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Il Fatto di F. ZAGARI del 28/05/2010 07:16:34
Il vizio che hanno tutti quanti

 

Che la Dott.ssa Teresa Casoria, Presidente del procedimento in corso presso la IX sezione del Tribunale di Napoli denominato Calciopoli, sia a volte un po' indisciplinata, l'ho potuto constatare quando, nell'estate di un anno fa, dichiarò: «In questa sezione abbiamo anche processi più seri da portare avanti, nel senso che abbiamo pendenti casi con gente agli arresti…»
Un giudice non dovrebbe esprimere mai alcun giudizio, prima della sentenza. Di nessun tipo. Ed è giusto.
Come giusto è sottolineare che il principio in questo caso esposto (la precedenza ai processi con detenuti) è regolarmente fatto valere, ma nella fissazione del calendario. Mentre la procura di Torino lo ha addirittura codificato in una raccomandazione ai pm, cui è stato suggerito di lasciar perdere i fascicoli destinati a prescrizione. Come si vede, appunto, nella pratica è violato (qualche volta giustamente, e non è questo il caso) il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale.
A distanza di un anno, la "calda" Casoria, ha nuovamente espresso, e si badi bene che non è un'assoluzione, un concetto che, per chi segue regolarmente il processo di Calciopoli, non fa una grinza: «Ecco, sarebbe opportuno - questo è un brutto vizio che hanno tutti quanti - non parlare proprio".»
In soldoni: ha espresso l'idea che si è fatta, sia del parlare con designatori e arbitri che di quanto fosse diffuso il "vizio".
Un "vizio" che nell'estate del 2006 fu etichettato alla sola ex dirigenza bianconera, e per il quale a rimetterci fu proprio la Juventus, rea, secondo la giustizia sportiva, di aver usufruito di un sistema che le avrebbe consentito di vincere a dismisura sugli avversari.
Noi non abbiamo mollato, e non solo perché trasportati dall'amore verso una maglia, ma perché quella giustizia di cui vorremmo andare fieri ed esserne assoluti garanti ha vergognosamente sentenziato che la Juventus era colpevole per il semplice fatto d'essere colpevole, senza metterci davanti agli occhi un fatto, che sia uno, che testimoniasse la colpevolezza della stessa.
A Napoli, come a Roma, sono emersi fino ad oggi (ed è bene ricordare che i teste dell'accusa sono terminati) i sillogismi che hanno avuto la forza di far processare "in piazza" la gloriosa storia della Juventus: la “sensazione” di qualcuno e il “sentito dire ” di altri, che hanno creato a loro volta l’idea di un sistema di potere, alimentando le più variegate leggende, dai “colpi di tosse” riportati da Manfredi Martino all'"'arbitro chiuso nello spogliatoio". Il solito "vizio" da parte di "tutti" di millantare.
Poi è "normale" che in mancanza di prove, anche alla Dott.ssa Casoria venga da esprimere: «Questo è un brutto vizio che hanno "tutti " quanti».

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