Serie A 09/10: analisi 36° giornata

L'ho scritto dalla prima giornata, perché a guardarne la rosa tutto poteva accadere tranne che l'Inter non vincesse lo scudetto stagione 2009/2010, ma che questo si concludesse (mancano comunque due giornate al termine) con la sceneggiata di ieri sera allo stadio Olimpico, sinceramente se ne poteva fare a meno; lo riprenderò in chiusura.
La lotta per il quarto posto è ancora un discorso tra Sampdoria e Palermo, e domenica prossima alla favorita si delineerà il destino di una delle due. Napoli e Juventus, invece, si sono qualificate all'Europa League. In coda, oltre al già retrocesso Livorno, anche il Siena saluta la serie A, ed entrambe aspettano la terza, che presumibilmente sarà l'Atalanta, fermata sul pari interno dal Bologna.
E proprio su quest'ultima partita riprendo il discorso iniziale.
Tra le reazioni di oggi, si segnala per ora il silenzio delle varie istituzioni del pallone, Lega in testa. Probabilmente è solo questione di tempo, perché si sa, da quelle parti ci mettono sempre un attimo a rendersi conto di cosa accade. O forse è coda di paglia. Ci starebbe tutta. Perché in un calcio che si nutre di sospetti e veleni, sarebbe il caso di fare tutto il possibile per non creare condizioni fertili al loro proliferare. Ad esempio, tornare alla sana abitudine di giocare tutte le partite delle ultime 4-5 giornate in contemporanea. Se ieri la partita di Roma e quella di Bergamo si fossero giocate alla stessa ora, Brocchi e compagni avrebbero vissuto 85 minuti di paura, con l'Atalanta in vantaggio sul Bologna virtualmente a -3, e avremmo visto con ogni probabilità una partita diversa. Invece di indignarsi inutilmente, sarebbe meglio ripartire da qui. Già, ma a proposito di sudditanza e sottomissione a volontà altrui, tra tutti i presidenti e i dirigenti delle squadre o della lega chi ha il coraggio di dirlo a Sky e Mediaset?

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