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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di L. BASSO del 29/05/2010 08:52:08
Per chi suona la campana

 

“Non chiederti mai per chi suona la campana... essa suona per te.”

Dall’altra sera questa parole di Hemingway mi rotolano nella testa, pesanti come una sfera di pietra... colpiscono i neuroni del mio cervello scandendo rintocchi come quelli di una triste e grave campana “a morto”...

...rintocchi lontani lontani, portati dal vento... raccontano storie perdute nel tempo, di un uomo che stava guardando la partita della sua squadra del cuore quando venne colpito da un razzo partito dalla curva opposta. Raccontano di un’Italia pallonara che aveva mal sopportato, fino ad allora, le quasi “innocenti” scazzottate dei tifosi fuori dallo stadio, e che ora scopriva la morte, scopriva le lame, le pistole.

...un altro rintocco, che si perde per le campagne delle Fiandre, riporta alla mia mente uno dei più tristi spettacoli che la mia memoria ricordi... su il sipario, va in scena la follia.
Corpi inanimati messi in fila lungo il muro di cinta di uno stadio, l’homo homini lupus trova la sua libertà e la sua consacrazione eterna in fondo ad una bottiglia di birra.

...sospiro, ed un nuovo rintocco risuona nei miei pensieri. Stavolta il suono è chiaro e nitido, e mi appare uno dei tanti autogrill della nostra rete autostradale. Ma oggi non si beve caffè per tenersi svegli alla guida. Oggi si offre sangue.
Alcuni ultrà laziali aggrediscono un’auto di tifosi juventini, con la consapevolezza di “compiere una missione”, di “estirpare un male”. Dal lato opposto dell’autostrada un poliziotto, credendo che ciò che ha visto nei film dell’Ispettore Callaghan sia la realtà, fa una pazzia. Spara attraverso un’autostrada affollata. La buona notizia è che non colpisce nessuna delle auto in transito, avrebbe potuto provocare una strage. La cattiva notizia è che colpisce a morte uno degli ultrà laziali all’interno della loro macchina.
Dormiva, non c’entrava niente, si dirà. Già, ma se stava viaggiando con dei delinquenti forse proprio un santo non era, no? Se avessero proseguito placidamente la loro strada senza aggredire nessuno, sicuramente quel ragazzo sarebbe ancora vivo.
Stavolta, però, c’è qualcosa di stonato nel suono della campana... “Rissa tra Juventini e Laziali, muore un ragazzo all’autogrill” titolano i giornali.
Senza notare la leggera differenza che passa tra una rissa ed un’aggressione.

...un altro rintocco, e le auto nel parcheggio lasciano il posto ad altri veicoli. Un autobus accerchiato da teppisti urlanti. Un assalto alla diligenza in piena regola. Manovrando nervosamente, l’autista del pullman “aggancia” uno degli ultrà che tengono sotto attacco il mezzo.
Lo scrocchio delle ossa sotto le ruote gemellate del pullman, forse, assomiglia al rumore di un fogli di giornale quando lo si appallottola per gettarlo via.
Quello stesso giornale che titola: “Pullman degli Juventini travolge ed uccide un tifoso del Parma”.
Penso che sia chiaro a tutti il senso che si vuole dare alla macabra notizia, no?

...un altro rintocco, un altro, ed un altro ancora... storie di padri di famiglia con bambini accerchiati e tempestati di botte solo perché indossavano la sciarpa “sbagliata”, di uomini uccisi a calci e pugni davanti ad un caffè con la colpa di tifare per quella squadra...

...e qualche giorno fa l’ultimo rintocco... due uomini maturi, 120 anni in due, vengono alle mani in un bar.
Uno estrae dalla tasca un coltello e colpisce l’altro, che rimane riverso per terra mentre intorno, a tratti, i clacson delle auto imbandierate suonano la sua beffarda marcia funebre.
Da Caino ed Abele in poi, purtroppo, la gente lascia questo mondo così, prima della propria ora.
Ma talvolta avveniva per l’amore conteso di una donna, altre volte per un metro di terra. A causa dell’idiozia sconfinata dell’uomo si era arrivati anche a togliere la vita in nome di un credo religioso, del colore della pelle o di un’ideologia politica.
Oggi, invece, si uccide –e si muore- per difendere l’onore di un bamboccio viziato e senza cervello, che guadagna in un anno quanto l’assassino e la vittima non guadagneranno mai in tutta la vita.
Si uccide e si muore per una maglietta, esposta in televisione proprio con lo scopo di fomentare quell’odio per poi incanalarlo, dirigerlo, sfruttarlo per i propri loschi fini.
Mentre i conduttori televisivi parlano di fini messaggi ironici, una vita si spegne su di un marciapiede di Torino.
E quando la notizia si diffonde, anche in questo caso viene distorta, trasformata... non è possibile che i protagonisti interpretino queste parti; l’eroe “buono” non può essere l’assassino, ed il “malvagio” non può assolutamente essere la vittima. Ci dev’essere per forza un errore.
E anche se l’errore non c’è, è la notizia “politically correct” la prima che passa.

Magliette, striscioni, notizie usati come strumenti di propaganda.
Strumenti di propaganda che con lo sport non hanno nulla a che fare, esattamente come i mullah che incitano ad “uccidere gli Infedeli”, nonostante il Corano dica espressamente che chi osi togliere la vita ad un altro uomo dovrà dar conto del suo crimine davanti a Dio.
Ma purtroppo, nel nostro mondo dove ogni cosa ha un prezzo, anche la vita di uno o più uomini può essere messa a bilancio in quello che non è più il “gioco più bello del mondo”, ma un business tentacolare dove ogni giorno si spostano milioni di €uro e le persone vengono usate come masse da gettare sul piatto della bilancia.

Mentre corpi di impiegati, di operai, di padri di famiglia e di figli ribelli diventano freddi al margine della strada.
Occhi che si fanno opachi, lame rosse di sangue. Urla più nere del nero della notte.
E la campana che suona per ognuno di noi.

Perchè io sono l’uomo agonizzante il cui sangue si mescola con la polvere della strada e l’orina di un cane.
Perchè io sono l’uomo che stringe in mano il coltello caldo, umido e rosso, metallo che toglie la vita investendosi del diritto che spetterebbe solo a Dio.
Perchè io sono l’uomo che sorride contando il denaro senza preoccuparsi se sia sporco di veleni da iniettare, di sangue innocente, di sofferenze. Pecunia non olet, così è sempre stato e sempre sarà.

Io sono la vittima, l’assassino ed il mandante, perché io sono ogni uomo. E quando un uomo toglie la vita ad un altro uomo, la toglie a tutta l’umanità.

E oggi, tutti siamo un po’ morti su quel marciapiede.

"Smashing through the boundaries / Lunacy has found me / Cannot stop the battery"
 
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