Di Crazeology“Siamo aperti a partecipare ad eventuali future iniezioni di capitale per contribuire a rafforzare le basi finanziarie della Juventus” - (Paolo Ardoino - CEO di Tether) Al contrario di ciò che pensa la maggior parte del popolino juventino, la vera notizia di questi ultimi mesi non è il cambio di allenatore, o un altro cambio allenatore a fine stagione non più avvenuto, o i cambiamenti nella dirigenza della società, né tanto meno la conquista del sudatissimo quarto posto nel campionato taroccato d’Italy; bensì è l’ingresso pesante di Tether nell’azionariato della Juventus. Come avevamo già scritto in questa sede, Tether è un nuovo azionista di minoranza che, per adesso, avendo potenziato ancora il suo portafoglio di azioni, è arrivato a spendere circa un centinaio di milioni malcontati, e ha così raggiunto circa il 10,%. Oggi è il secondo azionista.
Ora proviamo, pur se nel nostro piccolo, a fare qualche ragionamento e a porci qualche domanda legittima, cercando delle certezze a cui aggrapparci, visto che la situazione complessiva del club, grazie al lungimirante operato interista di Johnny B Good Elkann, è drammatica.
- Chi è Tether? È un’azienda che si occupa principalmente di finanza e di criptovalute. Come già divulgato dai media, il fondatore Giancarlo Devasini, e il CEO Paolo Ardoino, tifano Juventus da sempre, quindi hanno deciso di comprarsene un pezzetto. Teoricamente la loro società avrebbe tantissimi fondi a disposizione per sostenere il club anche come azionista molto più importante, o forse addirittura come azionista unico. E non è detto che nel tempo non possa aumentare gradualmente ancora il suo pacchetto azionario, acquistando altro flottante. Lo scopriremo nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. È bene specificare che il suo ingresso nell’azionariato gobbo è stato fatto con soldi veri, non ha comprato a debito o con altri stratagemmi, e se un giorno si stuferà, nella peggiore delle ipotesi rivenderà le sue azioni come un qualunque investitore.
- Cosa fa Tether? Come fa i soldi? Sono soldi veri o è tutta fuffa? L’azienda riceve soldi da liberi investitori/clienti e investe in ambiti molto sicuri e poco remunerativi (i due fattori nella finanza sono ovviamente molto legati uno all’altro, ossia più è alto l’interesse più l’investimento è rischioso, e così il contrario).
Quindi Tether lavora sulle certezze, senza azzardi o scommesse rischiose, pochi soldi facili come per esempio titoli di debito americano (bond USA). Dopodiché incassa una percentuale dai guadagni di questi clienti. Ma i suoi clienti sono 450 milioni circa, quindi solo nel primo trimestre del 2025, l’azienda ha guadagnato circa 1 miliardo.
Sostanzialmente, in un solo anno, solo con questa attività semplice, ossia acquisto, attesa della scadenza, e incasso, che di fatto è il core business, e senza contare tutto il resto di cui si occupa, si porta a casa circa 7 miliardi.
Di fatto gestisce uno dei stablecoin più importanti del mondo. Nelle casse di Tether oggi ci sono circa 150 miliardi di dollari di investimenti in titoli a basso rischio e scadenza breve. L’interesse che si mette in tasca quindi è enorme, perché sono le proporzioni numeriche ad esserlo e non il tasso di interesse, che invece è basso. Di fatto è un colosso, perché solo nel 2024 l’utile netto è stato di 13,7 miliardi di dollari. Tanto per fare un paragone semplice, da divano, ma interessante e succoso, la celebre Exor per esempio ha chiuso il 2024 con un utile consolidato di 14,6 miliardi di euro.
Ma molti di questi utili di Tether vengono reinvestiti anche in società che producono, che si occupano di economia reale, o che si occupano di ricerca su nuove tecnologie.
Tra i suoi investimenti, ci sono anche società agricole sudamericane quotate in borsa, social network, programmazione di software, intelligenza artificiale, nuovi metodi di pagamento nei paesi sottosviluppati, sviluppo di microprocessori di nuova generazione, e via dicendo. E sono sparsi in tutto il mondo.
Il colosso in questione ha persino una riserva aurifera, molto ben custodita, necessaria a rafforzare la fiducia degli investitori nell’azienda stessa, (esattamente come fanno gli stati sovrani che emettono moneta).
Hanno appena lanciato la loro intelligenza artificiale, che si chiama Qvac, e che sembra essere completamente diversa da tutte le altre in circolazione, ossia una piattaforma di sviluppo di intelligenza artificiale decentralizzata, modulare e funzionante su ogni dispositivo, che per come è stata ideata e concepita, potenzialmente potrebbe rivoluzionare il settore su scala globale. Insomma, tanto per metterla giù con la delicatezza che mi contraddistingue, non sono solo semplici speculatori, e complessivamente il loro modo di operare sembra molto più trasparente e pulito di ciò che abbiamo visto negli ultimi decenni da parte di alcune grosse banche di livello mondiale, che hanno spesso generato dei crack finanziari con danni incalcolabili, e rovinato aziende, famiglie, persone, e soggetti finanziari di vario genere, con vergognosi imbrogli e truffe di proporzioni bibliche.
- Perché Tether non opera in Europa? Perché secondo le normative europee vigenti, riguardanti le criptovalute, le stablecoin devono detenere una grossa parte di queste riserve presso dei classici conti bancari tradizionali, che come sappiamo hanno degli interessi bassissimi. Ergo, Tether perderebbe circa il 60% dei suoi profitti. Quindi non ne vale proprio la pena dal punto di vista strettamente matematico.
- Cosa vuole fare Tether con la Juve? Questo è difficile da intuire o dedurre per dei semplici osservatori esterni. Però qualche riflessione la si può fare ugualmente, senza impegno, e senza la protervia da bar, quella del "so tutto io". Tanto per ragionarci sopra.
Le dichiarazioni rilasciate finora, hanno sicuramente acceso un riflettore su questo nuovo protagonista della storia del club, che possiamo supporre che ne abbia avuto qualche beneficio indiretto, perché la Juventus è il marchio italiano più famoso del mondo. Più di Ferrari, Lamborghini, Ferrero, Armani, o chi volete voi.
Dunque una forte pubblicità indiretta Tether l’ha avuta sicuramente, perché il CEO Ardoino all’improvviso è stato intervistato in tante sedi, sono apparsi anche dei video su youtube, ed è diventato quasi “famoso”.
Il tono delle dichiarazioni però è di vicinanza al club e al suo futuro, e di disponibilità di supporto sia economico che all’innovazione e alla modernizzazione, anche con tecnologie all’avanguardia e know-how, nell’idea di ritornare grandi.
Si sono proposti come socio attivo e collaborativo a 360°. Ma lo stesso Ardoino ha anche ammesso che la Juventus oggi ha una valutazione molto sotto il valore reale del club prestigioso che in teoria è. Quindi, quanto meno dal punto di vista finanziario, se la Juventus dovesse riaprire un ciclo di grande competitività e il valore delle azioni salisse vertiginosamente, rivendendo il suo pacchetto Tether avrebbe già monetizzato un plus sull’investimento iniziale. A naso però non sembra essere questo l’intento. O almeno, non in tempi brevi.
C’è da chiedersi se sarebbe interessata a comprarsi tutte le azioni, se fossero in vendita, perché esiste un certo segmento di tifoseria, stanco dei pasticci di casa Agnelli/Elkann, che se lo augura vivamente.
Questo però non è dato saperlo. Ma va detto che le dichiarazioni pro-club sono state diverse, segno che la Juve e i fatti che la circondano quotidianamente sono sotto osservazione. Non è tanto il fatto di comprare azioni, è il fatto di rilasciare dichiarazioni. Se avessero fatto come il fondo investitore Lindsell-Train (terzo azionista), ossia comprare un bel pacchetto di azioni, restare in silenzio, e aspettare il momento giusto per rivenderle in futuro, sarebbe diverso.
Ma qui, bisogna ammetterlo, c'è ben altro. È palese l'intento di Tether di pungere il grigio pachiderma, l'estabilishment polveroso torinese, affinché cambi totalmente rotta sulla gestione.
Ardoino sembra quasi voler stimolare una caratteristica che Elkann non ha proprio nelle sue corde, ossia sviluppare un'impresa, ricostruirla, promuoverla, rinforzarla, modernizzarla. Renderla duttile e nuovamente competitiva su tutti i fronti. Portarla su un altro livello.
Intento sicuramente bello, ma non era Gianna Nannini che cantava “bello e impossibile”?
Ecco, direi che ci siamo capiti…
- Note: Questo è solo un primo schema informativo di base, una sorta di piccolo semplice dossier.
La prossima volta parleremo dello status quo nei rapporti tra i due colossi finanziari, perché ci sono stati alcuni sviluppi.
Parleremo della bontà dell’investimento di Tether, delle prospettive per il futuro, e dei problemi sistemici di cui Tether stessa dovrebbe tenere conto.
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