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Il Fatto di F. ZAGARI del 29/04/2010 07:50:07
Quando l’evidenza supera la supposizione

 

Di Calciopoli e su Calciopoli in questi anni si è scritto veramente di tutto: dalle più fantasiose supposizioni su come la Juventus rubava, alla prova certa ed evidente che di frodi sportive non se n'è mai vista l'ombra. Sulle prime si sono scatenati in tanti: moralisti, perbenisti, giustizialisti dell'ultima ora, personaggi televisivi e sportivi, gazzettari, corrieristi e repubblichini; tutti accomunati da un unico credo: la Juventus vinceva perché rubava. Sulla seconda, e con una risonanza mediatica pari alle partite di pallapugno, hanno provato in pochi, anzi pochissimi, sovrastati da quel sentimento popolare tanto in voga nell'estate del 2006, riuscito addirittura ad entrare all'interno delle sentenza sportive.
Oggi, invece, quello schieramento tanto affezionato alle luci ad intermittenza degli alberi di Natale, a giorni alterni, sempre per non perdere il vizio, ci narra le differenze tra le telefonate che hanno interessato la dirigenza juventina e il resto del mondo pallonaro; gli stessi, tanto per farvi capire, che difendevano a spada tratta "gli altri", martirizzandoli per essere stati gli unici a non telefonare e grigliare arbitri, fregati, invece, da una banda di truffatori. Ma su di un punto voglio focalizzare la vostra attenzione: le griglie.
Martedì pomeriggio (26/04 ndr) nell'aula 216 del Tribunale di Napoli, l'ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto ha rilasciato una dichiarazione spontanea al Presidente Teresa Casoria, nella quale ha evidenziato come, sotto l'ala protettiva della Federazione Giuoco Calcio, tutti i rappresentanti delle società calcistiche di serie A avevano rapporti di abitualità con i rappresentanti dell'Aia. Non a caso, il Pairetto dice che i nominativi delle griglie fatti sapere il giorno prima, e/o il nome degli assistenti, non erano: né vietati, né tantomeno dati come situazione negativa dalla Federcalcio. Anzi, aggiunge Pairetto, la Federazione ha sempre sollecitato a mantenere dei rapporti diretti con le società, ed in alcuni casi invitando i designatori a telefonare ai rappresentanti delle stesse.
Nella sentenza di primo grado del rito abbreviato, però, il giudice Eduardo De Gregorio scrive: "...al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione, compivano atti fraudolenti che, alterando la corretta e genuina procedura di sorteggio del direttore di gara e quella per la designazione degli assistenti del direttore di gara, predeterminavano l'andamento e il risultato dell'incontro..."
Due i punti:
1) I sorteggi erano regolarizzati da un notaio, che per puntualizzare è un pubblico ufficiale, e secondo la deposizione spontanea di Pairetto ci fu un episodio in cui, visto l'errore tecnico di precludere Collina in una gara del Palermo, il notaio presente al sorteggio fece ripetere la procedura.
2) A pagina 4 della sentenza Giraudo, De Gregorio scrive: "...l’organizzazione si era adoperata al fine di garantire l’elezione di Franco Carraro quale presidente della Figc..."
Riprendo il punto 1 e domando: è mai stato sentito un qualunque pubblico ufficiale presente ai sorteggi come persona informata sui fatti?
Riprendo il punto 2 e mi chiedo: se Franco Carraro è stato Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio dal 28 dicembre 2001 all'8 maggio 2006, e cioè nel periodo in cui venivano sollecitati i designatori ad avere rapporti diretti ed abituali con i tesserati delle società, per quale motivo non è stato condannato insieme agli altri, visto che la sua elezione era negli interessi dell'ipotetica "cupola"? E se così non fosse, visto il proscioglimento dall'accusa di frode sportiva datato 29 maggio 2009, non capisco su quali dati "certi" si basino i magistrati affinché una banda di truffatori si sia adoperata all'elezione del Carraro.
Di Calciopoli e su Calciopoli in questi anni si è scritto veramente di tutto, e ancora oggi c'è chi sostiene, scritto a chiare lettere sui fogli di una sentenza, che la Juventus grigliava arbitri, nonostante l'evidenza abbia oramai superato la supposizione.

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