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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di M. LANCIERI del 21/04/2010 15:08:51
Il diritto di rubare

 

Nel 1948, al termine del secondo conflitto mondiale, veniva redatta la Dichiarazione universale dei diritti umani. Verrebbe da pensare che tale dichiarazione sia valida in modo universale, meno che per qualche individuo. Altrimenti, nel caso di farsopoli, non si capisce come potremmo conciliare gli avvenimenti degli ultimi quattro anni con l’articolo 7, che recita: “Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione” . Leggendo quanto scritto da Travaglio & C. nei confronti della vecchia dirigenza juventina, è difficile non trovare un incitamento ad una discriminazione nei suoi confronti: Moggi per questi individui è un ladro. Perché? Perché è Moggi.

L’articolo 11 comincia così: “Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa” . Le garanzie che sono state date alle persone coinvolte in farsopoli dal 2006 al 2009 consistono in 15 minuti di difesa in una hall di un hotel, senza la possibilità di portare prove a discarico, e con una sentenza successivamente scritta sulla base del “sentimento popolare” . A tutto ciò va aggiunta la censura operata nei loro confronti per un lungo arco di tempo, tanto da gridare allo scandalo quando Moggi, emblema della corruzione sportiva, cominciò la sua collaborazione con un quotidiano.
Lo stesso articolo 11 prosegue: “Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetrato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso” . Per farsopoli si decise di fare un piccolo “strappo” alla regola, inventandosi di sana pianta una norma inesistente e cambiando addirittura l’iter processuale, riducendo i gradi di giudizio: del resto, il popolo voleva la forca… e andava accontentato!

L’articolo 12 stabilisce che: “Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni” . Le intercettazioni di Mogg jr., in cui lo stesso si lamentava di non avere concluso in bellezza una serata galante, furono sbattute sulle pagine di tutti i giornali, decretando di fatto la fine della sua famiglia. Che attinenza avevano con le indagini sulla GEA? Nessuna. Ma tutto fa brodo, quando si vuole distruggere una persona.

Infine, l’articolo 30 recita: “Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuno dei diritti e delle libertà in essa enunciati” . In questi anni, non solo sono stati distrutti i diritti fondamentali delle persone tirate in ballo nell’ambito di farsopoli, ma si è deciso di annientare gli stessi individui, imponendo loro il pubblico ludibrio ed impedendogli qualsiasi minima forma di auto-difesa.

Grazie a Dio, c’è un’aula di giustizia a Napoli in cui questi diritti sembrano valere ancora qualcosa. E, nonostante il dissenso dei soliti giustizialisti, le persone che hanno vissuto questi quattro anni di ingiustizie si stanno finalmente togliendo qualche soddisfazione.

Ma nel frattempo si è creata una realtà parallela, nella quale coloro che dovrebbero rispondere di fronte alla legge delle loro nefandezze si sono invece eretti in cima all’empireo dell’onestà e dei successi e dal loro vergognoso pulpito dispensano orrende prediche. Ieri sera, al termine dell’ennesima partita costellata da errori arbitrali a proprio favore, il presidente nerazzurro, evidentemente incapace di godersi una vittoria senza piagnucolare un po’, come d’abitudine, è tornato agli anni in cui guardava gli altri vincere: «L’andamento dei nostri campionati non è stato in linea con gli investimenti fatti perché c’era un gruppetto che cercava di garantirsi dei risultati. Ma non mi sembra sia finito benissimo». Parole che suonano come un avvertimento, il cui significato neanche troppo subliminale pare essere: “Io spendo, quindi devo vincere! Chi si mette di traverso, finisce male!” . Il furbo Carraro, che con l’altrettanto sagace Collina e pochi altri non ha visto scalfita la sua posizione privilegiata anche in seguito a farsopoli, aveva colto l’antifona molto prima del 2006. E infatti è ancora al suo posto. Altri non fecero abbastanza a favore della causa nerazzurra e sono stati spazzati via. Il dubbio, a questo punto, è che il venticello maleodorante proveniente da Milano sia arrivato anche all’interno dei palazzi dell’Uefa e che ai diritti universali ne sia stato recentemente aggiunto un altro, anche se non ufficialmente. Articolo 31: “L’Inter ha il diritto di rubare”.
 
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