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Attualità di E. LOFFREDO del 01/07/2024 08:47:25
L’Italia è mesta

 

«Con tutto il rispetto, la Svizzera non è il Brasile, l’Argentina, la Spagna o la Germania», quando già gli elvetici erano 2-0 i commentatori di Radio Rai ancora incorrevano nell’errore di ragionare con la presunzione di una superiorità che il campo aveva ampiamente smentito. Paradossalmente con le stesse parole si riconoscevano i meriti della Svizzera e si evidenziava una certa albagia.

Con tutto il rispetto, che non merita chi ritiene di poter o, peggio, dover vincere in virtù di un passato altisonante, lo sport è merito. È giusto che chi fa meglio vinca.

L’Italia vista contro la Svizzera a Berlino è la diretta conseguenza di un movimento domestico che ha voluto bypassare il merito sportivo a favore di logiche di bottega lontane dalla leale e vera contesa. Il calcio di casa nostra è giocato troppo sulla carta stampata attraverso una narrativa che serve a blandire e vellicare i tifosi.

Descrivere il blocco inter con la stessa solidità di quelli juventini del 1982 e 2006 non è quello che definiremmo un favore al calcio italiano. Quale blocco poi? Frattesi, Bastoni e Barella? Ma per favore! Parimenti è da cazzari accostare Barella a qualsiasi leggenda abbia conosciuto il calcio mondiale.

Ma questi appena descritti sono solo gli ultimi e meno gravi peccati di un sistema che persegue la logica dello scavalcamento dei meriti per attuare politiche di contrasto e di conservazione dello status quo. Il riferimento è a questioni come la nascita della concorrente Superlega, che non possono essere affrontate con l’arma giudiziaria del deferimento e della penalizzazione sportiva. Non si può mortificare il meccanismo propulsivo della competizione sul campo per fare un favore ai propri amici/referenti continentali. Non si può ignorare la situazione economico finanziaria di una società e mantenerla artificiosamente in gioco falsando la competizione. Come se non bastasse si prende il presunto “blocco” di quella società e lo si propone in nazionale con una leggerezza arrogante e presuntuosa.

Gravina, Chinè e compagnia varia dentro le mura dello Stivale potranno anche fare quello che vogliono, ma appena ci si deve confrontare per un posto ai Mondiali o in un Europeo che non sia fortunoso come quello vinto nel 2021, la credibilità competitiva del movimento viene miseramente smentita.

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