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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di M. LANCIERI del 30/05/2010 20:23:52
Gli avvertimenti di Montezemolo

 

La storia recente della Juve è stata contraddistinta, oltre che dalle scelte tragiche di John Elkann, da una sorta di longa manus di Montezemolo, che ha pesantemente influenzato tutte le mosse “politiche” della dirigenza bianconera.

Pensavamo di avere già dato tra il 1990 e il 1991, quando Luca Cordero volle buttare a mare la storia quasi secolare della Signora, per scimmiottare il Milan di Sacchi. Furono sperperate montagne di soldi, per mettere insieme una squadra che nelle intenzioni di chi l’aveva allestita avrebbe dovuto rivoluzionare gli equilibri del campionato italiano, salvo poi scoprire che il calcio-champagne del tecnico prelevato da Bologna altro non era che un enorme bluff. L’avventura calcistica di Montezemolo si fermò lì e della sua opera rimasero in piedi solo le cattedrali che l’anno prima, in previsione dei Mondiali ’90, aveva fatto costruire in tutta Italia, ovviamente a carico dei contribuenti: indimenticabile resterà il ricordo di quel Delle Alpi, costosissimo tanto in termini di costruzione quanto per la manutenzione, che a meno di vent’anni dal suo completamento è stato raso al suolo.
Gianni ed Umberto Agnelli, in seguito al disastro combinato nel calcio, decisero di dirottare il “geniale” manager in Formula Uno, dove effettivamente i risultati, anche se con qualche anno di ritardo e con investimenti enormi, arrivarono. Il popolo juventino tirò un sospiro di sollievo: la Signora andava alla grande, grazie all’opera di dirigenti capaci e fortemente voluti dai proprietari, la Ferrari vinceva e, quel che più conta, Montezemolo dichiarava di non avere alcun rimpianto per i suoi brevi ma intensi trascorsi “calcistici”. Le rare volte in cui Luca parlava della Juve, sembrava quasi che nutrisse per quell’ambiente una forma di rancore, forse dovuta ai funesti ricordi della sua guida fallimentare. Ma ai tifosi importava poco: quella sciagura era ormai un ricordo e, aspetto non meno importante, Montezemolo se ne stava alla larga dalla squadra bianconera.

In pochi anni, Gianni ed Umberto ci hanno lasciati. Le lotte di potere per la loro successione e le ripercussioni della faida familiare sulla Juve li conosciamo bene. Ma uno degli effetti più drammatici è stato il ritorno sulla scena, anche se in forma spesso invisibile (ma non per questo meno decisiva), di Montezemolo. Molti di noi, mentre scoppiava Farsopoli, videro proprio in lui uno dei protagonisti della trappola in cui era stata fatta cadere la Juve. Le conferme di quei sospetti giunsero con qualche anno di ritardo, ma da una voce autorevole: fu lo stesso Blatter a ringraziarlo pubblicamente per avere indotto la Juve a rinunciare a difendersi, ritirando il ricorso al Tar precedentemente presentato, e ad accettare supinamente qualsiasi sanzione.

I danni provocati da Farsopoli sono e resteranno irrecuperabili (non c’è risarcimento che tenga), ma almeno, con l’avvento di Andrea Agnelli alla presidenza e la contestuale intenzione di rendersi indipendenti da Exor, si poteva cominciare a nutrire la speranza di un cambio di rotta radicale, soprattutto in relazione ad una nuova linea nei confronti dei misfatti del 2006. Una virata che si rende necessaria, se si vuole recuperare il rapporto tra la società e molti tifosi che in questi anni non si sono riconosciuti nella sua proprietà e tantomeno nella sua dirigenza.
Se da un lato c’è sempre un minimo di ottimismo e di fiducia sul futuro bianconero, d’altra parte resta alta la guardia nei confronti di coloro che si sono dimostrati peggiori dei nemici dichiarati. Proprio per questo, le parole con cui Montezemolo ha voluto salutare l’arrivo di Andrea Agnelli ci devono preoccupare: «Ti auguro in bocca al lupo con tanto affetto, certo che il tuo impegno sarà tutto verso il futuro della società bianconera». Quell’invito ad impegnarsi sul “futuro”, tralasciando evidentemente la macchia indimenticabile sul recente passato di cui lo stesso Montezemolo è uno dei massimi responsabili, non può lasciare i tifosi indifferenti.

La sfida che si appresta a condurre Andrea Agnelli è innegabilmente molto complessa. Dovrà fare i conti con un ambiente sempre più consapevole dell’ingiustizia che ha dovuto subire. Contestualmente, i poteri forti, guidati da Montezemolo, fanno già sentire la loro voce, inviandogli chiari avvertimenti ben confezionati all’interno di messaggi benauguranti.
Come deciderà di muoversi Andrea è ancora impossibile saperlo. Ma, nel nostro piccolo, ci sentiamo di dargli un sommesso consiglio. Le strade sono due: una è quella che percorse suo padre, l’altra è quella di Montezemolo. Fosse per noi di GLMDJ, sceglieremmo la prima. Ma ciascuno è libero di incamminarsi nella direzione che preferisce.
 
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