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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di M. VIGHI del 22/06/2010 07:10:31
Mondiali 2010

 

CILE - SVIZZERA 1-0
Follia Behrami, e Gonzalez sigla il goal dei tre punti.

Quasi impossibile da predire alla vigilia, Cile-Svizzera risulta essere incontro di vertice tra le due vincenti della prima partita. Pretattica delle squadre vuole che le dichiarazioni prepartita di giocatori e allenatori siano improntate nell’ottica del massimo rispetto dell’avversario. Del resto è un rispetto ampiamente meritato, seppure non debba cadere nel timore riverenziale. Il Cile ha giocato un buonissimo calcio con l’Honduras, ma alla fine ha vinto solo 1-0, successo peraltro scaturito da una rete abbastanza fortunosa. Dal canto suo la Svizzera ha piegato i campioni d’Europa e favoriti per il mondiale, ovvero gli spagnoli, grazie ad una solidità e fisicità invidiabile ed una organizzazione concreta e razionale. Tuttavia non si può negare che abbiano subito per tutto l’incontro, e che la vittoria sia giunta anche grazie al sorriso compiacente della dea bendata.
Al Port Elizabeth Stadium le due formazioni si affrontano con gli stessi schemi adottati nel primo incontro. Il Cile con un 4-3-3 formazione identica al primo incontro, mentre la Svizzera risponde con lo stesso 4-4-1-1 con cui è stata sconfitta la Spagna, ma cambiando qualche uomo. A parte l’infortunato Senderos siede infatti in panchina l’autore del goal Derdiyok, e il tornante fantasista Barnetta, mentre torna in campo il capitano Frei a supporto della punta classica Nkufo.
Primo tempo con pochissime emozioni, con un Cile che occupa meglio il campo ma che ha un’unica vera grande chance per segnare con una doppia conclusione al 10’ minuto salvata alla grande da Benaglio. La Roja grazie soprattutto alla buona regia di Carmona e a Fernandez, che riesce quasi sempre a posizionarsi tra linea di difesa e quella di centrocampo degli elvetici, guadagna un maggior possesso palla. E ancora una volta si mette in luce Sanchez sulla destra, la corsia sulla quale spingono di più i sudamericani grazie anche agli inserimenti di Isla.
Fino alla mezzora non si registrano altre emozioni, ma una vecchia conoscenza del calcio italiano, Behrami, decide di porre fine al mito della compostezza svizzera e farsi espellere, lasciando così i compagni in 10. Hitzfeld corre ai ripari e cambia Frei con Barnetta, che si posiziona a destra a sostituire il giocatore espulso. La Svizzera si ritrova schiacciata così su un 5-3-1, ma il primo tempo finisce comunque senza ulteriori sussulti a reti inviolate.
Al rientro dagli spogliatoi la Svizzera si ripropone bassissima con un 4-4-1 necessariamente attendista e molto difensivo. Il Cile ha un paio di buoni guizzi ma ancora una volta Benaglio si supera su Sanchez. Se è vero che gli elvetici non tentano quasi sortita offensiva alcuna, il rovescio della medaglia è che gli uomini di Hitzfeld sono compatti dietro al pallone, e il Cile non ha altra scelta che giocare sempre meno di fino ed affidarsi più spesso ai lanci lunghi. Il rendimento di Fernandez tende così a calare fino all’ammonizione che gli costerà cara, poiché salterà per squalifica il match con gli spagnoli. Bielsa decide allora di sostituirlo con Paredes intorno al 25’, operando così la sua terza ed ultima sostituzione, avendo già inserito subito dal 46’ Valdivia e Gonzalez per Vidal e lo spento H.Suazo. Contemporaneamente tra gli elvetici entra l’eroe contro gli iberici Derdiyok al posto del generosissimo Nkufo.
Gli sforzi dei sudamericani vengono premiati al 75’. Paredes, divenuto punta centrale, si infila tra le maglie della difesa rossocrociata, supera anche il portiere e crossa sul palo opposto a Gonzalez che deve solo appoggiare di testa il goal dell’1-0 nella porta sguarnita.
Hitzfeld non ci sta e butta nella mischia un’altra punta, Bunjaku, per tentare di impattare il match.
Si aprono spazi per i contropiedi del Cile che non ne approfitta fallendo numerose occasioni, clamorosa quella per Paredes a tempo scaduto, mentre al 90’ Derdiyok si ritrova sui piedi la palla per diventare l’uomo della provvidenza, ma fallisce l’occasione del pareggio.
Da notare che con i 75 minuti di oggi la Svizzera segna un nuovo record nella storia dei mondiali: 551 minuti senza concedere goal in Coppa del Mondo, l’ultimo subito in USA 1994. Il precedente record apparteneva all’Italia, 545 minuti dall’ultimo goal subito in Francia-Italia, quando gli azzuri vennero eliminati a Messico1986, al goal di Caniggia nella semifinale di Italia 90.
Bene farebbe però il Cile a non sentirsi qualificato: a seguito della vittoria della Spagna sull’Honduras per 2-0, se la Svizzera sconfiggesse l’Honduras con più di un goal di scarto, si ritroverebbe a non poter perdere l’ultimo incontro con le furie russe, pena l’eliminazione per peggiore differenza reti.
In questo equilibrato girone, dunque, è ancora tutto da decidere.

SPAGNA – HONDURAS 2-0
Risultato stretto alle furie rosse

Dopo l’inattesa e sfortunata sconfitta nella partita d’esordio, la Spagna risponde finalmente all’appello in questa Coppa del Mondo. Il risultato finale con cui gli iberici battono l’Honduras, 2-0, è in realtà un punteggio estremamente avaro che non rispecchia il reale divario mostrato in campo dalle due formazioni.
La Spagna non tradisce emozioni e si presenta carica all’appuntamento. Nelle dichiarazioni della vigilia i giocatori si mostrano fiduciosi e vogliosi di dimostrare la casualità del ko contro la Svizzera. A far compagnia a Fabregas in panchina si siede Iniesta, e stavolta Del Bosque schiera le due punte Torres e Villa, supportati a centrocampo da Busquets, Alonso e Xavi, con Jesus Navas più spostato sulla destra. Esterni difensivi liberi di offendere, soprattutto Capdevilla a sinistra visto il frequente e logico accentrarsi di Alonso e Busquets che si alternano a coprire la zona sinistra della linea centro mediana.
David Villa parte carico e già nei primi 15 minuti va vicino per tre volte alla segnatura, che realizza al 17’ con uno dei suoi noti bolidi.
La Spagna continua a macinare gioco, l’Honduras non riesce a controbattere. Jesus Navas perde una buona occasione alla mezzora, peggio di lui Torres, ancora a secco in questa competizione, che si divora letteralmente due reti prima dello scadere.
Si va al riposo sull’1-0, un risultato che in realtà avrebbe potuto essere ben più rotondo.
Il gioco della Spagna è brillante, Xavi è il vero cervello della squadra e dirige l’orchestra, mentre Busquets mostra sovente tutta la sua abilità di palleggiatore. I due, insieme ad Alonso, saltano sempre l’uomo a centrocampo creando superiorità numerica, a quel punto è un gioco da ragazzi allargare sulle fasce per Navas a destra o Capdevilla a sinistra, o cercare l’assist per mettere davanti alla porta le due punte Torres e Villa.
Se però Torres si era divorato due occasioni alla fine della prima frazione di gioco, D. Villa non si fa invece pregare e raddoppia quasi subito ad inizio ripresa, sfruttando un cross di Navas e approfittando anche della deviazione di un difensore. Villa diventa così il marcatore più prolifico di sempre della Spagna ai mondiali, seppure il primato non sia per ora appannaggio esclusivo ma da condividere con quattro precedenti. Al 60’ ha però l’occasione di entrare ancor di più nella storia della nazionale iberica, quando l’arbitro non può esimersi dal fischiare un solare penalty per uno sgambetto evidente a Navas che in area viene falciato platealmente con un goffo intervento in entrata sul suo piede d’appoggio. Villa però calcia a lato il rigore, dopo aver inesorabilmente spiazzato l’estremo difensore honduregno.
Entra Mata nella Spagna, il ragazzo ha voglia di farsi vedere e si fa puntualmente trovare libero a sinistra, dove a questo punto converge maggiormente il gioco della Spagna, mentre le squadre si allungano. Esce Xavi ed esordisce nel mondiale un certo Cesc Fabregas. Il quale dopo soli 3 minuti dal suo ingresso scatta perfettamente sul filo del fuorigioco, controlla il pallone e supera il portiere, e deve strozzare l’urlo in gola insieme ai suoi tifosi quando il difensore Chavez riesce a liberare prima che il pallone varchi la soglia della riga di porta.
Sulle reti rai l’azione da manuale del calcio viene comunque bocciata come atto d’egoismo di Fabregas colpevole a dire dei commentatori di aver concluso in porta anziché servire l’assist per Torres. Non sapevo che quando un giocatore fosse sbilanciato e si trovasse dinnanzi la porta vuota dovesse prodursi in un avvitamento degno di Carolina Kostner per far per forza segnare un compagno soprattutto quando la porta è vuota, ma del resto c’è sempre da imparare. I due telecronisti si spingono oltre criticando una certa leziosità degli spagnoli e soprattutto un paio di contropiedi in cui Villa, che d'altronde fino a quel momento aveva solo segnato una doppietta e rischiato di segnare almeno altre tre reti, si accentra alla ricerca dell’ennesima conclusione cercando l’uno contro uno contro i difensori honduregni anziché allargare il pallone a Navas sulla destra.
La sapienza indubbiamente è degna di pochi, il calcio non è una scienza esatta ma non ditelo a certi signori che evidentemente ignorano che la vera conoscenza sia quella socratica del sapere di non sapere.
L’Honduras termina l’incontro senza pervenire, mentre Suazo in 90 minuti colleziona solo un tiraccio a lato e per il resto qualche controllo di mano e un tuffo carpiato degno della Cagnotto nella più assurda delle simulazioni, memore evidentemente dei comportamenti che a suo tempo aveva potuto apprendere in certe corti oneste che più oneste non si può. Probabilmente avrà ritenuto che certe simulazioni possano essere fatte per difendersi da un sistema, e certi controlli con il braccio siano comunque in buona fede e non assimilabili a quelli sistematici con cui si vincono le partite in altre squadre.
La Spagna ora è seconda, e in caso di vittoria sul Cile il passaggio del turno sarebbe assicurato. In quel caso, se in prima o seconda posizione dipenderà esclusivamente da quanto la Svizzera saprà dimostrare contro l’Honduras.
 
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