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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di L. BASSO del 15/04/2010 15:36:16
"Le tre (quattro, cinque...) scimmiette"

 

Innanzitutto devo fare una doverosa premessa: chiedo anticipatamente scusa agli amici e –soprattutto- alle amiche del forum se aprirò questo editoriale parlando di un argomento a dir poco “disagevole”... Non succederà più...

Ascensore di un palazzo con molti piani. Premete il bottone di chiamata, le porte si aprono.
Entrate nella cabina tra lucido acciaio e moquette rossa, e proprio un attimo prima che le porte si richiudano, venite raggiunti nella cabina da un signore molto distinto e da un’elegante signora in tailleur.
L’ascensore dolcemente inizia la sua corsa, mentre tutti e tre i passeggeri iniziano il classico rito del guardarsi le scarpe o del leggere l’etichetta del “peso e capacità” per dissimulare il disagio dovuto a quella forzata, seppur breve, convivenza.
Ad un tratto, ecco l’imponderabile.
Le vostre narici sono punte da un prima lieve, poi sempre più aggressivo odore di uovo marcio.
Alzate lo sguardo dalle scarpe, ed osservate i volti dei vostri compagni di viaggio: entrambi tentano di restare impassibili, nonostante il fetore sia insopportabile. Nessuno dei due, però, pare tradire l’imbarazzo per essere stato il responsabile di questa flatulenza geneticamente modificata.
Trattenendo il fiato, guardate il display che indica i piani... settimo... ottavo... nono ... decimo!
Le porte si aprono e vi catapultate fuori, seguiti a ruota dagli altri due.
Non siete stati in grado di risolvere il dilemma, e siete sicuri che una di quelle due persone sta arrovellandosi nello stesso vostro dubbio. Il terzo, invece, sospira di sollievo per non essere stato beccato.
Tutti e tre, però, guardate con la coda dell’occhio il tizio che sta per salire in quella cabina ancora infestata, e con una punta di sadismo gli augurate buon viaggio...
Un mio amico, parlando di casi del genere, coniò una massima che suonava più o meno: “In tre il peto è orfano”, per indicare l’impossibilità di risalirne all’origine.

Questa massima, viste alcune interviste degli ultimi giorni, mi è tornata in mente in relazione all’ormai leggendario “Scudetto degli Onesti”.
Facciamo qualche passo indietro, e torniamo al 2006, in piena Calciopoli o, per meglio dire, Farsopoli.
In base a quanto risulta dal processo, la Juve è riconosciuta colpevole di buona parte dei mali del mondo, compreso l’attentato al World Trade Center ed il Virus Ebola (corre voce che Moggi sia anche il vero assassino di J.F.K., ma lì non si trovarono abbastanza intercettazioni) e pertanto le viene revocato uno scudetto.
Per la stagione allora in corso, invece, viene penalizzata con conseguente perdita di un secondo titolo, che rimane sub-judice.
La logica, ed il regolamento, direbbero che se il primo classificato viene penalizzato, il titolo debba passare al secondo classificato. E fin qui tutto bene, se non che alla piazza d’onore si era classificato il Milan, anch’esso coinvolto nello scandalo.
Considerato che, in base alle risultanze delle indagini di allora, risultavano “colpevoli” anche la Fiorentina e la Lazio, più d’uno si pose dei naturali e legittimi dubbi: ma se davvero questo campionato era così falsato, ha senso assegnare lo scudetto a qualcuno?
Quando gli antichi dovevano prendere simili decisioni, interpellavano gli arùspici o le sibille, per ottenere da loro pareri -non sempre illuminanti- mediante la lettura degli astri o l’interpretazione dei sogni.
Oggi, nell’era spaziale, le cose non sono cambiate poi di molto, e così il “Commissario Straordinario Super Partes Appositamente Nominato per dirimere la Questione Calciopoli”, si recò ad interpellare tre saggi.
Buon per lui, non dovette salire sulla montagna di P’darr figlio di K’merr della tribù di S’htarr, ma i tre saggi gli fecero pervenire il parere direttamente a domicilio.
A questo punto la vicenda si tinge di mistero: già perché il suddetto parere non l’ha mai potuto leggere (almeno integralmente) nessuno.
Alcuni sospettano addirittura che, come il celebre Necronomicon, capolavoro di blasfemia universale che sarebbe stato scritto dall’arabo Abdul Al’hazred (ma che in realtà era un’invenzione letteraria del genio folle di H.P. Lovecraft), anche questo “parere” non esista.

E così, per chiudere definitivamente la questione, visto che il tempo stringe, Guido Rossi, nelle sue sacre vesti di Commissario Straordinario Super Partes eccetera eccetera, porta al popolo il responso:
“Non possiamo assolutamente lasciare tutto in un limbo. L’Uefa ha bisogno di una classifica definitiva. Il calcio italiano ha bisogno di un segnale forte. Mia moglie ha bisogno di tre etti di prosciutto cotto e tra un pò il negozio chiude, per cui diamoci una mossa. Visto che tutti, chi più chi meno, hanno collaborato a truffare un pover’uomo onesto, che da tanti anni non vinceva mai perché era l’unico corretto in una banda di tagliagole, per meriti sportivi e soprattutto etici, lo scudetto va all’inter!”
Tutti, o quasi, applaudono a questa decisione: dopotutto l’inter –si è dimostrato dalle indagini- è l’unica squadra che, per correttezza, non telefonava MAI a designatori, arbitri, donne delle pulizie o chicchessia, e per questo rimaneva sempre fregata.
Pochi invece si chiesero cosa facesse Guido Rossi prima di diventare Commissario Straordinario e bla bla bla. La risposta sarebbe stata semplice: “sedeva nel C.d.A. dell’inter”, e pertanto sarebbe stato poco “super partes”, ma nessuno lo sottolineò e tutto andò bene così.
L’altra domanda che nessuno si fece era quella sull’assenza di intercettazioni telefoniche a carico dei dirigenti nerazzurri. Va bene la correttezza, ma dico... almeno gli auguri di Natale... niente. Che maleducati!
Forse qualcuno sarebbe stato illuminato dal conoscere le “sinergie” fra inter e Telecom, ma anche qui tutto tacque.

Facciamo ora un salto in avanti di quattro anni alla guida della nostra De Lorean, ed arriviamo ai giorni nostri.

Al processo di Napoli, dal cappello a cilindro dell’Avvocato Trofino salta fuori non un coniglietto bianco, nè un mazzo di rose rosse, bensì quintalate di registrazioni telefoniche ignorate in sede di indagine, dalle quali risulterebbe che anche i dirigenti dell’inter chiacchieravano amabilmente con i più diversi soggetti.
Al di là del contenuto delle suddette telefonate, che di per sé manderebbe a gambe all’aria i famosi “meriti etici”, è l’esistenza stessa di quelle telefonate, che fino al giorno prima erano state bollate come “piaccia o non piaccia” inesistenti, a gettare ombre sulla squadra milanese e sull’assegnazione di quello scudetto.

Il primo a smarcarsi da quella che, a questo punto, diventava una decisione discutibile, è stato Carraro: “Per quanto riguarda lo scudetto assegnato a tavolino all’Inter, l’ho detto il 15 luglio dello scorso anno, quello è stato un grave errore di politica sportiva commesso dal Commissario Guido Rossi. Ho letto sui giornali che la motivazione sarebbe stata le sollecitazioni da parte della Uefa e del Cio. Escludo qualsiasi tipo di sollecitazione per l’assegnazione dello scudetto. La verità è che l’Uefa chiedeva che la giustizia sportiva si sbrigasse e desse la possibilità di iscrivere le squadre italiane alle coppe.”
L’ex presidente della Corte Federale Piero Sandulli gli fa eco: “A suo tempo espressi parere negativo e fui anche fortemente criticato sull’assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter, perchè gli scudetti vanno conquistati sul campo e non a tavolino. Sarebbe stato più opportuno non assegnarlo, come quello del campionato precedente. Non so se ci furono pressioni da parte dell’Uefa affinchè il titolo fosse assegnato comunque, ma la nostra stessa decisione lasciava trasparire che non era opportuno assegnare quello scudetto.”.
Io non c'ero, e se c'ero dormivo, insomma.

Subito dopo è il turno di Ruperto, Presidente emerito della Corte Costituzionale ed ex Presidente della CAF: “Andatevi a rileggere la mia sentenza: si parlava esplicitamente di NON ASSEGNAZIONE DEL TITOLO! Furono i saggi nominati dalla FIGC a decidere per l'assegnazione all'inter”.

Bussiamo allora alla porta di Gerhar Aigner, ex-segretario generale dell'UEFA, nonchè uno dei tre “saggi” interpellati: "Noi non abbiamo deciso di dare il titolo all'Inter, noi tecnicamente abbiamo detto che era possibile farlo. Il nome dell'Inter non ci era stato proposto. Dovevamo per forza fare una classifica di quel campionato per via delle Coppe europee, ma non era necessario dare il titolo a qualche squadra. Per me sembrava normale non assegnare il titolo in quelle circostanze perché c'erano dubbi sulla regolarità del campionato".
Pardolesi e Coccia, gli altri due saggi, dicono che “...sì, alla luce delle ultime cose... però si doveva... ci avevano chiesto... ma effettivamente... noi comunque confermiamo integralmente il nostro parere dell'epoca!” Che a me ricorda tanto la superscazzola prematurata di tognazziana memoria.

In tutto questo putiferio, l'unico che ancora tace è il Commissario Rossi. Anzi, l'ex-Commissario, perché dopo l'assegnazione quantomeno -a posteriori- inopportuna di quello scudetto, ha dismesso i sacri panni ed è tornato ad un lavoro extra-calcistico.
L'unico che potrebbe raccontare tutta la verità, perché conosce nome e cognome di chi ha scoregg... ops, volevo dire di chi ha deciso di appiccicare su quelle maglie il famoso “scudetto degli Onesti”, se ne sta ben nascosto aspettando che passi la tempesta....

Forse perché è stato proprio lui?
O forse perché, caro Signor Rossi, dovrebbe fare troppi nomi?
 
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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