le opere d’arte, gli immobili, e anche tutte le vicende riguardanti Marella, vengono scandagliate pezzo per pezzo dalla magistratura.

Probabilmente è la prima volta che davvero si sta cercando con fermezza di andare al sodo, nonostante vi siano stati già in passato elementi importanti su cui fare qualche riflessione. Basti pensare che nell’operazione finanziaria Equity Swap del 2005, con cui la famiglia riprese totalmente il controllo del gruppo Fiat, i quattrini necessari sono arrivati tempestivamente da un conto estero apparentemente di Gianni Agnelli, che aveva ordinato “il bonifico” addirittura dalla tomba. Per dirne una…

Questa volta però la magistratura sembra essere più agguerrita e anche i giornali, con tanto di lamentele di Jaky che si sente strattonato e circondato, sembrano molto interessati a raccontare pezzo per pezzo tutta la vicenda.

Evidentemente a molti osservatori non è passato inosservato quanto abbiamo già descritto in passato (link a fondo pagina), e in tanti hanno voglia forse di una rivalsa scandalistico/patriottica.

I tempi sono cambiati, oggi John viene braccato: perquisizioni, richiesta di documenti, rogatorie internazionali, testimonianze, analisi calligrafiche delle firme, ecc, ecc. È una guerra vera e propria, che potenzialmente potrebbe anche cambiare l’assetto del gruppo, laddove si rompessero con la forza gli equilibri della società “Dicembre”.

A questo si aggiunge il fatto che c’è parecchio parentado allargato che probabilmente vede l’ingegnere gestionale solo al comando, freddo, distaccato e inadeguato a rappresentare formalmente la storica famiglia. Troppo proiettato, in tutte le scelte, sul consolidamento del suo potere, e sulla sua persona, e non sulla “collettività parentale”.

Improvvisamente Jaky sembra essere diventato antipatico un po’ a chiunque, e giocarsi la solita scontata carta del dare in pasto la Juventus alle iene affamate, agli avvoltoi e ai corvi, non basta più.

La Juventus non sembra essere più l’arma ideale di distrazione di massa per evitare che si guardi alle cose davvero importanti del gruppo e della famiglia.

Dal canto nostro, semplici tifosi Juventini, non ci resta che restare a guardare e a sperare che queste vicende, apparentemente esterne, un giorno riescano a rimettere in discussione la questione “Juventus” al punto di poter ottenere una proprietà degna del blasone, che ci porti giustizia e onore.

Un vecchio proverbio cinese recita: “bastò una piccola pietra per far inciampare l’imperatore”.


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