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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di M. VIGHI del 15/04/2010 22:33:41
Il punto dopo le inter-cettazioni

 

Inter-Juventus un tempo era il derby d’Italia.
Poi i proclami di verginità telefonica di Moratti e le ammissioni di illeciti mai consumati da parte dell’avvocato Zaccone incaricato dalla banda di John Elkann, lo trasformarono in Onesti-Ladri.
Molti tifosi juventini, in primis noi di GiulemanidallaJuve, nonché qualche sportivo degno di tale nome e qualche sporadica voce giornalistica fuori dal coro, hanno schiumato di sdegno di fronte a questo stupro della verità che ci siamo dovuti sorbire per quattro lunghi anni. Anni in cui la quasi totalità dei media ha vomitato le peggiori falsità e faziosità nei confronti di una Signora logora e abbandonata a sé stessa ed ai suoi malaugurati tifosi.
Le immagini dell’avvocato di Moggi al processo di Napli, Paolo Trofino, che inchioda il colonnello Auricchio all’ammissione di tutte le lacune della sua indagine, con l’omissione delle telefonate riguardanti il rapporto tra i designatori arbitrali ed i dirigenti delle altre squadre, è una tisana confortante dopo tutto il guano che abbiamo dovuto ingoiare.
E’ una piacevole sensazione in gola, ma prima di digerire tutto ciò che ci è rimasto nello stomaco ne passa e ne ha da passare. Rancorosi per definizione (di altri), indomiti nel non accettare le falsità che ci hanno propinato fino ad oggi e nel pretendere verità e giustizia, tutti gli juventini hanno potuto leggere sui giornali, ascoltare su youtube, conoscere tramite la televisione le telefonate di Facchetti, di Meani, e quelle che ci sono e ci saranno di Zamparini, Cellino, Campedelli, e molti altri.
Avevamo ragione, quindi, e del resto Paolo Bergamo lo disse subito nel 2006, ma nessuno volle dargli ascolto: tutti parlavano con i designatori, nessuno escluso. Bene: ora tutti possono toccare con mano come stanno e stavano le cose.
Quale potrebbe essere l’errore più grande da commettere in questo momento, allora?
Che il sentimento juventino prevalente sia sostituirsi ai boia, che dopo aver denunciato da questo sito e da altri lidi la lacunosità e preterintenzionalità delle indagini, ed esserci sdegnati di fronte all’atteggiamento giustizialista e forcaiolo dei media, il tifoso bianconero salti dall’altra parte della barricata e cominci ad ululare alla luna, ravvisando nei colloqui telefonici riguardanti le altrui squadre quella condotta di illecito sportivo che non ravvisò invece nelle conversazioni moggiane.

Ricordiamo che nessun illecito sportivo si riscontrò ai danni della juventus, nessun risultato alterato nei campionati sotto esame dalla disciplinare sportiva, né tentativo di alterazione della singola partita, ma solo una interpretazione di una “longa manus”, un controllo (militare, come direbbe Travaglio) dall’esterno tradotto nel linguaggio Rossi-Sandulliano e Auricchio-Beatucciano poi come “associazione a delinquere”. Una interpretazione che traeva la sua forza da una visione del rapporto Moggi-Bergamo come assiduo ed esclusivo. Con le rivelazioni di questi giorni, tuttavia, crolla la tesi accusatoria: l’esclusività va a farsi benedire, e l’assiduità assume i contorni di normalità. Se ci aggiungiamo che il tono delle telefonate degli altri dirigenti è non dissimile da quello delle note telefonate di Lucianone (vedi Facchetti che invita Bergamo a passare in sede da Moratti a ritirare regali, ad esempio) e che Moggi risulta scavalcato in ordine cronologico da Facchetti e Meani nel conoscere i nomi di arbitri e guardalinee designati per le partite, ecco che il quadro è completo.

Ci fu un tempo in cui i media si abbatterono con ferocia, mendacio e infamia nei confronti della Juve e di tutto ciò che riguardava la cosiddetta calciopoli.
Poi fu il tempo del silenzio, quando dal processo Gea prima e da Napoli poi tanti fattori rilevanti andavano lentamente a minare il fragile castello accusatorio.
Oggi che sta cedendo, non possono più esimersi dalla cronaca: e così eccoli dividersi in due eserciti distinti ma entrambi pericolosi. Da una parte chi finge ancora di ignorare che, in mancanza di partite truccate, il nocciolo della questione è la presenza di altre telefonate, e non il loro contenuto, arroccandosi così in una patetica difesa della vecchia tesi dietro un laconico e ridicolo assunto che il “tono” delle telefonate sia differente. Dall’altra, si scorge chiaramente chi si prepara a cavalcare la stessa onda giustizialista condotta nella crociata antijuventina del 2006.
Comprensibilmente, molti tifosi di Madama saranno tentati di abbracciare con foga questa seconda corrente, per sfogare tanta rabbia e frustrazione represse in questi anni.
State in guardia: la strada per la verità e la restituzione dell’onore passa come sempre attraverso la coerenza e la rettitudine, e non attraverso l’iniezione di sangue agli occhi.
Se prima urlavamo di sdegno per la condotta mediatica giustizialista e moralizzatrice, l’incoerenza sarebbe comportarsi nello stesso modo nei confronti del nuovo filone di inter-cettazioni.
Chiamare i designatori non era illecito, non rappresentava una associazione a delinquere, non doveva avere come effetto la retrocessione in serie B. E ora che tutti scoprono che così fan tutti, la regola non cambia.
Certo, una sorta di giustizia divina imporrebbe che i tifosi delle altre squadre provino un po’ sulla loro pelle cosa significhi essere coperti di ridicolo con evidente infamia.
Ma non è con l’ingiustizia che si ripara ad una ulteriore ingiustizia.
Di più: questa strategia mediatica finirebbe con il “confermare” indirettamente la colpevolezza della Juve nel 2006, in quella direzione di “tutti colpevoli” che tanti richiamano in questi giorni.


Ma così non è.
La Juve non era colpevole perché non c’era nessuna associazione a delinquere. E quanto sta uscendo in questi giorni, in primis demolisce tale capo d’imputazione, sorretto esclusivamente dalla lacunosità e preterintenzionalità delle indagini condotte.
Giustizia allora vuole, al di là dei codici delle prescrizioni e di quant’altro, che si riveda quel maledetto procedimento sportivo, venga restituito alla Juve quanto indegnamente e con infamia sottratto.
Poi ci sarà tempo per valutare eventuali ulteriori indennizzi (la Juve non ha perso certo solo due scudetti in questi quattro anni, e il danno economico subito non sarà facile da quantificare) ed analizzare nel dettaglio il nuovo materiale ai danni delle altre squadre, per cogliere eventuali differenze rispetto alle telefonate vagliate a suo tempo contro la Juve (ad esempio eventuali contatti diretti con gli arbitri, cosa attualmente non accertata nei confronti della società bianconera).
Ma questo potrà avvenire solo in seguito, non ora.
Levatevi la bava dalla bocca, riponete l’ascia da guerra.
Si ristabilisca l’ordine naturale, si restituisca il maltolto, si faccia luce dove con accanimento si volle tenere tutto oscuro.
Noi vogliamo solo la verità.
La vendetta l’abbiamo sempre consumata sul campo: e lì ricominceremo a consumarla, perché la Signora del calcio siamo sempre stati noi!
 
  IL NOSTRO SONDAGGIO
 
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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