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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di C. NOLA del 26/05/2010 21:48:53
Macerie post armageddon

 

La stagione è conclusa ed è tempo di consuntivi. Analizziamo quanto abbiamo visto sul campo e cerchiamo di trovare, laddove ce ne fossero, spunti da salvare: compito ingrato, amici miei! Proviamoci ugualmente. Ma prima di iniziare, un’avvertenza: tutto quanto scrivo è solo ed esclusivamente frutto della mia opinione, pertanto soggetto a discussione.

Non ho neanche guardato l’ultima partita della Juventus, ma ho ricevuto un sms di un amico alle 23:00, che recitava: “Finalmente è finita”. Iniziamo da qui: finalmente finisce la peggiore annata bianconera che la memoria calcistica nazionale ricordi. Badate bene, questa stagione ha superato per distacco quella che finora aveva vestito la “maglia nera”, ossia la stagione 90/91, con Maifredi allenatore e Montezemolo Presidente, per alcuni semplici riferimenti “tecnico-statistici”.
Quella stagione finì con l’autodistruzione: l’ottavo posto in campionato, che non valse neanche la partecipazione all’allora Uefa. Ma quella squadra, fino alla 4° di ritorno, sciorinò, onestamente parlando, un discreto calcio ed era a -1 dalla Samp poi campione. Poi, bene o male, arrivò alla semifinale di Coppa delle Coppe, sfiorando la finale, eliminata dal Barcellona (1-3/1-0).

Certo, stiamo parlando di dettagli, ma il “dettaglio” è che questa “squadra” mai si è anche solo avvicinata all’idea di giocare per lo scudetto (forse alla 3° giornata d’andata, dopo Roma e Lazio, qualcuno poteva sperarci). Men che meno si può affermare che il suo cammino in Champions prima e in Europa League poi sia stato quantomeno dignitoso. Indi, signori, se quella squadra si squagliò nel momento topico, questa non è neanche nata.

I numeri poi sono totalmente impietosi e parlano di 15 sconfitte in campionato, 2 in Champions League, 1 in Europa League e 1 in Coppa Italia, su un totale di 50 partite: un dato raccapricciante.
Vogliamo parlare dei gol subiti? 56 (cinquantasei!) in campionato, 7 in Champions League, 6 in Europa League e 2 in Coppa Italia. Questa squadra ha preso sempre di media quasi 1,5 gol a partita: dilettantesco, amatoriale. Questi numeri credo che siano in assoluto il record storico di sempre: neanche la tanto citata stagione 61/62 fece registrare un simile scempio. L’incredibile collana di record polverizzati dall’“Ingegner Elkann” e dal “fido” (e mi perdonino i cani…) tennista francese hanno dell’incredibile, sembra quasi che lo facciano apposta (…!).

E veniamo alla parte “tecnica”, ossia il campo, l’allenatore, la squadra. E qui, volere o volare, raggiungiamo il picco, anzi il centro della voragine, perché al di là dello sfacelo eseguito nella stanza dei bottoni, mi preme ricordare che per come intendo il calcio io, alla fine in campo vanno in 11 (massimo 14) e in panchina ci va uno (anzi, negli ultimi tempi più d’uno).


ALLENATORI

FERRARA: Il buon Ciro è stato accolto da “noialtri” come “uno di Noi”, ma su di lui sono ricaduti i primi strali dei tifosi quando le cose hanno preso la piega che sappiamo. Semplicemente inadeguato al ruolo offertogli, prigioniero del “rombo” e probabilmente troppo a corto di personalità per dare ad esempio quelle dimissioni post-Bayern che la dignità gli avrebbero imposto. Voto 4

ZACCHERONI: Che un tizio simile approdi sulla nostra panchina é emblematico del momento. La sua “scintilla” è durata sì e no 4 partite. Impietose, le telecamere lo inquadravano con la faccia di chi non sapeva mai che fare. Alla fine, numeri alla mano, riesce pure a fare peggio di Ciro. Farsopoliano, newhollandista. Voto 3,5


SQUADRA

PORTIERI: 5. Tra le numerose assenze di Buffon, gli infortuni, le sue promesse a Manninger e le sue paturnie con Alena, quest’anno abbiamo visto alternare interventi salva risultato a “vaccate disumane”. Se a queste aggiungiamo l’editto reale emanato da Carlo Magno che vieta a qualunque portiere di nazionalità austriaca di uscire anche solo di un metro dalla linea di porta, capirete come, forse, tutto sommato, quest’anno un “citofono” avrebbe svolto la funzione in egual maniera.

DIFESA: 4. E che voto volete dare alla difesa della (fu) Juventus che prende 71 gol in 50 partite? Sinceramente, credo che alla lunga abbiano smesso di capirci qualcosa anche loro. Ora a 3, ora a 4, ora De Ceglie, ora Grosso, ora Legrottaglie, ora Cannavaro, ma gli svarioni sono stati talmente tanti da smettere di contarli. In questo panorama davvero tremendo, le chicche sono naturalmente Cannavaro Fabio e Grosso Fabio; ho smesso di provare a capire il loro acquisto, ma mi auguro di cuore di non doverli rivedere mai più. Per quanto riguarda Legrottaglie, domanderei a Zaccheroni il perché del suo accantonamento a favore del tizio napoletano quando stava ritrovando una condizione accettabile. Su Zebina e Grygera c’è poco da dire. Il primo è già un lusso l’averlo avuto a disposizione per una quindicina di partite dove peraltro ha alternato buone cose (vedi Fulham all’andata) a solite amnesie e scatti di nervi; il secondo, dopo l’infausta partita col Siena dove regalò 3 gol ai toscani, è praticamente uscito di scena. Detto anche dell’inadeguatezza tecnica a questi livelli di De Ceglie e della stupenda cessione di Molinaro (credo che a Stoccarda sia nata l’oktoberfest 2 per ringraziarci), menzioniamo gli unici 2 del reparto da cui ripartire. Il primo è, of course, Chiellini su cui c’è poco da dire: orgoglio, caparbietà e spirito di appartenenza ne fanno una pietra d’angolo del futuro. Il secondo è, anzi sarebbe, Caceres. Il condizionale non è per le prestazioni, in quanto il giovane uruguagio merita la conferma per dinamismo, duttilità ed età, quanto per l’integrità fisica e ovviamente il prezzo che Laporta chiederà; parrebbe comunque già acquisito uno sconto per il riscatto da 11 a 7 milioni.

CENTROCAMPO: 3. Questo é in assoluto lo spettro più inquietante della stagione bianconera. Il reparto partì tra lazzi, fanfare e squilli di tromba. L’acquisto di Felipe Melo (?) a far da ciliegina sulla torta ad una batteria che comprende(va), tra gli altri, Sissoko, Marchisio, Camoranesi e Poulsen.
Che questo centrocampo non avesse esterni lo intuirono anche Tobias e Thomas, rispettivi eredi del capitano e del n.1. Su Felipe Melo credo di avere scritto tutto e di tutto: lento, supponente, arrogante, deleterio e oltremodo egoista, sempre pronto a mettere l’io personale davanti al rendimento (peraltro sconcertante) della squadra. Neanche ora, che se Dio vuole è finita, ci fa mancare le sue considerazioni apocalittiche. Secondo cui, senza di lui, noi abbiamo quasi sempre perso. Il punto è che qualcuno dovrebbe spiegargli che quest’anno alla Juve chiunque può dire lo stesso.
L’unica nota lieta del reparto è ovviamente Claudio Marchisio, che ha raggiunto quella maturità e quella consapevolezza del ruolo beneauguranti per il prosieguo, giacché Claudio sta al nostro centrocampo come Chiellini alla nostra difesa! Parlando d’altro, resta un mistero l’improvviso, immotivato e autolesionista confinamento di Candreva in tribuna. Chiederemo al tennista francese: probabile che i soldi del suo riscatto dovessero essere investiti per piante di gerani ad ornamento dell’area commerciale anti-stadio. Non è il caso di tornare sull’infausta cessione di Marchionni, né su quella di C. Zanetti; i miei saluti vanno infine a Mauro German Camoranesi, antipatico, egoista, nervoso finché si vuole, ma grande giocatore e soprattutto uomo, merce ultimamente rara dalle parti di Galio Ferraris, e purtroppo a Poulsen, sebbene quest’ultimo stante anche l’indecente proporzione costo-ingaggio-resa, potrebbe restare un altro anno. Nel qual caso il saluto (comunque non affettuoso) mi auguro sia solo rinviato.

ATTACCO: 4,5. Se il voto non è inferiore a quello del centrocampo, il merito è per l’ennesima volta di 2 tizi che, numeri alla mano, “qualcosina” di storia bianconera paiono averla scritta: Alex Del Piero e David Trezeguet. Andate a rivedervi i numeri, il minutaggio e i gol (più assist per il primo) realizzati. Bene, ora confrontateli con i numeri del tizio che da un anno e mezzo ci informa di essere “appena tornato” e dell’unico calciatore della storia che per un menisco ha perso 8 mesi di stagione. Certo, in quest’ultimo caso si può parlare di sfortuna, di fato. Ma resta un fatto: Iaquinta ha mercato. Fossi in Marotta, ci penserei: arrivare a Pazzini può essere dura, ma a Gilardino?
Riguardo Amauri, c’è ben poco da dire: un anno e mezzo per 7 gol tra campionato e coppe. I numeri sono impietosi, gli stessi numeri che, a dispetto di una devastante forza fisica al servizio dei compagni, condannarono diversi anni fa alla cessione un’autentica forza della natura, Alen Boksic. Quindi Amauri addio.

In conclusione.
Le certezze, le basi da cui ripartire, sono poche, la squadra necessita di almeno 4-5 innesti di qualità. Più avanti ci occuperemo di analizzare i nomi accostati alla Juventus e cosa offrirebbero dal punto di vista qualitativo a questa squadra. Per il momento, un unica chiosa: buon Lavoro Marotta!
 
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